Quantcast
×
 
 
30/01/2018 06:00:00

"Marsala, i giovani e la violenza. Bisogna cominciare dalle famiglie..."

 Maria Cristina Passanante, psicologa forense, ctu presso il Tribunale di Marsala e presso quello di Roma. Cosa scatta nella mente di questi ragazzini, dai 12 ai 16 anni, che decidono di picchiare un altro loro coetaneo davanti ad un gruppo di altri ragazzi che filmano, guardano e incitano alla violenza?

Oggi, purtroppo il fenomeno del bullismo è un fenomeno sempre crescente tra i giovanissimi,  addirittura è presente anche nella scuola primaria. Cosa scatta è una domanda davvero ampia, mi verrebbe da dire cosa scatta in un bambino di sei anni a mettere in atto un fenomeno di bullismo? Prende tutte le fasce di età, ci sono fenomeni di bullismo addirittura nella scuola materna, quindi questa diffusione preoccupa molto.

E' un fenomeno sociale?

Si, è un fenomeno di cui le autorità scolastiche sono molto preoccupate. Veniamo spesso interpellati per fare campagna di prevenzione. Alla base c'è un fenomeno di prepotenza e di aggressività che i ragazzi hanno dentro, che accumulano e che riversano fuori alla prima occasione che si presenta, contro quella che viene definita vittima, un soggetto molto più debole. Il gruppo aiuta il piccolo bullo a  mettere in pratica le azioni.

Di chi è la responsabilità? Pecca la famiglia che lascia da soli in strada questi ragazzi o da soli davanti ad un computer? Pecca la scuola, tutto il contesto sociale?

Credo che le istituzioni primarie siano famiglia  e scuola. In generale oggi i bambini e i ragazzi sono lasciati troppo da soli. Soli davanti al pc, davanti al telefono. Questo,  in una dimensione di solitudine  e di non buona comunicazione con l'adulto, che è il riferimento principale come un genitore, diventa un boomerang di fronte alle cose non  dette, non espresse. I pensieri, le idee, le voglie di un ragazzo comunicandoli ad un genitore possono anche trovare interpretazione corretta, un adulto deve essere punto di riferimento per un minore.

Dottoressa Passanante, mancano gli esempi?

Gli esempi...Non devo dirlo io, ma purtroppo vediamo genitori tutto il giorno davanti i social network. Se io genitore non fornisco un corretto esempio non posso pretendere un comportamento diverso, è già un deficit di base nell'essere un buon  genitore.

Come si può prevenire o contenere questo fenomeno?

Contenerlo sicuramente, con tanta comunicazione con i ragazzi che non vanno lasciati da soli. I ragazzi vanno seguiti dalla famiglia e dalla scuola. E' importante conoscere il fenomeno, e poi svuotare di significato un'azione che un ragazzino mette in atto e dotarla  di un gesto forte dicendo “stava scherzando”. Sappiamo che questi atteggiamenti non sono uno scherzo ma vanno attenzionati in maniera seria. Questo deve farlo in primis la famiglia e poi la scuola. Spesso gli insegnati su molte cose chiudono un occhio, poi però possono accadere cose gravi al limite di piccole tragedie.

Quale il percoso di recupero di un ragazzino che ha commesso atti di bullismo? Il video pubblicato ha sconvolto la città e la provincia intera. E' rimbalzato sulle testate regionali e nazionali, c'è  tanto sgomento.  “Ciccio il bullo”, che ha manifestato così tanta violenza e prepotenza, come può essere recuperato?

E' certamente, intanto, un ragazzo che vive lui stesso un disagio. Va preso e aiutato a comprendere quello che ha fatto. Ho letto di altri ragazzini presenti di circa tredici anni, quindi delle scuole medie...

Si, una scuola media del centro città,  non  si tratta di ragazzini dei quartieri popolari che spesso vengono etichettati....

Devo dire che spesso questi fenomeni non si verificano nei quartieri degradati. Si verificano spesso in un ambiente di media borghesia, quindi di buone famiglie. E' l'espressione di un disagio che sta vivendo la nostra società rispetto ai nostri minori.