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20/12/2017 04:05:00

Le salme di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena sono tornate e il pollaio strepita

di Leonardo Agate - La Storia domina le pagine dei giornali, dei telefonini e gli schermi della televisione. Essendo state trasportate in Italia le salme di Vittorio Emanuele III e di Elena di Savoia, gli antifascisti in servizio permanente e occasionale e la comunità ufficiale ebrea si sono incavolati, come di offesa alla memoria. In questi frangenti, Berlusconi se ne è uscito con una della sue esilaranti batture: Mussolini non è stato un vero dittatore. Tra rabbie, lazzi e frizzi, la memoria storica va a farsi benedire. Il cortile italiano strepita più di una immenso pollaio.

Quale sarebbe l’offesa grave alla memoria nazionale nel fatto che due salme reali rientrino nel loro Paese? Gli antifascisti ricordano che il Re si fece complice del Duce e promulgò le leggi razziali, poi non impedì l’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, infine scappò a Brindisi nell’imminenza della presa di Roma da parte degli alleati. Dimenticano, gli antifascisti, che i singoli episodi storici devono essere inquadrati nell’insieme dei fatti che li produssero, e incolpare una o due persone di tutto il male che avvenne, è un’operazione assolutoria per tutto il resto degli italiani che, in modi diversi, permise quelle malefatte. Durante il ventennio fascista gli iscritti al Partito Nazionale Fascista erano milioni, per fede e per convenienza. Quando fu chiesto, nel 1931, ai docenti universitari di giurare fedeltà al Re e al Regime Fascista, solo una ventina su oltre 1.200 si rifiutarono di giurare.

Prima dell’entrata in guerra nella Seconda Guerra Mondiale, la maggioranza degli italiani era fascista, convintamente o per convenienza. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, se si voleva trovare in giro ancora un fascista, bisognava cercarlo con il lumicino. Una intera popolazione di fascisti divenne in poco tempo antifascista. Non basta, però, buttare via una tessera e un distintivo per riacquistare la verginità politica. Se bastasse far restare in terra straniera due salme italiane per smacchiare la Storia, si potrebbe fare. Invece, anche riportando al Pantheon le due salme ora sistemate nel Santuario di Vicoforte, resterebbe da riesaminare il periodo incriminato del regno di Vittorio Emanuele III.

Durante questa Repubblica, non sono state più approvate leggi antirazziali, né dichiarate nuove guerre. Ma fu merito degli antifascisti e dei repubblicani, o non piuttosto del nuovo corso della Storia, che investì di nuova linfa il vecchio continente? Nemmeno in Germania, dopo la sconfitta, furono approvate nuove norme antisemite, e la nuova Germania non ha più dichiarato guerre. Eppure non conobbe come noi la guerra civile.

Proprio perché la Storia, per decenni ostaggio dei vincitori, non è stata ancora esentata da lacune e strumentalizzazioni, i piccoli uomini soffiano ancora sulla brace spenta della guerra civile che sconvolse la patria dalla fine del Fascismo e del Regno all’avvento della Repubblica. Due povere salme che tornano alla loro terra di origine costituiscono un motivo per accreditare agli antifascisti il monopolio della ricostruzione storica, ad uso di parte.