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22/11/2017 04:13:00

Dalla Seconda Repubblica alla Prima

 di Leonardo Agate  - Finalmente buone notizie. Gli appelli del Pd di Matteo Renzi, tramite Fassino e Pisapia, a Mpd (Movimento democratico e progressista) ed a Si (Sinistra italiana) sono stati accolti con freddezza, anzi con chiusura dai destinatari. Il coordinatore dei Democratici e progressisti, Speranza, punta a un nuovo soggetto politico. Il segretario di Sinistra italiana, Fratoianni, ha dichiarato che lavora a “una prospettiva incompatibile con questo Pd". Nell’area renziana, sempre più limitata, il ministro della Giustizia, Orlando, mette in discussione la candidatura di Renzi a futuro capo del governo, ammesso che i risultati elettorali del prossimo marzo, diano a un esponente del Pd la possibilità di avere dal presidente della Repubblica l’incarico di formare il governo. Ha detto Orlando: "Renzi candidato premier? Non è automatico".

Senza la ricucitura con i gruppi che si sono allontanati dal Pd, formando nuove formazioni politiche, difficilmente il partito di Renzi eviterà un nuovo disastro elettorale simile a quello recentemente incassato in Sicilia.

Poiché gli intrighi di Palazzo sono in continua evoluzione, occorre aspettare il 3 dicembre per sapere se davvero non ci sarà la nuova alleanza tra il vecchio partito della sinistra e i nuovi sorti nell’ultimo anno di sconfitte. Per quella data è prevista un’assemblea delle nuove sinistre, e si deciderà definitivamente il quadro delle alleanze della prossima campagna elettorale. Se le cose dovessero rimanere come stanno, puntualizzate da Speranza e Fratoianni, il conto dei futuri eletti al Parlamento, fatto dagli analisti, è il seguente: il Pd perderebbe una trentina di collegi, che andrebbero in gran parte al centro – destra, e in minor misura ai partiti della sinistra collocata altrove. Qualche collegio andrebbe pure a beneficio del M5S, ma non basterebbe a dare al movimento quella maggioranza assoluta né nell’una né nell’altra Camera.
Avremmo quindi una futura maggioranza relativa di centro – destra, che per poter governare avrebbe bisogno di allearsi successivamente con altri partiti. L’abbraccio tra i resti del Pd e il centro – destra potrebbe verificarsi, secondo le previsioni ironiche dei vignettisti, con Berlusconi e Renzi nel letto matrimoniale, e con i discoli figli della loro tardiva unione nelle stanze dei bambini. Un simile Governo sarebbe soggetto di instabilità, data la difficoltà di conciliare le aspettative dei centristi con quelli dei sinistrorsi, il nazionalismo di FdI con il separatismo della Lega. Si tornerebbe a un falso centrismo, di democristiana memoria, e alla politica delle convergenze parallele morotee. Scomparsa l’illusione dei governi maggioritari, che caratterizzarono il presunto passaggio alla Seconda Repubblica, ci si renderebbe conto di tornare alla Prima Repubblica Ma non sarebbe un male assoluto, e forse nemmeno un male. Visti i risultati di circa venticinque anni di presunta Seconda Repubblica, si potrebbe ricostruire di nuovo sulle macerie.