"Considerato che le ultime manifestazioni di pericolosità sociale risalgono a fatti molto datati nel tempo, il valore indiziario della presunzione di attualità della pericolosità è certamente notevolmente diminuito. Va quindi verificata la presenza di altri elementi che possano supportare la valutazione ad oggi della pericolosità”.
La difesa dell'ex assessore regionale Vincenzo Lo Giudice, condannato definitivamente a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Alta mafia”, ricorre alla Corte di appello per chiedere la revoca della misura di prevenzione. I giudici del tribunale di Agrigento, rigettando la richiesta della difesa, gli avevano negato lo sconto sulla sorveglianza speciale, inflitta per cinque anni, che scadrà il prossimo 28 giugno.
Secondo il collegio di giudici della seconda sezione penale presieduta da Luisa Turco, con a latere Giuseppe Miceli e Rosanna Croce, per l’ex uomo politico canicattinese, adesso settantottenne, non era venuto meno il requisito dell’attualità della pericolosità sociale. Il difensore, l'avvocato Calogero Lo Giudice, si è ora rivolto alla Corte di appello per chiedere di rivedere il provvedimento.