“Da questo posto così nascosto, nessuno mai toglierà la spazzatura, che diventerà la nostra sepoltura. Io sono un orco. Mi fa schifo la vostra natura ed il vostro XXX XXXXX”.
Non pubblichiamo la parte finale della frase (che censuriamo anche nella foto) anche a causa delle relative sanzioni previste.
Il cartello è rimasto attaccato sul muro di una casa a Triscina per circa 2 settimane, fin quando, martedì scorso, sono intervenuti i carabinieri intimando all’autore di rimuoverlo, insieme ad un altro cartello recente con delle scritte più violente.
Non si tratta però di scritte anonime. C’è tanto di firma: Rael Marco Maltese.
Siamo andati a trovarlo. Gli abbiamo chiesto il perché di quei cartelli e se ce l’avesse con qualcuno in particolare.
Ce l’ho con tutti quelli che vengono a buttare la spazzatura a pochi metri da casa mia. I cartelli sono solo il frutto della mia esasperazione. Sono generati dalla “poesia” che può ispirare un luogo come questo.
In che cosa è diverso questo angolo vicino casa sua rispetto ai vari cumuli di rifiuti sparsi un po’ in tutta Triscina?
Gli addetti alla raccolta dei rifiuti non vedono i sacchetti che vengono ammassati dietro gli alberi ed i cespugli. E quindi la spazzatura è destinata a rimanere dov’è. E’ questa la differenza con gli altri cumuli di rifiuti, dove ogni tanto almeno vengono tolti.
Da quanto tempo va avanti questa situazione?
Da dopo l’estate. Cioè da quando la differenziata porta a porta si è fermata. I cassonetti sono pochi e la gente butta la spazzatura per strada. Tnati anni fa abitavo al nord e per lavoro ho girato il mondo, ma non avevo mai visto delle cose così. Da troppo tempo, i sacchetti che lasciano dietro a questi cespugli li raccolgo io. Li metto in un sacco più grande e poi porto tutto a Castelvetrano nei cassonetti. Non mi arrendo e continuo a fare la differenziata, portandola all’isola ecologica di viale Roma, in città. Però si metta nei miei panni: con mia moglie laviamo perfino i vasetti di yogurt vuoti prima di differenziarli. E a quattro metri da casa nostra c’è l’indifferenziata che, se non la tolgo io, rimane a marcire.
Che cosa chiede?
Chiedo che i commissari straordinari non mollino, perché questo sfacelo è il frutto di trent’anni di menefreghismo e di malaffare. Soprattutto chiedo che si faccia in modo da educare, anche con pesanti sanzioni, quei cittadini incivili dai quali ha origine tutto. Qui siamo ad 80 metri dall’ingresso di Triscina al Parco Archeologico. Parlano di tirar su il tempio G, ma che senso ha se non si riesce nemmeno a tirar via la spazzatura?
Nel frattempo cosa pensa di fare per ridurre questa sua esasperazione?
Seguirò il consiglio dei carabinieri, montando delle videocamere di sorveglianza dirette anche a monitorare il posto dove avvengono gli abbandoni di rifiuti.
Egidio Morici