Il termine ideale per chiamarli è "sciacalletti". A Marsala è in attività una banda davvero singolare. Si tratta di alcune persone, impegnate a vario titolo, nel mondo dell'accoglienza, che hanno escogitato un metodo singolare per arrotondare lo stipendio.
Quando c'è uno sbarco di immigrati giunti clandestinamente nelle nostre coste, appena appresa la notizia, il gruppo accorre sul luogo dello sbarco, aspetta che i clandestini si dileguino (gli sbarchi solitamente avvengono all'alba) e fanno razzia di quello che gli uomini appena sbarcati lasciano, nella fretta di dileguarsi.
Si tratta solitamente di giubbotti, di cellulari, ma a volte anche soldi. Secondo quanto raccolto dalla redazione di Tp24.it proprio uno degli ultimi sbarchi raccontato dalla nostra redazione, qualche settimana fa, il 7 Settembre, ha portato ad un bottino insperato: un giubbotto, quattro smartphone, ma, soprattutto, ben 1300 euro, che erano custoditi in parte (650 euro) nella tasca di un giaccone, e in parte nelle tasche di pantaloni e altre giacche.
Si tratta del denaro, frutto, immaginiamo, dei sacrifici delle famiglie per poter salvare i loro congiunti e mandarli in Europa a rifarsi una vita. I clandestini, provenienti dalla Tunisia, avevano qualche aggancio in città, per essere ospitati, e quando si sono accorti dei soldi mancanti, sono tornati di notte nel luogo dello sbarco, ma ovviamente non hanno trovato nulla, per la loro disperazione.
Nella comunità dei richiedenti asilo ospitati a Marsala la notizia si è diffusa velocemente, e, secondo alcune nostre fonti, è uno dei motivi alla base delle proteste che ci sono state negli ultimi giorni, dato che i derubati vorrebbero restituiti i soldi, e hanno scoperto, parlando tra di loro, l'esistenza di questa "banda", ma non sanno come tutelarsi.