Per coltivazione di canapa indiana, i carabinieri hanno arrestato un marsalese di 34 anni, Pietro Saladino, pescatore, incensurato. I militari hanno trovato 12 piante di marijuana nella casa di contrada Ciancio, attualmente disabitata, dove Saladino, fino a qualche tempo fa, viveva con la moglie, da cui si è poi separato. Da quel momento, è tornato a vivere con i genitori. E proprio nell’abitazione di questi ultimi è stata eseguita la prima perquisizione. Qui, però, non è stato trovato nulla di illegale.
Nella casa di contrada Ciancio, invece, i carabinieri hanno rinvenuto, oltre alle piante di cannabis, anche un bilancino di precisione ed involucri di plastica (quelli degli ovetti di cioccolato) che gli spacciatori utilizzano per nascondere la droga.
L’abitazione era, inoltre, dotata di un impianto di video-sorveglianza. Le telecamere, evidentemente, servivano per controllare se qualcuno si avvicinava alla piccola piantagione (forze dell’ordine o altri). Il giudice Maria Pia Blanda ha convalidato l’arresto. Ma poi, trattandosi di un incensurato, ha rimesso l’arrestato in libertà, come richiesto dall’avvocato difensore Vincenzo Sammartano. E sempre su richiesta del difensore, ha disposto per Saladino una misura “meno afflittiva” rispetto a quella invocata dal pm, che aveva invocato l’obbligo di dimora nel Comune di Marsala e divieto di uscire di casa nelle ore serali e notturne. Per Saladino, infatti, il giudice ha disposto l’obbligo di firma in caserma due giorni su sette.