Nello Musumeci è ottimista. Pacatamente, ma ottimista che Palazzo Chigi possa appoggiare le sue richieste su come mettere un freno all’emergenza rifiuti nell’Isola. Non c’è il caso Sicilia all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, ma da Palazzo d’Orleans sperano che si possano avere risposte a breve, e positive.
Il presidente della Regione ha parlato all’Ars dell’emergenza rifiuti e dell’incontro con il premier Gentiloni. Il governatore siciliano ha chiesto un commissario, scelto dal Governo nazionale, da spedire in Sicilia con i poteri speciali in materia di rifiuti. Musumeci ha anche chiesto l’aiuto del Genio Civile per trasportare fuori dall’isola la spazzatura non smaltibile nelle discariche siciliane e la sospensione della realizzazione dei termovalorizzatori.
Le risposte da Roma si aspettano anche sull’emergenza idrica.
Ma è quello sui rifiuti il nodo più complicato e su cui Musumeci ha ammesso che senza l’aiuto dello Stato è impossibile uscirne. La discarica di Bellolampo, nel Palermitano, è allo stremo. Il Governo regionale tenta di prendere tempo: aumentare la cubatura della sesta vasca, limitare lo smaltimento solo ai rifiuti di Palermo e Ustica. “Solo così potremo andare avanti altri due mesi, altrimenti, se si apriranno le porte agli altri 50 Comuni l’autonomia è di 25 giorni.
Ci sono difficoltà anche per spedire i rifiuti fuori dalla Sicilia. “Non abbiamo ancora trovato una ditta che sia disposta a trasportarli nei Paesi europei attraverso una serie di mediazioni”, ha detto Musumeci che ha chiesto, per questo, l’aiuto del Genio Civile. “Ho chiesto a Gentiloni di mettere in condizioni la Regione di poter neutralizzare i tempi lunghi per le autorizzazioni, che in situazione di emergenza sarebbero insopportabili. E gli ho chiesto di farlo con un commissario di sua fiducia, un tecnico che risponda direttamente al governo centrale”. Risposte si aspettano anche dall’Università di Palermo per sapere se la faglia su cui è stata realizzata la settima vasca a Bellolampo sia pericolosa. Se ci saranno risposte confortanti che possano permettere l’utilizzo della vasca, e con i poteri speciali, per Musumeci bastano 8 mesi anzichè 22.
A dare una mano potrebbero essere i lavori di ampliamento nelle discariche di Trapani e Castellana.
E a proposito di Trapani, Valentina Palmeri, deputato regionale del Movimento 5 Stelle ha chiesto al presidente della Regione la realizzazione degli impianti già autorizzati e pianificati nei territori che rientrano nella Srr Trapani Nord. Si tratta dell’ampliamento della discarica di Borranea, a Trapani, e la realizzazione di un impianto di selezione e valorizzazione di materiali derivati dalla raccolta differenziata, come carta, cartone, plastica, vetro e metalli. Questo impianto sarebbe da realizzarsi nel territorio di Buseto Palizzolo. Secondo la deputata regionale le due opere avrebbero già le autorizzazioni. “Se Musumeci continua a fare orecchie da mercante, a pagare delle disastrose conseguenze in termini economici e ambientali saranno ancora i cittadini. Vanno immediatamente realizzati gli impianti già autorizzati e pianificati. Abbiamo visto cosa è accaduto a Calatafimi, con il progetto per la costruzione di un impianto che doveva, in apparenza, produrre biometano, ma nei fatti celerebbe anche il trattamento dell’rsu oltre ai rifiuti organici e un gassificatore.
Nell’attesa della nuova vasca della discarica di Borranea, i Comuni della Srr Trapani Nord stanno regolarizzando il rapporto con la società che gestisce la discarica di Siculiana, la Catanzaro costruzioni. Nell’Agrigentino finisce al momento il 70% dei rifiuti lavorati a Borranea, trasferiti dalla Trapani Servizi, dopo che ne ha fatto richiesta, con un nuovo contratto, la società che gestisce l’impianto di Siculiana ai comuni trapanesi.
In tutto ciò la Trapani Servizi Vanta un credito da due milioni e mezzo di euro da alcuni comuni, tra quelli che rientrano nella Srr Trapani Nord e quelli della Srr Trapani Sud. Un credito che deriva dai servizi di conferimento della spazzatura nella discarica di Borranea. Gli otto comuni in debito sono Campobello, Castelvetrano, Gibellina, Favignana, Marsala, Mazara, San Vito e Petrosino. Il credito della Trapani servizi si è ridotto di circa 800 mila euro rispetto ad un anno fa. Diversi Comuni sono riusciti a tagliare il conto, mentre Marsala è comparsa da poco tra i debitori. Non è stato facile per la società partecipata al 100% dal Comune di Trapani a riscuotere parte del credito. E’ dovuto intervenire un legale per l’opera di convincimento nei confronti dei Comuni. Molti sono riusciti saldare o ridurre il conto, altri invece non ce l’hanno fatta. Adesso ci sarà la procedura di recupero crediti.
Intanto la società trapanese ha chiuso il bilancio in attivo producendo un utile di 668 mila euro.
Su questo fronte la Trapani Servizi sta studiando un modo per il passaggio al suo interno dei circa 100 dipendenti della Energetikambiente, la società che si è aggiudicata la raccolta rifiuti a Trapani per i prossimi 7 anni e avviando il sistema del porta a porta.