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19/12/2017 06:00:00

Selinunte, il porto degli sprechi e la “nuova” politica

 I pescatori di Selinunte si lamentano per il porticciolo impraticabile. Ci sarebbero una cinquantina di imbarcazioni bloccate, impossibilitate ad uscire per svolgere le attività di pesca.

Purtroppo non hanno mai avuto la possibilità di fare la voce grossa. Una carente rappresentanza di categoria e poca unione al loro interno, da anni hanno prodotto un’interlocuzione sui generis con le istituzioni, dove le possibilità di soluzione sono sempre state percepite esclusivamente in termini di “interessamento” politico.

I tavoli di dialogo con la categoria sono stati frequentemente caratterizzati con la classica delegazione di 5/10 pescatori, alla mercé della dialettica di sindaci e assessori, in un continuo vortice di promesse (e di consenso elettorale) diventato ormai la “normalità”.

 

L’ennesimo tentativo sta nell’incontro con Tony Scilla, ex consigliere regionale mazarese che non è riuscito ad essere eletto all’Ars nel novembre scorso, ma ha preso i suoi voti anche a Castelvetrano (e a Marinella di Selinunte).

Scilla è diventato quindi l’uomo giusto, con le conoscenza giuste. E se al commissario straordinario del comune di Castelvetrano non rimane che inviare una nota alla Regione Siciliana,  Scilla fa incontrare i pescatori con l’amico di partito Edy Bandiera di Forza Italia che, da neo assessore regionale all’agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea, visiona le immagini e i video della situazione critica in cui versa il porticciolo e promette (così riferiscono gli stessi pescatori) un intervento tampone “per consentire la navigazione in entrata e in uscita e l’ancoraggio nelle banchine”.

 

Ma è da più di dieci anni che a Selinunte si alternano bonifiche da “somma urgenza”, progetti più o meno faraonici del nuovo porto ed interventi strutturali inconcludenti.

Qualche esempio? Le bonifiche da 107 mila euro nel 2012,  da 148 mila euro nel 2010 e da 80 mila euro nel 2009.

E poi ci sono i tentati rimedi “definitivi”. Come un varco nel molo di ponente, per fare uscire le alghe che entrano dall’imbocco principale. Costo? 86 mila euro. E siccome da quel buco non è mai uscita nemmeno un’alga, ma è entrata la sabbia,  si è pensato ad una saracinesca da alzare o abbassare secondo le correnti. Costo? 30 mila euro. Una saracinesca  “sbagliata”, perché non si abbassava fino in fondo e si fermava a pelo d’acqua. Per correre ai ripari il Comune è costretto ad ulteriori spese per posizionare delle rocce davanti al varco, in modo da tapparlo. Anche se sabbia e alghe sono passate lo stesso, attraverso le intercapedini tra le pietre, saturando una buona fetta di porto. Ed allora, meglio “riparare” la paratia: 12 mila euro per smontarla, revisionarla, trattarla con una vernice speciale anticorrosiva e rimontarla. Operazione a cui (leggendo le carte) avrebbero partecipato un operaio comune, uno qualificato ed uno specializzato, con un autocarro, un escavatore ed una gru. Il tutto senza basarsi sul progetto originario, che nel frattempo era sparito dagli archivi dell’ufficio tecnico.

Certo, un porto abusivo (come aveva ammesso, prima del 2012, l’allora sindaco Pompeo) difficile da far funzionare. Però una gru per la movimentazione delle barche ce l’aveva. Ed era lì dal 2007. Costata quasi 100 mila euro e mai utilizzata perché troppo bassa. Anche quella è stata riparata, con un intervento di 5250 euro nel 2010, prima di essere dismessa definitivamente nel 2013.

Oggi, ci troviamo con più di 500 mila euro di soldi pubblici spesi dal 2007 ad oggi, con le stesse identiche (e legittime) lamentele dei pescatori.

Nessuno, dalla politica ai comitati e alle associazioni, ha mai pensato di denunciare questo spreco alle autorità competenti. Ma d’altra parte, i sindaci dicono che si sono fidati degli uffici tecnici. E gli uffici tecnici hanno agito per tentativi ed errori.

Soprattutto errori.

Ma grazie a Scilla e all’assessore regionale Bandiera, le speranze si riaccendono. E chissà, magari il nuovo porto verrà promesso da Berlusconi in persona.

Egidio Morici

 



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