Si avvicinano le prossime elezioni regionali e, scelti i candidati alla presidenza della Regione, si iniziano a delineare anche le prime candidature e, tuttavia, pur senza voler generalizzare, ciò che manca, temo, ancora una volta e’ una “visione” della nostra terra, la Sicilia. La sensazione e’che le candidature che si delineano fanno presagire, ancora una volta, che tutto sia stato deciso sopra la testa dei siciliani, come se si giocasse una partita a Risiko, con un fitto scambio di ruoli, posti e incarichi.
Nessuna riflessione, soprattutto a sinistra, sul governo Crocetta, atteso come fautore di una rivoluzione, e terminato con un diluvio di incarichi, per tacere di provvedimenti annunciati e mai realizzati, della girandola di assessori, dei continui cambi di casacca e di una politica miope e rivolta più ad un passato democristiano che ad una rivoluzione.
Cosa ne è stato della sinistra al governo? E’ possibile che, aldilà dei giochi delle parti, siano in campo soltanto scissioni e tentativi velleitari? Da un lato, un ceto di sinistra (cosiddetta alternativa) che cerca di differenziarsi vestendo i panni del cambiamento ma dimenticando incarichi e ruoli da anni ricoperti in governi e sottogoverni; dall'altro un ceto di centrosinistra che finge di non comprendere che non può bastare una personalità certamente di spicco, il Rettore Fabrizio Micari, se prima non si fanno i conti con un bilancio politico, a mio avviso, ma credo ad avviso di tanti siciliani, del tutto deficitario.
E’ inutile nascondercelo: quanti di noi siciliani avevamo atteso un governo di sinistra, sinceramente ‘rivoluzionario’ (laddove per rivoluzionario intendo semplicemente un buon governo capace di una amministrazione efficiente ed efficace) rispetto alle passate stagioni non possono che constatare un fallimento, triste e deprimente.
Alzi la mano chi ha capito cosa voglia la sinistra (o le sinistre) in tema di ambiente, rispetto del territorio, sviluppo urbano. Eppure, non credo siano, questi ultimi, temi secondari.
Alzi la mano chi ha compreso quale idea di crescita economica hanno in mente, a sinistra, per una terra che vede, giorno dopo giorno, partire in direzione nord i suoi figli.
Alzi la mano chi ha realizzato cosa la sinistra, questa sinistra, intenda fare, aldilà di qualche stucchevole slogan e di qualche pasticciato progetto, di una sanità che resta, aldilà di qualche eccellenza e dell'eroismo di tanti medici, un affronto alla stessa dignità dei siciliani.
Alzi, ancora, la mano chi conosce l'idea di scuola che si intende realizzare in Sicilia: perché non esiste il tempo pieno, che sarebbe determinante in tante aree disagiate, e perché le scuole continuano ad essere vecchie e lontane anni luce dalle aspettative dei ragazzi e dei docenti?
Alzi la mano chi ha soltanto intuito quale idea di turismo e soprattutto di economia del turismo, anche culturale, prospettino i tanti ‘capi’ della sinistra, governativa o alternativa che sia.
Non erano questi temi, in fondo, i cardini su cui la sinistra siciliana avrebbe dovuto dimostrare la propria ‘diversita’ e marcare la propria novità?
Io francamente questa mano non riesco ad alzarla, e magari sarà anche una mia colpa, e temo che siamo in molti a guardare con imbarazzo a questa sinistra, che doveva essere ‘diversa’ e che invece e’ diventata apparato, centro di potere e poteri, ne più ne meno della Dc dei tempi che furono.
Apparato perché si consuma, questa sinistra, da Palermo a Marsala per intenderci, in una lotta di gruppi e fazioni, di potentati e raccoglitori di voti, transfughi e new entry alla ricerca di visibilità, senza passione e senza, temo, neanche l'idea di cosa dovrebbe rappresentare lo “stare a sinistra”.
Abbandonata dalla sinistra e’ la Sicilia come abbandonata e’ la nostra città, Marsala, ridotta, tra degrado crisi economica e girandola di ceto politico, per tirar su il proprio morale e per credere che, in fondo, può esserci sempre una speranza, a guardare all'ormai lontana amministrazione dell’ex sindaco Salvatore Lombardo.
Ecco, in Sicilia guardando a sinistra ci manca il respiro. Ed è questo il più grande disastro che il Partito Democratico e i “cespugli” alla sua sinistra ci hanno riservato.
Avv. Valerio Vartolo