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17/09/2017 10:10:00

Regionali 2017, il ritorno dell'Udc. Cinque liste per Micari. I grillini: "Liste pulite?"

Torna forte, non quanto prima, lo scudo crociato.
L'Udc di Lorenzo Cesa, ieri mattina a Palermo, ha animato una convention con una platea ampia. L'occasione ha visto confluire il movimento Sicilia vera, di Cateno De Luca, dentro l'Udc. A suggellare l'alleanza Nello Musumeci, presente anche Vincenzo Figuccia che lascia Forza Italia per tentare la candidatura dentro il partito centrista.
L'Udc questa volta è al fianco di Nello Musumeci, leader di Diventerà Bellissima, candidato a governare la Regione Sicilia. Ci ritenta Musumeci per la terza volta, stavolta la coalizione è ampia abbastanza. Le liste forti poche, quella dell'Udc lo sarà sicuramente così come quella di Forza Italia. Non presenterà la lista degli indignati Gaetano Armao. Eppure di lui Silvio Berlusconi si era talmente infatuato che il centro destra era ad un passo da ripercorrere l'errore del 2012.
L'Armao indignato non avrà la sua lista ma esponenti a lui vicini candidati dentro Forza Italia, però il futuro vice presidente della Sicilia era pronto a dare battaglia agli avversari politici, forse, con un risicato 2%.
Lo stesso dicasi per Roberto Lagalla, il designato assessore non presenterà una autonoma lista, sarà insieme a Cantiere Popolare, e a qualche desaparesidos vicino a Lombardo. Menomale che Lagalla aveva le Idee, ecco, quelle almeno per il momento sono finite in soffitta. Servono i numeri, che non ha mai avuto, godendo di luce riflessa, quella di Totò Cuffaro e di Saverio Romano.
Chi si ricorda dell'ultimo incontro di Roberto Lagalla a Marsala saprà che il numero esiguo di partecipanti aveva già reso l'idea della forza dell'ex rettore.
Altro che progetto autonomo quello di Lagalla, è corso da Musumeci prima ancora che quest'ultimo aprisse bocca e porta.
Coerente, dopo aver parlato con destra e sinistra, dopo aver partecipato alla Leopolda rimane folgorato dal progetto di Musumeci... o dalla poltrona di assessore che gli è stata offerta.
Molte le liste deboli, e in questo panorama di candidati mancano all'appello quelli della lista di Vittorio Sgarbi, candidato alla presidenza della Sicilia con il suo movimento Rinascimento.
Ha la squadra degli assessori pronta, simile a una sit-com americana, la lista è un miraggio.

Non si hanno notizie intanto del Cavaliere Berlusconi, non cerca più casa a Palermo. Si godrà l'operazione Sicilia da Arcore. Meglio il resort a Malindi.
Intanto a mettere ordine, ci prova, il commissario azzurro Gianfranco Miccichè, candidato nel collegio di Palermo, aspirante presidente d'aula all'ARS. Litigano nel centro destra: “Chiedo a tutta la coalizione di centrodestra, Musumeci in testa, uno sforzo per vincere, abbiamo lavorato mesi per trovare la squadra vincente, smettiamola di compromettere il lavoro fatto fino ad oggi”.
Il contendere è il posizionamento dentro il listino, che consenti di essere eletti con il premio di maggioranza insieme al presidente. Il listino garantisce di approdare all'ARS senza che si faccia lo sforzo di una dispendiosa campagna elettorale in termini di risorse umani e di voti.

Iniziata la campagna elettorale per Fabrizio Micari, candidato presidente per la coalizione del centro sinistra. Ad esprimere il suo apprezzamento per il rettore dell'Università di Palermo il leader di Sicilia Futura, Totò Cardinale, che si spinge anche ad una previsione: “Ci saranno cinque liste forti e la coalizione supererà il quaranta per cento dei consensi”.
Il Partito Democratico è in piena campagna elettorale, Davide Faraone lancia su facebook la questione dei trasporti sull'Isola: “Addio ai treni vecchi e lenti in Sicilia, scacco in cinque mosse ai trasporti fatiscenti”. Cinque gli interventi che ipotizza Faraone: ammodernamento del sistema ferroviario in Sicilia, trasporti rapidi e sicuri oltre che ecosostenibili.

Chiaro il progetto elettorale della macchina burocratica per Franco Busalacchi, Noi siciliani per Busalacchi, che parte dal ridare dignità alla dirigenza regionale.
Busalacchi ha proposto anche la “riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali (con una forbice che va dalle ore 7 alle ore 14) ovvero a 120 ore mensili”.
Tremano le liste di tutti gli schieramenti in Sicilia, Rosi Bindi, presidente della Commissione Antimafia nazionale, è stata chiamata in causa dai Cinque Stelle per esercitare un rigido controllo sugli uomini e le donne che saranno candidati.