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05/12/2017 06:00:00

A Marsala "Rompiamo il Silenzio", per sensibilizzare e dire no alla violenza sulle donne

Si è conclusa sabato 2 dicembre la mostra fotografica "Rompiamo il silenzio" dedicata alla giornata mondiale contro la violenza sulla donna. Un percorso iniziato tre anni fa dall'amministrazione Di Girolamo sotto l'assessorato alle Pari Opportunità di Annamaria Angileri. 

Una sensibilità mostrata per il tema che non si è esaurita il 2 dicembre ma che vedrà la realizzazione di altri eventi nel corso del 2018, perchè di violenza non si parli solo nelle giornate canoniche.

E' difficile poter parlare di un tema così forte, le forme di violenza sono tante e il femminicidio è l'apice di una piramide alla cui base ci sono troppe forme di una violenza sottovalutata e sottaciuta, difficile da riconoscere.
La manifestazione di sabato ha visto una sinergia importante tra mondo scolastico, delle istituzioni, della comunicazione e degli addetti ai lavori. Parole messe in circolo che sono state dirette ai ragazzi che è difficile, spesso, raggiungere per mancanza di strumenti adeguati alla comunicazione con questa fascia generazionale.

Parlare ai giovani non è semplice, veicolare un messaggio, catturarlo portandoselo a casa era una delle mission. Ottanta le foto esposte al Convento del Carmine, provenienti dal mondo scolastico e dalle associazioni oltre che da privati cittadini. Dei fermo immagine che non cristallizzano nulla ma che raccontano un momento di vita, un flusso che ha generato armonia. Ragazzi coraggiosi che hanno deciso di donare se stessi anche con letture di poesie, con canti. Di violenza si è parlato senza contrapporre i sessismi tra uomo e donna, senza necessariamente ricercare nell'uomo l'orco cattivo ma nel rispetto che si dovrebbe riconoscere in quanto persone.

Il rispetto delle diversità che non sia da ostacolo ma da crescita, da opportunità di guardare, senza aggredire, ciò che di differente c'è.
L'amore non uccide, non è un luogo comune. Si uccide in vari modi. Si uccide negando il confronto, il dialogo, imponendo un pensiero, indicando una sola strada come migliore delle altre, imponendo un abbigliamento, vietando la palestra, la pizza con le amiche, il viaggio di istruzione... qualunque forma di libertà e di azione svincolata dagli stereotipi arcaici.

E' violenza ogni forma di negazione di un naturale e civile contraddittorio, quando si dice: “è così, punto”. Ecco, quel punto non fatevolo dire mai, mettetelo voi prima che arrivi qualcos'altro a ricordarvi che è troppo tardi. Perchè quando viene meno una qualsiasi forma di rispetto si è innanzi ad una forma di imposizione e prevaricazione.

Non sono solamente gli accadimenti più gravi, efferati, a dirci che siamo in una situazione di emergenza ma è la quotidianità dei gesti che ce lo indica, quelli a cui sbadatamente non facciamo più caso. Distrattamente lasciamo che qualcosa muoia, un dialogo, uno sguardo, un'emozione, un sentimento, una libera azione, un pensiero vibrante... lasciamo che qualcuno lo uccida sotto forma di una non meno grave violenza, quella più subdola che scava interiormente.

Ha presenziato all'evento Maria Andaloro, ideatrice di “posto occupato”. Un posto a teatro, sul bus, su un treno, ora anche sullo Stretto di Messina per tutte quelle donne morte in mare, un posto che sia lì perchè quelle donne non vengano dimenticate. Si impari a fare squadra, a lasciare i pregiudizi sociali, a comprendere che il giudizio è un'altra forma di volenza fatto da una donna ad un'altra donna, martoriata e sofferente. C'è bisogno di ascolto, c'è bisogno di prevenzione, di protezione, di formazione e di forza.