17,20 - “Il Belice – ha sottolineato il sindaco di Partanna, Nicola Catania – ricorda le vittime e rende omaggio a tutti coloro che in quei giorni di dolore da ogni parte d’Italia vennero a scavare sotto la pioggia e nel fango per darci coraggio e indicarci una via. Tuttavia, signor presidente della Repubblica, i nostri cittadini e noi sindaci nell’interesse di tutto il territorio non possiamo non ricordare allo Stato e al Governo della Repubblica che il Belice è ancora creditore, come ha anche accertato l’ultima Commissione bicamerale sulle questioni della ricostruzione nel 1996, la cui relazione conclusiva dà atto del fallimento dell’intervento dello Stato e dello straordinario ruolo di sindaci e cittadini nel portare avanti con un terzo delle risorse date in altre zone colpite da analogo dramma la ricostruzione di interi Paesi”.
16,10 - - “Sono passati cinquant’anni dal terremoto del Belice che, colpendo la Sicilia centro-occidentale, ha fatto registrare 296 vittime e la distruzione di interi centri abitati (Montevago, Santa Ninfa, Salaparuta, Gibellina, e Santa Margherita Belice). Nel 1968, la zona colpita non rientrava tra quelle definite ‘sismiche’ nella classificazione del territorio italiano di quel periodo: il 98% dei fabbricati realizzati in muratura ordinaria subì ingenti rovine, mentre quel 2% costruito in cemento armato registrò danni marginali pur non essendo vigente alcuna norma antisismica”.
Così Fabio Tortorici, presidente della Fondazione Centro studi del Consiglio nazionale dei Geologi, ricordando il violento sisma che, tra la notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, distrusse i paesi della Valle del Belice.
“In questi anni sono stati fatti grandi passi in avanti riguardo alla classificazione sismica della nostra nazione e l’evoluzione delle norme antisismiche ha contribuito gradualmente ad aumentare la sicurezza delle nuove costruzioni - afferma il geologo siciliano -, purtroppo però permane il problema della messa in sicurezza dei fabbricati realizzati in assenza o con vecchie norme antisismiche. La prevenzione è l’unica strada da seguire; oggi gli studi di microzonazione sismica e di risposta sismica locale permettono ai geologi di fornire nelle fasi di progettazione (oltre che nelle previsioni urbanistiche) una lunga serie di elementi che giocano un ruolo imprescindibile nella sicurezza del territorio e dell’edificato”.
Il presidente della Fondazione Centro studi del Consiglio nazionale dei Geologi prosegue: “Numerosi studi hanno valutato che, dal terremoto del Belice a quello del 2012 in Emilia Romagna (quindi senza contabilizzare i danni dei recenti terremoti che hanno colpito il centro Italia), per le ricostruzioni si sono spesi 120 miliardi di euro, a fronte di una media di 2.4 miliardi l'anno con cui lo Stato avrebbe potuto rendere sicuro il patrimonio edilizio del Paese. La stima del Dipartimento della Protezione Civile, per i danni causati da disastri naturali, parla addirittura di una media di 3.6 miliardi l’anno spesi per le ricostruzioni. Da sempre i geologi lanciano il loro grido di allarme sulla tangibilità che 'prevenire costa meno che curare', ma ancora la sensibilità sul rischio sismico, sia della politica sia dei cittadini, non è abbastanza matura, trascurando che oltre 12 milioni di immobili dovrebbero essere interessati da opere di adeguamento e risanamento e che la popolazione coinvolta nel Paese supera 24 milioni di vite”.
A ricordare il violento sisma anche Antonio Alba, consigliere del Cng: “È un trauma ancora vivo nella mente di tutti i siciliani, nelle aree conosciute come sismiche si può e si deve fare di più: innanzitutto preparando la popolazione ad un eventuale evento sismico, inoltre tutti i comuni si devono dotare di studi di microzonazione sismica. Un plauso va alla Protezione Civile regionale che si sta attivando per realizzare questo importante progetto che interessa tutti i comuni con grado di sismicità 1 e 2, per impedire che tragedie come quelle di 50 anni fa, che hanno colpito la Valle del Belice, si ripetano in maniera così devastante".
15,40 - "Accendere i riflettori sulla tragedia del terremoto del Belice è doveroso. La visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è un segnale importante che ci induce a sperare in una maggiore attenzione da parte delle istituzioni nazionali verso un territorio ancora ferito e che non deve essere dimenticato".
Lo afferma il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, in occasione dell'anniversario del terremoto del Belice.
"A distanza di cinquant'anni, tuttavia, non bisogna fermarsi al momento di commemorazione ma è necessario riflettere su ciò che è stato, tra successi ed errori nella programmazione e nella gestione di risorse comunque ad oggi inferiori a quelle assicurate ad altre popolazioni colpite da eventi simili.L'anniversario di quel tragico evento non deve farci cadere nella retorica delle recriminazioni e dei rimpianti - aggiunge Venuti -. Auspico che questi giorni diano slancio a un dibattito nuovo, basato sulla strada da percorrere affinchè nel Belice si possa parlare di una vera rinascita". Secondo il sindaco di Salemi i temi da mettere al centro sono quelli della "rivitalizzazione dei centri storici e delle nuove forme di organizzazione per lo sviluppo economico. In quest'ottica - prosegue Venuti - abbiamo creduto fortemente nella nascita del 'Gal Valle del Belice', che possa riunire e dare più forza a un territorio così vasto che va da Salemi a Menfi".
Il Comune di Salemi, inoltre, sta organizzando per il 2018 alcuni eventi per ricordare il terremoto del Belice in una chiave diversa. La collaborazione con il dipartimento Architettura dell'Università di Palermo e con il presidente della Scuola Politecnica dello stesso ateneo, Maurizio Carta, ha portato alla realizzazione di alcuni elaborati sul centro storico di Salemi che verranno esposti in una mostra. Dalla stessa collaborazione nascerà anche un workshop sul tema 'Centri storici e rigenerazione', in cui architetti ed esperti di Urbanistica si confronteranno sulle forme di vivibilità nelle aree più antiche delle città. Nel borgo di Salemi farà tappa anche il festival 'Visioni notturne sostenibili'. "È questo lo spirito con cui ci accingiamo a ricordare la tragedia del terremoto del 1968 - aggiunge Venuti - ed è lo stesso spirito che ci ha spinto ad approvare il Piano comunale di emergenza di protezione civile per la prima volta nel nostro comune a 25 anni dall'entrata in vigore della legge che ne prevedeva l'utilizzo da parte degli enti locali. I terremoti sono eventi naturali - conclude Venuti - e l'unico modo che abbiamo per difenderci è quello di farci trovare pronti a gestire l'emergenza".
14,50 - Riepiloghiamo la lunga giornata di oggi che stiamo seguendo per voi in diretta, con video, immmagini, testimonianze, aggiornamenti continui.
“Le capacità dell’intero Paese di reagire alle calamità naturali hanno rappresentato momento della verità, misura della coesione nazionale, del riconoscersi in un comune destino”. Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, intervenendo a Partanna alla cerimonia per i 50 anni del terremoto che colpì il Belice nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968.
Al momento del suyo arrivo, Mattarella è stato accolto dall’inno nazionale. In sala autorità istituzionali, civili e militari e tanti amministratori dei comuni della valle. Prima di entrare nell’auditorium, il Presidente della Repubblica è stato salutato dalla folla che si trova all’esterno dell’edificio e che ha urlato ‘presidente, presidente’.
Targhe alla memoria di personalità che si distinsero, in occasione del tragico sisma per l’aiuto prestato alle popolazioni terremotate, sono state consegnate nel corso della cerimonia. Un riconoscimento è andato alla memoria dei quattro vigili del fuoco Giuliano Carturan, Savio Semprini, Alessio Mauceri e Giovanni Nuccio morti durante le operazioni di soccorso. A consegnarla il superstite Franco Santangelo, all’epoca un bambino, estratto dalle macerie.
“Ricordiamo oggi, a mezzo secolo di distanza, il sisma che devastò la Valle del Belìce, primo terremoto devastante del dopoguerra – ha detto il Capo dello Stato -. Otto anni anni dopo avvenne quello del Friuli. Centodieci anni fa erano state colpite Reggio Calabria e Messina, con oltre 100.000 morti: la prima devastazione di queste proporzioni a ferire l’Italia unita”.
Mattarella ha ricordato le altre calamità naturali che hanno colpito il Paese. “Le caratteristiche geo-morfologiche non ci hanno risparmiato una serie di cataclismi che hanno accompagnato le vicende del nostro popolo anche in questi ultimi decenni – ha aggiunto – parlano le ferite dell’Irpinia e della Basilicata, dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo, dell’Emilia Romagna, del Lazio”.
Secondo Mattarella, i sindaci “rappresentano il riferimento primo che compongono il nostro Paese”. “Questa zona – ha aggiunto – ha sollecitato l’intero Paese, per più aspetti a rinnovarsi – ha detto il Capo dello Stato – In prima fila, allora come oggi, gli istituti dello Stato e della Regione, ma, sul terreno, soprattutto i Sindaci e le amministrazioni locali, le parrocchie, i volontari di tante realtà. Il nostro ringraziamento, rinnovato, va a quanti ebbero parte nell’opera dei soccorsi, a quanti avviarono il processo di ripresa”.
Davanti a Mattarella, il coordinatore del comitato dei sindaci, Nicola Catania, ha rivendicato la “dignità di un popolo”, la spinta decisiva alla rinascita: “Il Belice non è morto”, anzi è riuscito a “rialzarsi dopo la catastrofe” ma lo Stato deve onorare i suoi debiti, ha affermato Catania. E’ una storia di sacrifici, impegno sociale, politico e culturale, lotte di tanti anni, caparbietà imprenditoriale. “Questa terra – ha detto ancora – oggi vuole mostrarsi come un insieme di bellezze naturali, di eventi culturali di alto spessore, di beni culturali di rara bellezza, innovative reti museali, rinomati percorsi enogastronomici e di un’offerta turistica di alta qualità”.
14,00 - Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei beni culturali, ha disposto stamane di sottoporre a vincolo conservativo e di tutela il centro storico della vecchia Poggioreale, in provincia di Trapani, la «città fantasma» rimasta pressoché intatta dopo il terremoto nel Belìce del 1968.
Sgarbi, che stamattina ha partecipato a Partanna alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del terremoto nella Valle del Belìce, ha personalmente anticipato il provvedimento al Capo dello Stato poco prima del suo intervento innanzi alla platea delle autorità civili, militari e religiose.
«Poggioreale - spiega Sgarbi - è uno straordinario teatro di rovine sospeso tra dramma (il terremoto) e poesia (il fascino di una città sospesa nel tempo). E' una sorta di Pompei che porta i segni della distruzione, ma è anche un luogo della memoria che testimonia la vita, le architetture, i riti di una comunità a cavallo tra gli anni '50 e '60, non a caso scelto come set cinematografico da numerosi registi. Il vincolo di tutela è un segnale forte nell'attesa che si possano definire specifici progetti di promozione in un percorso che comprende il grande "Cretto" di Alberto Burri».
E proprio stamane l'assessore, prima di recarsi a Partanna per la visita ufficiale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dai suoi collaboratori, ha effettuato un sopralluogo su quella che viene considerata una delle più grandi opere di "land art" al mondo: «C'è molto da fare, a cominciare dalla promozione del sito, da una straordinaria manutenzione delle strade di accesso oggi in condizioni davvero pietose, da un'adeguata segnaletica per chi giunge dall'autostrada e dai servizi da garantire ai turisti. Oggi il visitatore che arriva al Cretto non trova nemmeno un cartello che descriva la genesi dell'opera. Siamo all'anno zero. Sarà una priorità del mio assessorato».
12,25 - Oggi Mattarella riconosce che il Belice è terra di turismo e di agricoltura di qualità, e sottolinea l'"aspirazione alla vita di famiglie così dolorosamente colpita". Mattarella sottolinea "l'orgoglio dei Sindaci del Belice che qualche giorno fa hanno detto: stiamo costruendo il futuro".
Ed è il messaggio con il quale finisce il suo intervento il Presidente della Repubblica, mentre il pubblico si alza in piedi. E' finita la cerimonia. Mattarella si appresta a lasciare l'auta, prima si ferma a parlare con alcuni dei protagonisti della giornata, tra cui il vescovo di Mazara del Vallo Mogavero e altre autorità.
12,20 - "A mezzo secolo di distanza si misurano ancora le difficoltà della ricostruzione" continua Mattarella. "Bisogna adoperarsi per la sopravvivenza dell'identità e della cultura". Mattarella ha ricordato le "visioni nuove" della ricostruzione, che però non coinvolsero al popolazione fino in fondo. "Accanto a villaggi fantasma si sono aggiunti luoghi nei quali non è stato sempre facile riconnettere legami che erano andati perduti".
12,15 - "Quello del Belice è stato il primo terremoto devastante del dopoguerra in Italia - ricorda Mattarella - e il mio ringraziamento, rinnovato, va a tutti coloro che contribuirono ai soccorsi e alla ripresa".
12,10 - Parla il Presidente della Repubblica Mattarella.
12,05 - E' il turno di Alessandro Preziosi. Ieri si è esibito sul palcoscenico del Teatro Comunale di Sambuca, un piccolo gioiello architettonico costruito nel 1848 e che si è miracolosamente salvato dalla furia del sisma.
L'attore, accompagnato musicista Lello Analfino, ha letto testi di Leonardo Sciascia, Danilo Dolci, Don Antonio Riboldi, Giovanni Paolo II, Ludovico Corrao e Vincenzo Consolo, ma anche l'appello di solidarietà che Ernesto Treccani, Renato Guttuso, Bruno Cagli e altri firmarono per le piagate popolazioni che da quel gelido gennaio furono costrette a vivere in tende e in container di fortuna, per molti anni.
Sul palcoscenico del teatro di Sambuca questa sera, domenica 14 gennaio, anche Enrico Lo Verso con una riduzione di "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello.
11,50 - E' il turno di Lello Analfino, il leader dei Tinturia esegue una serenata.
10,35 - Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei Beni culturali in Sicilia, ha disposto stamane di sottoporre a vincolo conservativo e di tutela il centro storico della vecchia Poggioreale, in provincia di Trapani, la città fantasma rimasta pressoché intatta dopo il terremoto nel Belìce del 1968
10,30 - Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, presente nell'auditorium 'Leggio' a Partanna per la cerimonia dell'anniversario dei 50 anni del terremoto che colpì il Belice nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968. Mattarella è stato accolto dall'inno nazionale (qui le immagini del suo arrivo). In sala autorità istituzionali, civili e militari e tanti amministratori dei comuni della valle. Prima di entrare nell'auditorium, Mattarella è stato salutato dalla folla che si trova all'esterno dell'edificio e che ha urlato 'presidente... presidente'.