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25/12/2017 06:00:00

Musumeci alla prova del bilancio della Regione. Trapani, grillini contro Santangelo

 Vigilia di Natale di lavoro per la Giunta regionale e per il presidente della Sicilia, Nello Musumeci.
Assessori e presidente si sono riuniti per fare il punto dei conti siciliani e per analizzare la relazione redatta dall'Assessore all'Economia, Gaetano Armao.
Per la stesura dell'elaborato Armao si è avvalso di una commissione di esperti che hanno lavorato a titolo gratuito.
Tantissime criticità, che equivalgono a nodi, dovrà fronteggiare il Governo Musumeci, a cominciare dai buchi di bilancio, alla mancata quantificazione del patrimonio regionale immobiliare.
Non si conoscono bene i rapporti con i creditori, e poi c'è la mancata ratifica di un accordo tra Regione e Stato sulla riscossione del bollo che equivarrebbe a 200 milioni di euro di entrate in meno. A tutto questo si aggiungano i buchi creati dalle partecipate ancora attive.
Il problema più grande, però, è quello dell'esercizio provvisorio, bisogna approvarlo e farlo in fretta, il primo gennaio è alle porte, se non dovesse essere approvato la Regione si troverebbe bloccata nelle spese.
E' possibile dunque che si proceda con una proroga fino al 31 marzo, nel frattempo si guarderà bene dentro i conti della Sicilia.
Tutto questo comporterà intanto un blocco nelle assunzioni.
L'approvazione dell'esercizio provvisorio, entro fine anno, permetterà di spendere dal primo gennaio un dodicesimo al mese del vecchio bilancio.

Ma le Commissioni non si sono ancora insediate e solamente a partire dal 28 dicembre qualcosa inizierà a muoversi. La Commissione più ambita è quella del Bilancio, che Diventerà Bellissima spera di portare a casa consegnando la presidenza a Giusy Savarino.
Composto il consiglio di presidenza si è potuto decidere di andare in deroga per la formazione dei gruppi parlamentari. La questione era stata posta dai due deputati di Sicilia Futura, Nicola D'Agostino e Edy Tamajio.
I deputati sarebbero stati costretti a confluire nel gruppo misto in assenza di deroga, una volta approvata il partito di Totò Cardinale ha il suo gruppo all'ARS.

Sulla polemica, senza avere diretta conoscenza dei fatti ma cavalcando l'onda della demagogia, della mancata riduzione degli stipendi d'oro all'ARS, interviene direttamente l'ufficio di presidenza spiegando, nel merito, la questione:

“Sul taglio degli stipendi dei burocrati dell’Assemblea regionale siciliana, in questi giorni, si è creato un vero e proprio vespaio di polemiche. Inutili, più che pretestuose. Infatti, l’adozione del tetto massimo di 240 mila euro lordi per gli alti dirigenti dell’Ars, per la durata di tre anni, altro non è che l’adeguamento ad una analoga delibera adottata dal Senato della Repubblica, da sempre riferimento normativo del Parlamento siciliano...Anche la Camera, tre anni fa, adottò una delibera uguale a quella del Senato per tagliare gli stipendi della burocrazia di Montecitorio... Una riduzione dello stipendio che, secondo la Corte costituzionale, avrebbe dovuto intendersi come un contributo di solidarietà. Cioè, la riduzione dei tetti stipendiali non avrebbe potuto avere effetto a tempo indeterminato, ma solo per tre anni. Che scadranno il prossimo 31 dicembre. Quindi, non solo la burocrazia dell’Ars, ma anche quelle della Camera e del Senato, con l’inizio del nuovo anno ritorneranno ad avere i vecchi stipendi...Né il presidente del Senato, Piero Grasso, né la presidente della Camera, Laura Boldrini, hanno riunito i rispettivi Uffici di Presidenza per procrastinare il taglio degli stipendi della burocrazia parlamentare. Se a Palazzo Madama dovessero decidere per la prosecuzione del taglio, l’Ars non avrebbe alcuna remora ad adeguarsi. Sarebbe stato facile documentarsi. Invece, sono nate polemiche che hanno certamente disorientato l’opinione pubblica”.

Malcontenti si registrano, dopo le elezioni, sul territorio di Trapani e ricadono sul senatore grillino, Maurizio Santangelo.
I meetup della provincia parlano del portavoce Santangelo e del suo modo di gestire il movimento in maniera monocratica. Gli attivisti non escludono di redigere e presentare un documento di sfiducia. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso una riunione ad Alcamo dove, tra le varie tematiche, si sarebbe dovuto parlare anche dello stato di salute dei meetup di tutta la provincia, ma il punto non è stato nemmeno sfiorato, pur essendo all'ordine del giorno.
Lamentele forti arrivano dalla prima dei non eletti alle regionali del 5 novembre, Flavia Fodale. Per la candidata ericina sulla sua persona ci sono stati atti di ostracisimo.
Tempi duri per il movimento grillino che sarà chiamato a breve ad altre sfide elettorali, dalle nazionali alle amministrative di Trapani.

Passaggio siciliano positivo, invece, per Matteo Salvini che ha visto crescere gli attivisti del suo partito. Sull'Isola si avvale della stretta collaborazione dell'onorevole Alessandro Pagano, il quale ha riunito a Marsala una ventina di persone provenienti da diverse aree politiche, un rappresentante per ogni comune della provincia di Trapani. A Pagano è stato chiesto di ricoprire l'incarico di commissario straordinario della provincia di Trapani:

“Mi hanno detto di essere stanchi e delusi dal lavoro pressochè fallimentare svolto da Felice D'Angelo che si è disinteressato completamente alle politiche del territorio e ho capito che davvero serve il mio contributo per dare lustro e visibilità ad un territorio quasi abbandonato. Prenderò io in mano le redini del partito "Noi con Salvini" che ha cambiato logo in vista delle elezioni nazionali e che sancisce quindi il definitivo smarcamento dal nordismo in cui l'avevano relegato i suoi padri fondatori per trasformarlo quindi, e il processo è già in atto, in un partito nazionale capace di accogliere e risolvere le esigenze di un territorio ma soprattutto di ascoltare i bisogni dei cittadini comuni che spesso si sentono sudditi rispetto alla politica calata dall'alto, come si suol dire”.



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