di Leonardo Agate - La Madonna della Cava ha fatto il miracolo. Il diciotto pomeriggio dopo pranzo ho sentito un rumore lungo il muro sotto la finestra della mia abitazione di via Calogero Isgrò. Mi sono affacciato e ho visto un operaio su un elevatore che stava riparando il lampione rotto da un anno e forse più. Istintivamente ho detto: ”Miracolo!” L’operaio mi ha spiegato che il sindaco aveva dato disposizione di riparare l’impianto nella zona interessata al festeggiamento della Madonna della Cava.
Anche l’anno scorso avvenne un miracolo, per quella ricorrenza. Fino alla mattina del 19 gennaio continuavano i lavori di asfaltatura della via XIX Luglio.
Questo fu un mezzo miracolo; un miracolo non del tutto riuscito, perché la puzza del fresco asfalto infastidiva, e ho visto turisti francesi che si mettevano la mascherina sul viso.
Comunque, non tutta la città ha usufruito dei miracoli, perché stamattina, incontrando una conoscente che abita sul versante sud del centro storico, lamentava che dalle sue parti l’illuminazione pubblica non è stata riparata.
I miracoli hanno questo di particolare, che risolvono improvvisamente alcuni problemi, ma non tutti. Altrimenti non ci sarebbe più bisogno di sperare in nuovi miracoli, e ne risentirebbe pure il senso religioso e l’attaccamento alla Chiesa.
Però, a pensarci bene, poiché abbiamo la fortuna di avere un Copatrono della città, che è San Giovanni, potremmo sperare che anche lui si desse da fare, magari d’accordo con la Madonna della Cava, e tutti e due illuminassero la mente degli amministratori in modo che anche l’altra parte della città, quella non miracolata, possa risentire gli effetti benefici di uno specifico e localizzato miracolo.