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26/01/2018 19:00:00

Marsala, in scena lo spettacolo ”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti”

di Katia Regina. Grande partecipazione di pubblico per lo spettacolo ”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti”. Ancora una volta, Massimo Graffeo, insieme ai ragazzi del suo laboratorio teatrale, racconta la tragedia della Shoah. Lo spettacolo verrà replicato sabato 27 gennaio, sempre all’auditorium del Cento Sociale di Sappusi. Una scelta meditata e voluta dallo stesso regista, che proprio in quel quartiere è nato e cresciuto, un modo per tornare a casa e mostrare la possibilità di riscatto che la vita può offrire quando s’incontra l’arte e la si sceglie.

Ma parliamo ora dello spettacolo. Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta occorre anzitutto ricordare. Ma ricordare ciò che è stato, senza parlare di ciò che ancora è, non rende onore ai morti innocenti. Quanti genocidi si stanno consumando ora? Mentre gridiamo “mai più” ricordando quindici milioni di vittime giudicati colpevoli per la loro appartenenza etnica, religiosa o altro ancora.

”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti” è il titolo dello spettacolo scritto da Francesco Mercadante e diretto da Massimo Graffeo, attore e regista marsalese, da anni impegnato nella sua comunità con laboratori teatrali rivolti a quanti intendono esplorare questo mondo con serietà ed impegno. Massimo Graffeo, quest’anno, ha scelto un testo inedito, lo ha commissionato al linguista Francesco Mercadante, studioso e ricercatore infaticabile in diversi ambiti. Raccontare dell’immane tragedia della Shoah attraverso le testimonianze non è più sufficiente. È tempo di raccontare come stanno le cose; cos’è la guerra, a chi serve e perché ancora, nonostante l’orrore già visto, continua ad uccidere gli innocenti.

"Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi) è stato scritto sopra il cancello di Auschwitz, e, in qualche modo, è proprio questa la chiave di lettura che si è voluto dare. La guerra è un lavoro, né più né meno. E quanti vi partecipano stanno solo svolgendo un lavoro. Morire è necessario, fa parte del lavoro.

Nel teatro di guerra, ogni attore di questo macabro spettacolo, concorre, dà il proprio contributo per lubrificare la rapace macchina dell’economia mondiale. E a quanti pensano che questa sia solo una visione cinica e riduttiva, ebbene, a questi si chiede di confutarla. Niente di più distante dal negazionismo, sia ben chiaro. Sì perché ci sono anche quelli che sostengono che i morti furono solo duecentomila (sic!), e con le loro assurde teorie sono riusciti a negare una sola cosa, la loro stessa appartenenza alla specie umana.

“Ricordati del futuro”, mi ha insegnato il maestro Vito Linares… perché non serve a nessuno commemorare il passato senza tenero conto del presente per migliorare il futuro.

Anche domani, sabato 27 gennaio, alle 21:30 si replica.
In scena: Cinzia Bochicchio. Stefano Calandro, Giulio Culicchia, Adelaide Del Puglia, Massimo Graffeo, Marilena Li Mandri, Tommaso Rallo.



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