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10/05/2017 06:00:00

Trapani e il Commissario Maltese: giudizi in chiaroscuro per la serie di Rai Uno

 Giudizi in chiaroscuro per la serie del Commissario Maltese cominciata lunedì sera su Rai e ambientata a Marsala, Trapani e in provincia. Da un lato gli spettatori esaltano i paesaggi della provincia di Trapani immoratalati nelle riprese, dall'altro alto qualcuno solleva il dubbio che il binomio mafia - Trapani non sia poi una pubblicità che la provincia merita. Sullo sfondo rimane una serie che, soprattutto tra gli addetti ai lavori, ci si aspettava meno piatta e scontata come in realtà si è rivelata. Oggi, la seconda puntata. 

"Una prima impressione - commenta il deputato regionale Nino Oddo -. Il commissario maltese non sta facendo un grande servizio a Trapani e ai trapanesi. Qualche bel paesaggio, ma poi una trafila di luoghi comuni. Una citta' invivibile, in mano alla mafia, da dove e' meglio scappare. Da fare invidia alla Corleone di Riina e Liggio".

"Assodato che la mafia esiste e non solo a Trapani - gli fa eco l'ex Sindaco di Marsala, Renzo Carini,  mi sarei aspettato anche qualche bella immagine del nostro territorio stile Montalbano. Speriamo nelle prossime puntate". 

Dal punto di vista tecnico, ecco il punto di vista dello scrittore trapanese Giacomo Pilati: "La prima puntata del commissario Maltese non mi è piaciuta. Scrittura banale, regia prevedibile, andamento lento. Luoghi comuni, e fino adesso nessuno sforzo in avanti. Mi aspettavo di più, un prodotto moderno, uno schema narrativo contemporaneo. Niente di nuovo insomma. Attendo la seconda puntata per ricredermi". 

E' poi circolata nelle ore precedenti la messa in onda una bufala via whatsapp. L'invito a guardare la serie "per fare un ottimo indice di ascolto e programmare così un seconda stagione e portare lavoro nel territorio". Ora, al di là che la serie si presenta come unica, l'indice di ascolto dell'Auditel è determinato da un campione di famiglie, non da tutte le persone che stanno vedendo in quel momento la televisione. Tant'è che è stato sempre molto contestato, ma questa è un'altra storia. 

Oggi c'è la seconda puntata. Per chi fosse interessato, ecco una sinossi di quello che si è visto finora, e un'anticipazione di quello che si vedrà: 

Trapani, 1976: il commissario di polizia Dario Maltese torna da Roma nella sua città, da cui manca da vent’anni, per fare da testimone di nozze a quello che per lui è stato come un fratello, Gianni, il commissario di Trapani. L’uomo, però, viene ucciso insieme alla sua promessa sposa davanti agli occhi di Dario alla vigilia del matrimonio. Maltese decide di farsi trasferire a Trapani per far luce sulla morte dell’amico, anche se questo ritorno ha per lui un prezzo altissimo e riapre una ferita profonda del suo passato che in lui non si è mai rimarginata. Maltese intuisce presto che
l’assassinio di Gianni è di stampo mafioso, ma si trova davanti a un muro di gomma, perché per le istituzioni stesse la parola mafia è un tabù che viene negato e tutti hanno fretta di chiudere e archiviare il caso. Il commissario però continua per la sua strada e trova supporto nella sua squadra e in due alleati inaspettati, una coppia formata da un giornalista e una fotografa, in prima linea nella lotta alla mafia.

Grazie alla prova fornitagli dalla fotografa, Maltese riceve conferma della propria intuizione riguardo il coinvolgimento mafioso nell’uccisione del suo amico, così continua le indagini, finché non riesce a stabilire una connessione tra casi apparentemente minori di cui si era occupato Gianni nei mesi precedenti al suo brutale assassinio. In realtà, dietro questi crimini secondari, si rintraccia la storia dell’asceda di un nuovo gruppo di potere mafioso. Nonostante la determinazione del commissario Maltese, è costretto a scontrarsi più volte con l’omertà delle stesse istituzioni. Intanto, quel passato traumatico che tempo prima fece scappare Dario da Trapani a Roma, torna a tormentarlo e rischia perfino di essere usato contro di lui.

 



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