Quello a sinistra è Maurizio Agostini, il consigliere leghista del comune di Matterello in provincia di Trento, arrestato poche ore fa, mentre cercava di passare la frontiera con tre etti di cocaina purissima.
Il paradosso è che il "bravo e onesto" leghista era in compagnia di un complice albanese "clandestino" e senza fissa dimora, arrivato in Italia con un permesso turistico di tre mesi.
Ecco come racconta la vicenda il quotidiano l'Adige:
La cocaina era avvolta in involucri coperti da talco al profumo di mentolo, nascosta dietro il vano portaoggetti dell’auto. Temendo il fiuto dei cani antidroga, i «corrieri» hanno tentato questo escamotage per nascondere l’odore persistente della sostanza.
Non hanno però tenuto conto dell’occhio esperto dei carabinieri: è così che da un controllo del territorio è scattato l’arresto di due uomini, con il sequestro di 330 grammi di stupefacente puro all’80% che sulla piazza, dunque dopo «il taglio», avrebbe potuto vale dai 60 ai 70mila euro.
In cella è finito un 51enne noto a Mattarello, sia per la sua professione che per l’impegno per la comunità: si tratta del consigliere circoscrizionale leghista Maurizio Agostini, che fino a qualche mese fa ha gestito un bar nel sobborgo.
Arrestato anche l’uomo che era con lui in auto, Stefan Dushku, 38enne albanese, in Italia senza fissa dimora. Al suo legale l’uomo ha spiegato di essere arrivato nel nostro Paese in cerca di lavoro, con un permesso turistico di tre mesi.
L’operazione è avvenuta sabato scorso, ma è stata resa nota dai carabinieri solo nella giornata di ieri. In azione i militari del nucleo investigativo provinciale, con la collaborazione del nucleo operativo della compagnia di Trento.
I due «corrieri della droga» erano a bordo di una vecchia Hyundai Atos, condotta da Agostini e fermata al casello di Trento sud. «L’agitazione dei due ha fatto immediatamente insospettire i carabinieri - evidenziano i vertici dell’Arma provinciale - che hanno da subito perquisito il mezzo, trovando a bordo più di tre etti di cocaina purissima divisa in tre confezioni».
Gli involucri esterni erano cosparsi di parecchia polvere di talco mentolato, per ingannare eventuali controlli con i cani antidroga. Ma l’intervento della squadra cinofila non è stato necessario, perché gli investigatori sono riusciti a trovare la droga dopo aver rovistato per bene nell’auto: le confezioni di cocaina erano nel vano del cruscotto, nascoste nel retro; i due grossi cacciaviti trovati nell’auto nel corso della perquisizione sarebbero serviti, secondo gli investigatori, proprio per smontare il portaoggetti e per occultare lo stupefacente.
Per i due è stato disposto l’accompagnamento in carcere. Nell’interrogatorio di convalida, davanti al giudice Francesco Forlenza, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.