La visita romana del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, non ha portato quello che si sperava.
La questione rifiuti, con il suo dossier, è stata lasciata sul tavolo del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Al momento, più che un accordo c'è stata una stretta di mano.
Musumeci ha chiesto poteri speciali per gestire l’emergenza, forte di una preoccupazione che riguarda la discarica di Bellolampo: tra poco sarà satura e non vi si potrà più conferire.
Il presidente si è presentato con il suo piano di intervento:
“Abbiamo le discariche ormai prive di disponibilità se non per altri sei o sette mesi, non abbiamo strutture, non abbiamo impianti di compostaggio. Tuttavia, i tempi non sono compatibili con le esigenze delle comunità amministrate. Per questo ho chiesto a Gentiloni i poteri speciali. Nel frattempo fronteggerò la situazione con una serie di provvedimenti tampone, ho già incontrato i sindaci di Palermo e Catania, mi hanno assicurato che cureranno la differenziata e nello spazio di un paio di mesi si dovrebbe attivare un sistema di raccolta porta a porta che dovrebbe condurre meno rifiuti nelle discariche. Attiveremo poi le discariche che erano già state autorizzate ma mai completate”.
Ma il Governatore non ha messo da parte l'idea di poter inviare i rifiuti fuori dall'isola, per questo si sta perfezionando un bando: “Pensiamo di portarli in altre parti d’Italia o all’estero. Ma è una soluzione estrema che vorrei scongiurare, anche se è una delle ipotesi suggeriteci dal ministro dell’Ambiente”.
Congelata, al momento, la nomina del veneto Alberto Pierobon, all'Energia. Musumeci ha deciso di prendersi qualche settimana prima di decidere, per quell'assessorato è necessario un tecnico. In verità Pierobon sta già studiando il caos rifiuti e si trova in Sicilia.
Molto critici, i grillini, per come Musumeci sta gestendo la questione: “L’unica certezza, a due mesi dal suo insediamento, è che Musumeci ha illustrato al premier una situazione che il M5S denuncia da tempo. E cioè assenza di impianti per la differenziata e di compostaggio e discariche al collasso. E come hanno fatto Cuffaro, Lombardo e Crocetta, anche Musumeci ha chiesto solo poteri speciali”.
Si torna a parlare di casta e sprechi, di stipendi d'oro.
Lo fa la Conferenza espiscopale sicialiana, che ha emanato un documento con cui i vescovi tuonano contro l'aumento degli stipendi.
Danno l'esempio, dichiarano che investiranno i proventi dell’otto per mille per venire incontro alle diverse povertà nelle forme suggerite dalla fantasia della carità . Il documento ha fatto arrabbiare Gianfranco Miccichè, presidente dell'ARS: “Farebbero bene ad informarsi prima di lanciare accuse generiche alla politica”.
Miccichè ha poi ricordato che il Consiglio di presidenza è già al lavoro per ripristinare il vecchio tetto degli stipendi d'oro, fissato a 240 mila euro annui.
Della Sicilia e della sua insularità ha parlato, in una convention, Gaetano Armao, vice presidente della Regione.
La conferenza stampa è stata indetta dal suo movimento “Unione dei siciliani”.
Il coordinatore del movimento, Rino Piscitello, ha annunciato la raccolta firme per raggiungere l'obiettivo di riconoscere all'isola la sua peculiarità, per votare basta collegarsi al link www.change.org/p/un-referendum-consultivo-per-inserire-l-insularità-nello-statuto-siciliano.
Il testo che si legge e su cui si potrebbe svolgere il referendum consultivo è i: “Volete voi che la Regione Siciliana intraprenda le iniziative istituzionali necessarie al riconoscimento del grave e permanente svantaggio derivante dall’insularità mediante l’inserimento di detto principio nello Statuto in coerenza con l’art. 174, terzo comma, del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea?”
Piscitello ha ribadito come ogni piccola o grande cosa, dal costo del biglietto aereo a quello dell’energia, comporta per i siciliani un maggiore esborso di danaro.
Per Armao è necessario che vengano riconosciuti gli svantaggi della condizione di insularità: “ condizione indispensabile per determinare pari opportunità per i cittadini siciliani. Proteggeremo la Sicilia è stata la parola d’ordine della nostra Convention. Abbiamo già cominciato con questa proposta a mantenere quella promessa. La Sicilia non può certo sopportare che i propri cittadini non godano diritti uguali a quelli delle altre regioni”.
Di Sicilia e del suo sviluppo si è parlato a Venezia. L'assessore regionale, Sandro Pappalardo ha partecipato ad un confronto sulla cooperazione turistica tra l’Italia e la Cina. Tante le linee di cooperazione che prevedono un interscambio turistico e che sono state siglate in un protocollo. Per Pappalardo la “Sicilia torna protagonista in uno dei settori che più le si addice per caratteristiche storiche, culturali e paesaggistiche: il turismo. La presenza a Venezia, nel corso della firma di un accordo così importante, mi ha permesso di stringere contatti con svariati tour operator cinesi e imprese pubbliche e private del settore.