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18/06/2017 06:00:00

Le elezioni a Trapani, cose mai viste. Fazio è out, Savona non ci sta

 A Trapani non c'è stata solamente una campagna elettorale degna dei migliori film gialli ma ci sono i pensieri dei candidati da interpretare. Tra ciò che dicono in pubblico, ciò a cui danno seguito e ciò a cui realmente pensano e sono diretti, ci passa tutta una darsena in mezzo, per utilizzare un eufemismo di programma elettorale.

Mimmo Fazio va in palestra, si fa un fine settimana a Marettimo, conduce una vita da cittadino normale, così dice il suo delfino Francesco Salone. Ed è proprio a Salone che la città guarda con curiosità, quasi novecento voti (personali), uno spaccato politico non indifferente che lo ha portato fuori Forza Italia, lontano da Tonino d'Alì ma vicino ad altri big, influenti della politica regionale e nazionale.

Il 21 giugno all'hotel Baia dei Mulini avrebbe dovuto ringraziare i suoi elettori, ma è una mossa con ospiti di eccezione a voler cristallizzare che Salone c'è, è in cammino per altre battaglie elettorali, con tanto di politici al seguito. Ospiti: il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, il riconfermato sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, il sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo, e l'onorevole Giulia Adamo. Tutto rinviato, però. 

 

Succede, infatti, un altro colpo di scena: Mimmo Fazio, nell'ultima giornata utile per presentare gli altri assessori, non palesa nessuna ufficializzazione. Coerente con quanto detto, decade dalla corsa al ballottaggio. Un unico candidato, quello del PD, Piero Savona, che però deve raggiungere il quorum: il 50% più uno degli aventi diritto al voto, pari al 25% degli iscritti alle liste elettorali. Un tecnicismo non da poco, difficile da raggiungere e che avvia la città ad un commissariamento, A Trapani gli scritti nelle liste elettorali sono 60.023 e per essere eletto Savona dovrà ottenere 15.006 preferenze.

Raggiungere quel quorum è difficilissimo ma c'è un altro rebus da risolvere e riguarda la ineleggibilità di Piero Savona. Il candidato del PD è il dirigente dell'Istituto Autonomo Case Popolari, ruolo incompatibile con la carica di Sindaco. Si sarebbe dovuto mettere in aspettativa per la campagna elettorale, invece si è messo solamente in ferie.

A notizia appresa Savona smentisce la sua incandidabilità: “Eventualmente sarei ineleggibile, ma comunque - dice alla nostra redazione - abbiamo chiesto già le verifiche opportune e la notizia è destituita da ogni fondamento".

“Sono menzogne artatamente messe in giro per gettare discredito su l’unico candidato rimasto per il ballottaggio del prossimo 25 giugno. Questi pettegolezzi offendono l’intelligenza dei cittadini trapanesi – conclude – che sono stanchi di continue polemiche e che sanno quali scelte compiere per il bene della propria città, contro chi la utilizza solo un proprio giocattolo”.

Savona ha presentato gli altri assessori mancanti che completano la Giunta:  Giuseppe Scalabrino, con delega all'Urbanistica, e Nunziata Gabriele con delega al Bilancio. I due appena si aggiungono a Carlo Foderà, delega alle Frazioni, Ninni Polizzi con delega ai Rifiuti e Ambiente, Ignazia Bhartolini ai Servizi Sociali.

Savona ha presentato una memoria alla commissione elettorale e all’assessorato regionale Autonomie Locali- Ufficio elettorale. Nella memoria di cinque pagine Savona spiega perchè non c'è necessità di raggiungere un quorum, insomma Savona vuole vincere e non gliene frega nulla dei numeri. Per il candidato PD la norma che disciplina il caso va interpretata. Scrive Savona:

“Si invita sin d’ora di convalidare l’esito del secondo turno e di proclamare eletto all’esito del secondo turno elettorale lo scrivente candidato, ovvero ed in subordine di indire il turno di ballottaggio con il candidato giunto terzo al primo turno, ovvero in caso di sua rinunzia con i seguenti in ordine di voti”.

Intanto c'è una indicazione di non voto da parte dei forzisti che si sono riuniti e più che fare l'analisi del voto si sono interrogati su cosa fare per il voto del 25 giugno. Forza Italia invita i cittadini a non andare al voto, a disertare le urne per il secondo turno, il giudizio su Fazio è pesante :

“Dice di voler abbandonare ma rimane ufficialmente candidato. Invita a non votarlo e quindi, subdolamente, invita a votare per Savona. Dice pure che se dovesse essere eletto si dimetterebbe subito, salvo poi, continuando a ballare le piroette sulla testa dei trapanesi, ed alcuni di essi continuano ancora a consentirglielo, che potrebbe non dimettersi se i giornalisti si prostrassero al suo cospetto con un bel bavaglio alla bocca e con il capo cosparso di cenere e gli chiedessero scusa per avere riportato chiare, esplicite e precise intercettazioni da dove si evince la sua tragica situazione processuale. Situazione che, comunque, il nostro autentico garantismo gli augura di risolvere positivamente”.

Non possono tacere i "daliniani" che proprio la candidatura del senatore ha spaccato la vittoria di Fazio al primo turno. Non se la sentono di andare a votare nemmeno il candidato del PD, Piero Savona: “Non si capisce che programma abbia per la nostra città, se non un programma normale quando di normalità, oltre ad essercene veramente poca in queste elezioni, la nostra città potrebbe, sotto il suo governo, definitivamente morire. E’ evidente come l’opportunista Savona stia sperando di raggiungere la meta quatto quatto”.
 Per i forzisti c'è un totale degrado istituzionale e pertanto invitano gli elettori a stare lontani dai seggi elettorali.

La decisione pare che sia del popolo berlusconiano e che non sia di tutta la coalizione, cosa farà Nino Oddo? Il leader dei socialisti solo qualche giorno fa è stato invitato dal dirigente di Sicilia Futura, Giacomo Scala, a riflettere tornando nell'alveo naturale del Psi: il centro sinistra. Voterà Savona Oddo o si disinteresserà di questa tornata elettorale?

 

E il protagonista di questa vicenda che dice? Ecco le parole di Mimmo Fazio.

«Non comprendo tutta questa falsa indignazione che alimentata negli ambienti politici, in special modo dalle parti di Savona. La nomina degli assessori è l'atto più politico per eccellenza. Avrei dovuto quindi, forse per accontentare qualcuno, compiere un atto politico in totale contrasto con quanto avevo preannunziato, comunicato e pubblicizzato in conferenza stampa? E cioè il mio totale disimpegno dalle elezioni. Avrei, per far contento qualcuno, financo commettere un "falso", fittiziamente nominando gli assessori?»

«Non mi pare che io impedisca l'elezione di chicchessia, anche perché la legge prevede espressamente il caso in cui uno dei candidati è escluso dal ballottaggio. Non riesco a comprendere e mi risulta veramente difficile capire la strumentalizzazione di queste ore, laddove se avessi fatto la rinuncia prima e avessi consentito il subentro di d'Ali mi sarebbe stato detto che ero d’accordo con lui, che non era vero che avevamo litigato e anzi che avremmo voluto impadronirci della città e quant'altro».

«Superata questa ipotetica circostanza oggi, mi si accusa addirittura di non aver dato la possibilità a una elezione democratica. Come se la democrazia fosse la competizione tra due candidati e non una competizione regolare e non condizionata da fattori esterni che ne determinano gli effetti, come accaduto nella realtà dei fatti e non certo per mia volontà».

«La città di Trapani ha bisogno di un sindaco autorevole, legittimato e non condizionato. Una figura di questo genere può emergere solo da un procedimento elettorale immune da vizi o condizionamenti».

«Ancora una volta i meschini, gli speculatori, i lecchini, e i politicanti da strapazzo utilizzano questa vicenda per buttare fango, dimenticandosi che hanno mantenuto in carica per ben tre anni il sindaco Damiano che è peggio di qualsiasi commissario. Ritengo pertanto del tutto immotivata la paura delle conseguenze per un commissariamento, atteso che il Consiglio comunale sarà in carica e che il commissario sostituirà per l'ordinaria e straordinaria attività esclusivamente il sindaco e la giunta per il tempo strettamente necessario, così come prevede la legge, perché sia possibile andare a nuove elezioni nella prima tornata utile».

«Savona può presentarsi ai trapanesi che, se lo vorranno, lo potranno eleggere, ma non certo con la mia complicità o, ancora peggio, come qualcuno sostiene, con il mio sostegno sotterraneo».

 

Ad Erice nel frattempo si tirano le somme, il Partito Socialista incassa le dimissioni della segretaria comunale, Giusy Miceli. Il non raggiungimento dello sbarramento ha aperto una riflessione interna.

Oddo non pare sorpreso: ““L’avere messo a disposizione il suo incarico di segretaria del PSI ericino fa onore a Giusy. E colgo l’occasione per confermare il mio affetto a lei e alla sua splendida famiglia. Ma sarebbe sbagliato farne la responsabile di un esito elettorale che ovviamente non è stato quello da tutti auspicato. Intanto a nome dei socialisti la ringrazio per l’impegno profuso in questi anni. Poi saranno gli organismi di partito a decidere sul come procedere rispetto alle dimissioni. Sicuro che in qualsiasi caso Giusy non farà mancare il suo contributo anche in futuro”.

La neo eletta sindaco Daniela Toscano inizia ad avere le prime beghe con i componenti della coalizione, si è dimesso Gianni Mauro, ex assessore della Giunta Tranchida, da portavoce del movimento “Erice che Vogliamo”.

Le dimissioni porteranno ad un rimescolamento in Giunta, Gianni Mauro era stato designato assessore anche dalla Toscano nella prima fase di campagna elettorale. La nuova Giunta della Toscano è orientata a premiare non solo le competenze ma anche i numeri elettorali che sono stati decisivi per le liste, Mauro si è fermato ad appena 44 voti. Anche Armando Stinco pare verrà sostituito.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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