Come si distingue un giudice bravo da uno che non lo è? Cosa fa capire ad un magistrato quale pena sia giusta? Perché in Italia i processi durano così tanto? E la giustizia, quando arriva ad esempio dopo venti anni, si può ancora chiamare giustizia?
Sono queste solo alcune delle domande rivolte dagli studenti nel corso dell'incontro organizzato giovedì 18 Gennao a Marsala dal Liceo Classico Giovanni XXIII con Francesco Caringella. Considerato uno dei massimi esperti in diritto in Italia, autore di numerose pubblicazioni, magistrato e avvocato, Caringella è stato a Marsala per presentare il suo libro "10 lezioni sulla giustizia" (Mondadori), al Complesso di San Pietro. Un evento organizzato dalla Re.Ma.Pe., la Rete delle scuole di Marsala e Petrosino, in collaborazione con l'Ordine degli Avvocati e con la Libreria Mondadori. Particolarità dell'evento: è stato pensato e gestito per intero da studentesse e studenti del Liceo Classico di Marsala, che hanno posto all'autore domande autentiche, fuori dagli schemi. "Non ci meravigliamo della preparazione dei nostri ragazzi - commenta soddisfatta Antonella Coppola, dirigente del Liceo Classico di Marsala - perché la nostra scuole fornisce loro strumenti preziosi per la formazione umanistica e culturale. Non solo, il nostro Liceo ha ripristinato, autonomamente, la cattedra di Diritto, che per noi è un insegamento fondamentale. E gli studenti hanno anche la possibilità di seguire un percorso di alternanza scuola - lavoro presso gli studi legali". Era presente, tra gli altri, anche l'assessore Annamaria Angileri.
"La giustizia oggi è malata - ha spiegato Caringella - perché non riesce a dare risposte credibili ai problemi della gente. Tempi biblici, norme troppo complesse, linguaggio lontano dai cittadini, decisioni imprevedibili, scarsa effettività della pena. Per citare Satta troppo spesso “il processo è una pena ma al processo non consegue la pena”. Per dirla più brutalmente, il processo lungo è troppo spesso un premio per l’imputato colpevole che attende la prescrizione e un castigo per quello innocente che subisce un calvario infinito". Ancora, rispondendo alle domande dei ragazzi, ha aggiunto: " Da noi un processo penale dura otto anni, contro gli otto mesi tedeschi. Le conseguenze sono molteplici. Tra le altre l’affievolimento della legalità e l’affiorare dell’insicurezza sociale. La riforma della giustizia è la riforma dei tempi della giustizia".