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22/06/2017 15:40:00

I Sindaci "eccezionali" di Marsala

 di Leonardo Agate - Abbiamo avuto sindaci eccezionali, a Marsala, anche senza andarli a pescare nel glorioso periodo postrisorgimentale. Alcuni episodi valgano per moltissimi altri, che fanno parte della memoria cittadina.

Un assolato pomeriggio estivo, uno di questi sindaci eccezionali passava per via XI Maggio, con provenienza da Porta Nuova. Sbirciando attraverso il portone semiaperto di Palazzo Fici, vede una quantità di materiale accatastata nel cortile. Entra irritato e rimprovera aspramente la dipendente della vineria ospitata a sinistra del piano terra del Palazzo. A quell’ora, nell’attività non c’era il titolare, ma solo la commessa. Quest’ultima non sa cosa rispondere, si prende i rimbrotti e, andato via il sindaco, telefona al titolare per informarlo. Il titolare resta allibito. Non aveva messo lui quel cumulo di pietrisco e sabbia nel cortile. Erano stati gli operai comunali, che incaricati di fare certi lavori, non avendoli ancora ultimati, avevano depositato là la roba.

Un altro caso. Una sera una signora torna alla sua contrada, dove ha la casa. Poiché ha notato che l’illuminazione pubblica non era accesa come le altre volte, telefona l’indomani al comune per conoscere il motivo della ridotta illuminazione. Non riuscendo a parlare con nessun impiegato giusto, telefona infine al sindaco, che si mostra preso alla sprovvista. Più o meno risponde che non sa nulla della faccenda, ma si informerà e farà sapere. Intanto, le telefonate che la signora aveva ripetutamente fatto a molti numeri del comune, fanno un loro effetto. Viene chiamata dal responsabile del Settore, che spiega alla signora che il sindaco aveva emesso un’ordinanza per la quale, in alcune zone del territorio marsalese, l’illuminazione pubblica doveva essere ridotta. La signora ribatte che il sindaco le aveva detto di non essere informato. Il responsabile del Settore, confuso, prega la signora di non riferire al sindaco che lui le aveva riferito dell’ordinanza. Inutilmente la signora aspettò le nuove informazioni del sindaco.
Ancora un caso, di ordinaria disinformazione sindacale. Un persona aveva chiesto al sindaco di essere nominata nella Commissione Toponomastica, pensando di poter essere utile quando si danno i pareri per l’intitolazione delle vie e piazze. Ritenendo di avere i titoli giusti, fa al sindaco la sua richiesta orale e amichevole. Il sindaco gli suggerisce di fare la domanda scritta, da indirizzare a lui. L’aspirante all’incarico nella Commissione Toponomastica fa la domanda, motivandola, e la fa protocollare al comune. Passano alcuni mesi e il sindaco non risponde, né per il sì né per il no. Incontrando il sindaco in via Garibaldi, il nominando gli chiede notizie della sua istanza. Il sindaco sembra non ricordare di averlo invitato a inviargli la lettera. Poi dice: “Se sapessi quante lettere mi arrivano sul tavolo!”
In un’altra occasione, due giornalisti sono stati ricevuti dal sindaco. Gli hanno chiesto se avesse letto una notizia riportata dai giornali su un certo affare comunale. Volevano conoscere la sua opinione. Il sindaco, irritato ha risposto: “Non leggo mai i giornali, per tutte le ingiuste critiche che mi fanno.”
Forse questi fatterelli sono utili per capire perché la città è male amministrata.