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19/05/2017 18:20:00

Le liti di Silvio Berlusconi e Veronica Lario e il rapporto annuale Istat

 di Leonardo Agate - Diciamo la verità, chi se ne frega che Silvio Berlusconi debba dare due milioni al mese di mantenimento all’ex moglie Veronica Lario? Sì, c’è stata la recente sentenza della Cassazione n.12196, che applica un criterio diverso da quello utilizzato in un’altra sentenza della Cassazione, la n. 11504 del 10 maggio 2017, riguardante l’assegno divorzile tra l’ex ministro Vittorio Grilli e la moglie Lisa Lowenstein.

Con la sentenza sull’assegno di mantenimento, che Berlusconi deve a Veronica Lario, ex moglie dal 2014, anno del divorzio, si conferma la sentenza di appello che stabilisce l’importo in due milioni di euro mensili. La sentenza di appello aveva abbassato di un milione di euro quanto stabilito a carico di Berlusconi nella sentenza di primo grado. La prima sentenza, la seconda e infine questa recente della Cassazione si basano sul presupposto che il marito e la moglie erano separati e non divorziati. Il divorzio è avvenuto nel 2014.

Quindi, secondo Cassazione, il marito riccone, per il periodo della separazione deve continuare a corrispondere alla moglie i due milioni mensili, se non glieli ha ancora dati. Il Paperone deve permettere alla moglie separata di mantenere lo stesso tenore di vita di quando stavano insieme. Per stesse ammissioni di Berlusconi nelle carte dei procedimenti, la signora disponeva di un maggiordomo, una segretaria personale, cuochi, autisti, cameriere e guardarobiere. In più percepiva dal coniuge, per le piccole spese, un assegno mensile di 50 mila euro. L’elevatissimo tenore di vita dell’ex attrice deve essere mantenuto, a carico del marito, anche durante la separazione, perché solo con il divorzio si scioglie il vincolo coniugale, e i divorziati prendono due strade nuove e diverse, assumendosene le relative responsabilità.
Due milioni di euro al mese sono una bella cifra, se si pensa che un operaio o un impiegato in quarant’anni di lavoro non raggiungono quella cifra.
Dopo il divorzio, avvenuto tra i due nel 2014, il Tribunale di Monza nel 2015 fissò in un milione e 400 mila euro l’assegno divorzile a carico del marito, perché ancora il nuovo indirizzo della Cassazione, che ha mandato in soffitta il parametro del tenore di vita, non era stato inaugurato. Ora che la Cassazione ha stabilito il nuovo indirizzo, Berlusconi potrebbe chiedere, senza che io glielo suggerisca, la riparametrazione dell’assegno divorzile, che potrebbe ridursi a ben poco. La signora Lario, infatti, è una imprenditrice immobiliare, socia unica della società Il Poggio, che ha un patrimonio di 78 milioni di euro, a parte tutto il resto che possa possedere.
Dal punto di vista giuridico le cose stanno così, ma – ripeto – chi se ne frega? Le loro liti familiari mi fanno in parte incavolare, in parte sorridere, in parte pensare. In particolar modo penso ai dati, pubblicati dall’Istat nell’ultimo suo rapporto annuale. Per l’Istat, il gruppo degli italiani a basso reddito è pari a 13 milioni di persone. Le famiglie senza lavoro crescono. Nel 2016 si contano circa 3 milioni 590 mila famiglie senza redditi di lavoro, ovvero senza occupati o pensionati da lavoro. La percentuale più alta si registra nel Mezzogiorno. Si tratta di nuclei dove si va avanti grazie a rendite diverse, affitti o aiuti sociali. Dal 2008 al 2016, queste famiglie sono aumentate di 418 mila unità.
E ci dobbiamo preoccupare del futuro della “povera” signora Lario?