Spettabile redazione di Tp24.it,
ho letto e molto apprezzato la lettera a Luigi Genovese a firma del Vostro/Nostro Giacomo di Girolamo. Condivido appieno quanto da lui scritto e lo imiterò.
Per fortuna esistono casi (pochissimi quelli a me noti) di segno opposto e ne voglio segnalare uno di tanti anni fa. Mi fu presentato un giovane di circa 20 anni che aveva un cognome pesante e mi fu chiesto se lo conoscessi.
La mia risposta, stupida invero, fu che conoscevo l’Assessore Regionale con quel cognome e dal soprannome esplicativo: “Signor 10%”. Il giovane disse: “Lo conosco anch’io, è mio padre ma voglio vivere la mia vita e affermarmi per quello che valgo”.
Facile immaginare il mio disagio ma il giovane mi tolse d’impaccio continuando la conversazione in modo piacevolissimo. Non ho avuto poi modo di seguire, anche da lontano, la carriera lavorativa del giovane e mi auguro sia stata lusinghiera.
Questo accadeva a metà degli anni 70 del secolo scorso e l’eccezionalità me ne rende ancora vivido il ricordo.
Cordiali saluti da isidoro, Vita