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31/10/2017 14:54:00

Esistono ancora i comunisti?

 di Leonardo Agate - Nella Russia ufficiale i comunisti non esistono più. Sono passati cento anni dalla rivoluzione di ottobre che fece cadere il regime zarista e diede il potere ai Soviet, e il presidente Putin non parteciperà alle manifestazioni di ricordo. Dalle sue stanze del Cremlino non si affaccerà per ammirare le sfilate, che forse non ci saranno nemmeno, o almeno saranno in tono molto, ma molto minore che in passato. Il presidente, in una riunione a Valdai ha ricordato “quanto ambigui siano stati i vantaggi della rivoluzione del 1917. Quanto simili le conseguenze positive e negative.”

Il passato di tutti i Paesi e di tutte le culture non si salva più, o viene revisionato. Il Papa, se non ricordo male, chiese scusa per le Crociate di mille anni addietro.

Da qualche parte negli Stati Uniti vorrebbero abbattere il monumento a Cristoforo Colombo, scopritore dell’America, che, secondo i cittadini di là, fu un colonialista.
Ogni tanto qualche personaggio storico viene, al contrario, rivalutato. Massimo fini, rivalutò la figura di Nerone, che era stata tramandata come quella di un pazzo incendiario, e invece sarebbe stata di un buon organizzatore dello stato. Persino Catilina, che si prese le invettive di Cicerone, e se le portò addosso per due millenni, è stato alleggerito dagli storici recenti del suo pesante fardello, e rivisto come un onesto rappresentante del popolo romano contro lo strapotere del Senato.
Tra nuove abiure e rivalutazioni, il passato viene stravolto, e la Storia diventa incerta, come incerta è la nostra società, senza più valori sicuri.
“Il Fatto Quotidiano” di lunedì 30 ottobre dedica due pagine a un telefilm – documentario russo sulla figura di Trotskij. Non lo assolve, ma lo ripropone per una futura riabilitazione, a danno di Lenin che con lui fece la rivoluzione. Preso il potere Stalin, Trotskij fu esiliato in Messico. Pure così lontano, fu assassinato nel 1940 dai sicari di Stalin.
Sulla seconda pagina del servizio de “Il Fatto Quotidiano”, un altro articolo di uno degli ultimi comunisti italiani, Furio Colombo, ex direttore dell’Unità, tratteggia in malo modo il carattere del presidente statunitense, Donald Trump. La confusione è ormai tanta che sullo stesso giornale, sulla stessa pagina, sopra si ospita l’articolo di Furio Colombo, che se la prende con quel demone di Trump e sotto si portano in evidenza i buchi neri del comunismo reale. Non una parola, Furio Colombo, spende o ha mai speso per rievocare i demoni della rivoluzione russa e le conseguenze della dittatura del proletariato. Il comunismo che non abita più al Cremlino è ancora a casa di Furio Colombo.