Livio Marrocco di “Diventerà Bellissima”, ex deputato regionale e sostenitore del neo eletto presidente della Regione Nello Musumeci. Complimenti per la vittoria.
I complimenti vanno a tutto il progetto, costruito in maniere credibile. La gente ha riconosciuto tra le tante offerte quella che dava maggiori speranze di riuscita e il risultato è stato ottimo. Al di là della elezione del presidente che era il primo grande obiettivo, ci sono dei risultati che fanno ben sperare.
Questa estate il clima non era dei migliori dal punto di vista politico. Lo spirito era barricadero e avete mantenuto questa linea dura che ha portato alla vittoria.
Noi abbiamo cominciato questo percorso quando nessuno ci credeva, era la fine del 2014, quando ci siamo trovati in pochi attorno ad un tavolo con Nello Musumeci che allora non era così tanto convinto. Quando abbiamo iniziato e compreso che sul territorio c’era voglia di costruire qualcosa, nacque così l’idea di “Diventerà Bellissima”, ma ancora si pensava ad una rottura e ad un centrodestra diviso.
Cosa ha prevalso alla fine, la voglia di puntare su una persona forte?
Secondo me il buon senso e una serie di idee su un centrodestra che poteva essere vincente, e la consapevolezza che i dati davano Musumeci travolgente e soprattutto la prospettiva delle elezioni politiche che ha inciso notevolmente. Si sente che c’è un clima completamente diverso. Sono stato a Roma e si ragiona con uno spirito diverso.
Marrocco, voi siete quelli della destra dura e pura, dell’impegno antimafia e spesso ne avete pagato il prezzo. Ora succede che il candidato è vostro, l’idea è stata vostra, ma sono in tanti a raccogliere quei frutti. Avete paura che quello che voi avete fatto diventi bottino di altri?
No, questo non mi preoccupa perché a garanzia di tutti c'è Nello Musumeci. In una logica di coalizione devi condividere con gli altri alleati il lato positivo della vittoria. Ora si deve governare. Gli impegni del presidente sono tanti e complicati. Oggi inizia il lavoro duro ad iniziare dalle scelte di governo e di giunta.
Marrocco, lei chiama Musumeci Nello, ma Guaiana farà l’assessore e lei no. Lei ci crede che Guaiana farà davvero l’assessore?
Dico che è complicato, mi limito a dire questo, perché conosco il presidente. E’ uno che decide in maniera autonoma. Guarderà per la scelta a tanti fattori.
E se Musumeci la chiama per un consiglio lei cosa direbbe di Guaiana?
Dico che è stato un bravo consigliere comunale. Fare l’assessore in Sicilia è però come fare il ministro. Per i problemi che ci sono bisogna volare alto.
Turano agli Enti locali volerebbe alto, no? Forse è quello tra tutti quanti che ha vinto davvero. Ha fatto la lista, si è preso il listino.
Turano ha una grandissima esperienza. E’ stato molto bravo a capire che il vento cambiava quando appoggiava Crocetta. Ha portato il risultato a casa.
Dando un po’ di pagelle, Tranchida secondo lei ha vinto?
In termini di consenso sì assolutamente.
E D’Alì’ ha vinto o ha perso queste elezioni? Se l’obiettivo era quello di non far vincere Lo Sciuto ha vinto.
Se l’obiettivo era quello ha vinto ma non so se era questo.
Livio Marrocco, la destra a Trapani, oltre al vostro gruppo di "Diventerà Bellissima", quella extra Marrocco, è affidabile dal punto di vista politico?
Entriamo in argomento complicatissimo. Il tema è, oggi l’affidabilità esiste più in politica. Venendo meno i contenitori ideali e ideologici che in qualche modo davano delle regole di carattere etico, parlare di affidabilità in politica è davvero complicato e forse per questo mi sento un pesce fuor d’acqua.
Marrocco, Salone ha vinto o perso le elezioni?
Non mi sembra che abbia fatto un risultato migliore rispetto a cinque anni fa. Un migliaio di voti in più non penso sia un grande risultato.
Ma Salone può dire, perché Marrocco non si è candidato lui?
Non mi sono candidato perché, come tutti sanno, sono ancora sotto processo per 3500 euro relative alle famose "indagini pazze", io le chiamo così. E siccome io tengo all’etica e al mio onore ho deciso di non candidarmi.
Ha fatto bene, perché sarebbe finito nelle liste degli incandidabili. Avrebbe passato un mese a difendersi.
Ho deciso molto prima di non candidarmi.
Questa deriva come si ferma. Perché su tutti i candidati si potrebbero trovare motivi di impresentabilità.
Secondo me tutto ha una ragione d’essere. Oggi i partiti non esistono più. Non hanno più il grande ruolo di fare la selezione della classe dirigente. Noi lo abbiamo fatto.
Marrocco, a giugno si vota a Trapani. Salone ha detto di voler scrivere a Musumeci per dire di revocare l’incarico a Messineo che non vuole aderire al co-marketing per l’aeroporto di Birgi. Lei cosa ne pensa?
Io non la penso così. Non possiamo nasconderci che questo contratto di co-marketing è stato scritto con i piedi. Il fatto è che la politica ha il coraggio di andare alcune volte oltre e di prendersi delle responsabilità, ma Messineo non è un politico, è un commissario che applica la legge. Che cosa dà in cambio quel contratto, nulla. Io non me la sento di prendermela con Messineo, piuttosto me la prenderei con chi ha scritto quel contratto. Seconda cosa, piuttosto che fare manifestazioni, io cercherei di invitare i privati a ritagliarsi un loro ruolo, così come avviene in tutte le altre parti dove si fa turismo serio. Oggi i privati raccolgono e mettono da parte i soldi della tassa di soggiorno che poi danno al Comune, invece di darla al Comune perché non fare un consorzio. Raccogliete la tassa come fanno in Trentino. I consorzi di privati in Trentino, ad esempio, non si limitano alla sola gestione del marketing territoriale, ma controllano tutta la filiera del turismo. Perché non fare qui lo stesso e andare loro a trattare con Ryanair. Il pubblico non ha più le risorse di un tempo.
Marrocco, si candida a sindaco? Farete una lista?
No, io non mi candido a sindaco. Mi sono ritagliato un ruolo dietro le quinte a cui non ero abituato, ma è chiaro che ho un po’ di esperienza e la voglio mettere a disposizione, cercando di fare la mia parte. Faremo una lista ma la cosa importante sarà trovare una persona all’altezza.
Ha in mente dei nomi?
Le persone ci sono, la classe dirigente c’è ma è spaventata dal mondo politico. Oggi un professionista o qualcuno che può ambire ad un ruolo amministrativo dice chi me lo fa fare, perché significa mettere da parte il proprio lavoro. E’ possibile che solo alcune categorie di persone, come gli impiegati pubblici, possono fare politica nel nostro Paese, ci siamo ridotti a questo oggi, e secondo me è un male perché abbiamo necessità delle persone migliori per governare il territorio.
Ha una road map da qui alle elezioni amministrative che saranno a giugno?
Sicuramente c’è il passaggio fondamentale delle politiche.
Alle nazionali dovete capire allora con quali liste presentarvi.
Io penso che per quanto riguarda "Diventerà Bellissima" i rapporti migliori sono con la Lega e Fratelli D’Italia, noi tra l’altro abbiamo contribuito a fare le loro liste in Sicilia, abbiamo inserito nostri candidati nelle loro liste. L’altro dato che esce fuori dalle regionali è che la comunità vasta di destra in Sicilia sfiora l’11%. Se consideriamo il dato elettorale di “Diventerà Bellissima” e delle liste “Noi con Salvini” e “Fratelli d’Italia” c’è una comunità ideale di destra, che esiste e ha una percentuale a doppia cifra e su quello bisogna investire e lavorare.