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21/12/2017 06:00:00

La vendemmia e la crisi del comparto vitivinicolo locale. I dati dell'Unione Italiana Vini

Quello appena trascorso non è stato un anno semplice per il comparto vitivinicolo. A livello locale la situazione di crisi dei produttori è stata denunciata ancora una volta dalla Cia di Petrosino che con una nota lancia l’allarme per lo stato di grave crisi in cui versa il settore in provincia.

Il responsabile locale della Cia Enzo Maggio sottolinea come gli anticipi per la vendemmia 2017 siano legati ai prestiti che le banche concedono alle cantine, e se questi prestiti per un motivo o per un altro non arrivano, chi rimane esasperato è il produttore che non può cominciare le operazioni colturali per mancanza di fondi, oltre ad avere i problemi economici per mantenere la propria famiglia. Secondo Maggio questo sistema va rivisto dal nuovo governo regionale al fine di tutelare l’agricoltore, cui spetta la stessa opportunità e le stesse garanzie che hanno i dipendenti delle cantine.

Maggio denuncia come in provincia ci siano più dirigenti che operatori agricoli e chiede che il Governo regionale metta nella sua agenda politica quelle che sono le priorità del comparto che rimane il settore trainante dell’economia locale. Maggio si augura che il neo assessore regionale all’agricoltura venga a visitare il nostro territorio, così da poter percepire personalmente i problemi degli agricoltori.

Sono tante le aziende che hanno chiuso l’attività. La crisi del settore vitivinicolo, infatti, si riflette negativamente anche su tanti altri settori, dal commercio all’edilizia – afferma Maggio -. A conferma della grave situazione che vivono i viticoltori ci sono le proteste dei circa 1700 soci della Cantina Europa che hanno ricevuto solo il 50% dell’anticipo, anche se in questi giorni dovrebbero ricevere il resto che rimane molto poco rispetto a quanto ammassato, al lavoro e ai sacrifici di un anno.

Unione Italiana Vini - A Livello nazionale si è registrata una battuta d’arresto nella leadership dell’export negli Stati Uniti. A fare il bilancio ci ha pensato Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, intervenuto all’ultimo Consiglio Nazionale Uiv per il 2017, che si è tenuto a Roma.

Tra i temi affrontati: il sistema autorizzativo, con la presentazione dell’elenco delle proposte promosse da Uiv indirizzate a Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e la chiusura dell’accordo di libero scambio tra Unione europea e Giappone, Paese strategico per il vino italiano, attualmente troppo gravato da dazi e difficoltà di penetrazione.

"Abbiamo lavorato duramente per valorizzare le attività di tutti gli imprenditori vitivinicoli italiani che continuano a macinare record, soprattutto in termini di qualità. Sul fronte dell’export, purtroppo, siamo troppo rallentati da un sistema burocratico e amministrativo che ci fa perdere in competitività. La vitalità imprenditoriale e l’eccellenza delle nostre produzioni, di cui siamo orgogliosi, necessitano del supporto delle Istituzioni in una logica di sinergia, per dare impulso ad un nuovo modo di fare business, radicato fortemente sul territorio ma proiettato nel mondo grazie anche a strategie di sistema studiate ad hoc”.

“Il sistema autorizzativo è un tema centrale per Uiv, visto che la competitività del vino italiano è dovuta anche a una ragionata strategia di gestione del potenziale viticolo e alle scelte intraprese in tale materia a livello europeo, nazionale e territoriale – continua Abbona - Abbiamo più volte evidenziato che l’attuale quadro normativo UE presenta numerose criticità, dovute in particolare alla rigidità nell’assegnazione del potenziale, nonché al meccanismo di salvaguardia. Le limitazioni agli impianti stabilite dal sistema autorizzativo non consentono l’aumento delle dimensioni aziendali e, dunque, limitano lo sviluppo delle imprese rispetto ai competitor internazionali. Basti pensare che la superficie vitata media di un’azienda vitivinicola californiana è di 36 ettari, di una sudafricana 30 ettari, di un’australiana 30, di una cilena 13,5, a fronte di 1,8 di una italiana. In particolare, la mancanza di flessibilità del sistema rende impossibile un adattamento dinamico al mercato. In tal senso, auspichiamo i già sollecitati correttivi al sistema delle autorizzazioni, nell’ambito della riforma della Pac post-2020”.

Altro tema caldo trattato durante questo Consiglio Nazionale è stato la chiusura dell'accordo di libero scambio commerciale tra l'Unione europea e il Giappone, appena annunciato dal commissario dell'Unione europea Cecilia Malmström, che offrirà un prezioso accesso preferenziale ai vini dell'Unione europea, smantellerà le barriere tecniche che attualmente ostacolano il commercio del vino e riconoscerà il sistema dell'Unione europea di indicazioni geografiche (IG).

“Ringraziamo la Commissione europea, che ha negoziato l’accordo, e le istituzioni nazionali con le quali UIV ha collaborato lungo tutta la durata dei dialoghi, per questo importantissimo risultato – conclude il presidente Abbona - Il Giappone rappresenta un mercato strategico per il nostro vino, il primo nel contenente asiatico. L’export nei primi 9 mesi 2017 è cresciuto dell’7,8% in volume e del 7,4% in valore. Con questo accordo, la cui chiusura ci era stata anticipata dalle Istituzioni Europee in occasione della nostra missione a Bruxelles del 22 Novembre, abbiamo vinto una grande battaglia per il settore vinicolo europeo. Chiediamo che venga ratificato in tempi brevi al fine di permettere al nostro comparto di rafforzare la propria competitività in Giappone, messa in discussione da altri Paesi, Cile in primis, che hanno stipulato accordi preferenziali diversi anni prima dell’UE e che, grazie a questi accordi, hanno aumentato le loro quote export in maniera significativa, a danno soprattutto dell’Italia”.