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19/01/2018 04:55:00

Marsala, in scena ”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti”

Il  25 gennaio, alle ore 21:30, nell’auditorium del Centro Sociale di Sappusi, andrà in scena lo spettacolo ”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti”. Una presentazione di Katia Regina

 

Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta occorre ricordare. Ma ricordare ciò che è stato, senza parlare di ciò che ancora è, non rende onore ai morti innocenti. Quanti genocidi si stanno consumando ora? Mentre gridiamo “mai più” ricordando quindici milioni di vittime giudicati colpevoli per la loro appartenenza etnica, religiosa o altro ancora. ”Figli in mutande… per una memoria degli olocausti” è il titolo dello spettacolo scritto da Francesco Mercadante e diretto da Massimo Graffeo, attore e regista marsalese, da anni impegnato nella sua comunità con laboratori teatrali rivolti a quanti intendono esplorare questo mondo con serietà ed impegno.

 

Massimo Graffeo, quest’anno, ha scelto un testo inedito, lo ha commissionato al linguista Francesco Mercadante, studioso e ricercatore infaticabile in diversi ambiti. Raccontare dell’immane tragedia della Shoah attraverso le testimonianze non è più sufficiente. È tempo di raccontare come stanno le cose; cos’è la guerra, a chi serve e perché ancora, nonostante l’orrore già visto, continua ad uccidere gli innocenti.

"Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi) è stato scritto sopra il cancello di Auschwitz, e, in qualche modo, è proprio questa la chiave di lettura che si è voluto dare. La guerra è un lavoro, né più né meno. E quanti vi partecipano stanno solo svolgendo un lavoro. Morire è necessario, fa parte del lavoro. Nel teatro di guerra, ogni attore di questo macabro spettacolo, concorre, dà il proprio contributo per lubrificare la rapace macchina dell’economia mondiale. E a quanti pensano che questa sia solo una visione cinica e riduttiva, ebbene, a questi si chiede di confutarla. Niente di più distante dal negazionismo, sia ben chiaro. Sì perché ci sono anche quelli che sostengono che i morti furono solo duecentomila (sic!), e con le loro assurde teorie sono riusciti a negare una sola cosa, la loro stessa appartenenza alla specie umana.

“Ricordati del futuro”, mi ha insegnato il maestro Vito Linares… perché non serve a nessuno commemorare il passato senza tenero conto del presente per migliorare il futuro.

Lo spettacolo verrà messo in scena nell’auditorium del Centro Sociale di Sappusi, un motivo in più per andare a vederlo. Diversi i ragazzini del quartiere popolare che, racconta Massimo Graffeo, hanno assistito sbalorditi alle prove aperte. Ragazzini che mai sono entrati in un teatro e che, in questo modo, hanno conosciuto un mondo altro. E mi piace pensare che presto qualcuno di loro chiederà di partecipare, proverà il brivido della finzione scenica per comprendersi meglio e scegliere un percorso ignoto e affascinante.
Giorno 25 gennaio, alle ore 21:30 vedrete Cinzia Bochicchio, Stefano Calandro, Giulio Culicchia, Adelaide Del Puglia, Massimo Graffeo, Marilena Li Mandri e Tommaso Rallo. Vi racconteranno una storia un po’ diversa da quella già nota… una verità che ha cittadinanza solo nella finzione.

   



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