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23/11/2017 11:13:00

Sicilia, indagati per riciclaggio il neodeputato Luigi Genovese e il padre

 16,00 - Il nuovo parlamento siciliano, uscito dalle elezioni del 5 novembre, non si è ancora insediato ma sei deputati sono già nell'occhio del ciclone delle vicende giudiziarie, anche se non tutti sono formalmente indagati. L'ultimo a entrare nella lista degli inquisiti per riciclaggio è Luigi Genovese, figlio di Francantonio, altro recordman delle preferenze, che alla verde età di 21 anni ha ottenuto nella lista di Forza Italia nel collegio di Messina quasi 18 mila voti. Genovese è anche il più giovane dei 70 deputati eletti. Il padre Francantonio, cui ora la Guardia di finanza ha sequestrato un ingente patrimonio, aveva lasciato il Pd che aveva votato alla Camera per il suo arresto e aveva aderito a Forza Italia. Era coinvolto in un'inchiesta sui corsi d'oro della formazione siciliana e per questo è stato condannato in primo grado a 11 anni di reclusione.
 

Sempre a Messina la Procura indaga, per evasione fiscale, su Cateno De Luca dell'Udc finito agli arresti domiciliari. Una volta scarcerato e assolto per altre vicende giudiziarie, De Luca ha pesantemente attaccato la magistratura. Un altro neo eletto all'Assemblea regionale con 6.554 preferenze, Riccardo Savona di Forza Italia, è indagato con la moglie per truffa e appropriazione indebita nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza operazioni di compravendite immobiliari fittizie.

Di compravendita di voti (25 euro l'uno) è accusato invece Edy Tamajo che alle regionali è risultato il più votato a Palermo nella lista di Sicilia futura, una formazione che fa capo all'ex ministro Salvatore Cardinale e che ha sostenuto il candidato presidente del centrosinistra Fabrizio Micari. Il voto di scambio fa capolino in un'altra inchiesta della Procura di Catania sul caso di Antonio Castro (Forza Italia): in un servizio delle Iene una donna ha raccontato di avere ricevuto in campagna elettorale una promessa di 50 euro in cambio del voto per Castro, il quale ha replicato tramite i suoi legali di essere vittima di un'informazione «aggressiva e scandalistica».

A Catania un altro «mister preferenze», Luca Sammartino, eletto con oltre 30 mila voti nella lista del Pd, ha annunciato querele per un video diffuso dal M5s. Viene ipotizzato che un'anziana donna interdetta, ricoverata in una casa di cura, sia stata indotta a votare per Sammartino. Su questa vicenda la Procura ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti dopo la denuncia presentata dal figlio della donna.

10,00 - Avanti il prossimo. C'è un altro indagato all'Ars, e questa volta il nome è grosso: Luigi Genovese, il ragazzino fatto eleggere dal padre a Messina. Padre e figlio hanno subito un sequestro di beni record: 100 milioni di euro. Il giovane Luigi è indagato per riciclaggio. 

Il 21enne Luigi Genovese, recordman di preferenze nelle ultime regionali siciliane, è indagato per riciclaggio di denaro assieme al padre, il deputato Francantonio Genovese. Si tratta del quarto neodeputato dell'Ars (il Parlamento regionale siciliano, ndr) a finire inquisito. La guardia di finanza ha sequestrato società di capitali, conti correnti, beni e azioni riconducibili alla famiglia Genovese per un ammontare di oltre 100 milioni di euro.

Luigi Genovese secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo determinante nelle operazioni societarie fatte dal padre Francantonio.

Il sequestro preventivo più importante mai effettuato dalla Procura di Messina - Si tratta del sequestro preventivo più grosso mai effettuato dalla Procura di Messina. Il decreto è stato notificato a Genovese e ai suoi familiari e accompagnato da un'informazione di garanzia per i reati di riciclaggio e sottrazione indebita.

Oltre ai soldi presenti sul conto di una società panamense, aperto in una banca di Montecarlo, e i conti correnti di Unicredit e di una banca messinese, sono stati sequestrati una villa, appartamenti a Roma e Taormina e quote di due società, la L&A e la Gepa, trasferite da Francantonio Genovese al figlio.

Le operazioni finanziarie dei Genovese - Gli indagati, anche avvalendosi di alcune società a loro riconducibili, hanno realizzato operazioni immobiliari per trasferire ad altri beni immobili e disponibilità finanziarie in loro possesso per eludere il possibile sequestro dei 16 milioni provenienti dal riciclaggio e per sottrarsi al pagamento delle imposte e delle sanzioni amministrative che ammontavano a circa 25 milioni di euro.

Secondo gli inquirenti, il 21enne avrebbe avuto un ruolo determinante nelle operazioni societarie fatte dal padre Francantonio, pure lui indagato, per riciclare, complessivamente, circa 30 milioni di euro.

Il giovane Luigi - scrivono i giudici del Tribunale di Messina - "è il prestanome e beneficiario dell'operazione" compiuta dal padre "per sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto" nonché "di interessi e sanzioni amministrative comminate dalla Commissione Tributaria" per un ammontare complessivo di oltre sedici milioni di euro.