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03/11/2017 10:03:00

Le presunte molestie nel campo dello spettacolo

di Leonardo Agate - Non c’è giorno che non porti la sua pena ai divi e ai personaggi dello spettacolo.

Di solito, superficialmente pensiamo che il mondo dello spettacolo sia tutto rose e fiori, e ogni tanto leggiamo di mamme che invogliano le figliolette a partecipare alle gare per essere ingaggiate dalle televisioni negli spettacoli di danza, canto o recitazione per i giovanissimi, con la speranza che, crescendo le ragazzine, possano avere la loro parte di successo.

Quello che vediamo in tv e leggiamo nei giornali da alcune settimane fa meditare, invece, sul fatto che quel mondo di stelle e lustrini è una via che può condurre all’inferno.

La nuova serie, incentrata su spettacolo e sesso, è partita da un’accusa dell’attrice Rose McGowan a HArwei Weinstein: secondo l’accusatrice, il potente produttore di Hollywood ha abusato per decenni di molte giovani attrici che avrebbero voluto ottenere parti nei film. L’accusatrice ha riferito pure, in un’intervista al New York Times, di avere ricevuto dal produttore la promessa di un milione di dollari in cambio del silenzio. L’attrice – ha continuato – sdegnata ha rifiutato.

Sulla scia dell’accusa della signora McGowan, numerose altre donne dello spettacolo, più o meno note, hanno accusato il produttore di molestie, dal semplice palpeggiamento a stupri. I fatti risalirebbero all’ultimo scorcio di anni, ma anche a dieci, venti e trenta anni addietro.

Prima che si facciano i processi per i presunti reati commessi dal produttore, lo stesso è stato radiato da prestigiosi incarichi e classificato “molestatore sessuale seriale”.

Il caso - Weinstein ha scatenato contro di lui decine e decine di presunte vittime, ma ha dato anche la stura a denunce e confessioni di altri esponenti dello spettacolo, uomini e donne, nei riguardi di personaggi a loro modo molestatori, sia pure non del calibro di Weinstein. Così siamo stati informati nei dettagli di comportamenti moralmente criticabili, che sarebbero reati, anche gravi, se la magistratura, che ne è investita, pronuncerà sentenze di condanna, che ancora non ci sono.
I mostri, comunque, sono stati creati, e sbattuti in prima pagina, perché il sesso è uno dei tre argomenti che richiama di più l’attenzione del lettore o del telespettatore; gli altri due essendo il sangue e i soldi. Nel caso - Weinstein ci sono sesso e soldi. L’attenzione è salita al culmine.
A costo di essere subissato di critiche dai moralisti di professione o d’occasione, tutto questo bazar di sesso e soldi mi sembra in buona sostanza conformato a un certo modo di finalizzare la vita al successo, sotto l’icona del dio – denaro.
Che il mondo dello spettacolo sia stato sempre inquinato da alcool, droghe, sesso e denaro, è notorio. Che all’improvviso i molestati in gran numero si accorgano nelle stesse settimane di aver subito violenze e pretendano scuse , giustizia e risarcimenti, non era prevedibile. Però, a pensarci bene, una logica si trova. Facendo la media tra le presunte violenze recenti e quelle passate, si va a una quindicina di anni addietro. Allora le presunte vittime erano nel fiore degli anni e delle speranze di carriera; oggi sono sulla via del declino. Le loro tardive resipiscenze, le attuali rivelazioni di traumi subiti mediamente tre lustri fa, fa pensare ad un’abile condotta commerciale, indirizzata al ritorno alla ribalta della cronaca, stavolta non sul palcoscenico ma nelle aule dei tribunali. Il seguito potrà essere il rilascio di servizi giornalistici e fotografici a pagamento, la pubblicazione di libri di confessioni scabrose, e mercanzia di tal genere. Il tutto porterebbe di nuovo un mucchio di soldi.