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28/04/2017 06:10:00

Differenziata, qualcosa si muove in Sicilia. Ma Trapani è un caso

Qualcosa si muove in Sicilia per quel che riguarda la raccolta differenziata. Non siamo ai livelli del nord nè dei più avanzati Paesi europei ma certamente si registra un deciso passo in avanti. I dati parlano chiaro, si era al 12,80% nel 2015, al 17% nel 2016, e ora si registra un trend positivo del 20% nei primi mesi del 2017. Un piccolo cambiamento che nel complesso e cronico sistema della gestione dei rifiuti in Sicilia è sicuramente notevole.

L’Osservatorio dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata della Regione Sicilia, mensilmente acquisisce e confronta i dati comunicati dai 390 municipi dell'Isola. Fino a due anni fa i comuni che in Sicilia facevano il porta a porta erano 35 e coinvolgevano solo 100.000 siciliani, oggi si è arrivati ad oltre quota 700.000 abitanti. Dagli ultimi dati è emerso che sono 24 i comuni che negli ultimi tre mesi del 2016 sono riusciti a superare l'obiettivo europeo del 65%, mentre 51 sono quelli che nello stesso periodo hanno oltrepassato il tetto del 50%.

A confermare i dati positivi in Sicilia è lo stesso dirigente dell’Ufficio speciale per la differenziata Salvatore Cocina che dice: "I primi dati del 2017 procedono con un ritmo dell’1% mensile, non certo poca cosa. Se nel 2015 gli abitanti delle zone che superavano il 60% di differenziata erano appena 25 mila, oggi sono oltre 250 mila persone, dieci volte di più. E aumentano progressivamente anche gli abitanti dei comuni dove la raccolta si aggira tra il 50 e il 60%, passati nel giro di un anno da 127 mila a circa mezzo milione, mentre oltre un milione e 600 mila persone si è spostato dalla fascia del 5-10% a quella del 10-15%». Sta crescendo dunque un senso di cultura e di educazione alla differenziata che è evidente.

Ma veniamo ai dati che riguardano nello specifico le diverse aree della Sicilia. I Comuni più virtuosi sono quelli più piccoli, mentre le grandi aree urbane rimangono ancora ferme. Brutte notizie anche dai capoluoghi di provincia, non si salva nessuno. La migliore provincia, si fa per dire, è Ragusa con il 19,80% registrato nell’ultimo trimestre. Trapani è al secondo posto con il 15,76%, Messina (13,07%), Palermo (12,38%), Catania (12,06%), Caltanissetta (10,77%), Agrigento (6,68%), Siracusa (5,23%). Fanalino di coda Enna, bloccata all’1,95%, dove l’Ato non ha i soldi per la manutenzione dei mezzi e gli stipendi, e riesce a garantire a malapena il servizio essenziale.

Non sempre però un'alta densità della popolazione corrisponde a risultati negativi. Tra i 24 comuni virtuosi, infatti, ci sono Belpasso e Ribera, e che non sono proprio piccoli, mentre tra le 51 città che hanno raggiunto buone performance c’è anche Marsala, il quinto comune più esteso della Sicilia. Nell'Isola la situazione però Rimane una situazione critica per quel che riguarda le infrastrutture. Mancano impianti adeguati per la raccolta e il trattamento dei rifiuti differenziati. E' questo è uno dei problemi che di certo non aiuta tutto il sistema dei rifiuti e della differenziata.

Il caso Trapani - Se in generale come abbiamo visto in Sicilia qualche piccolo passo avanti si sta facendo, è un caso quello che sta accadendo a Trapani, dove si blocca quella che era una fase di sperimentazione che avrebbe dovuto preparare il terreno al nuovo sistema di raccolta rifiuti. Una volta scaduto il termine per la prova della raccolta differenziata fatta da alcuni mesi su tre strade della città, via Virgilio e traverse, via Giovan Battista Fardella e piazza Martiri d'Ungheria, l'amministrazione comunale ha deciso di non continuare, facendo già ricomparire i vecchi cassonetti dei rifiuti.

I dati di questa fase sperimentale non sono stati incoraggianti, ma, soprattutto, a far prendere questa decisione all’amministrazione è stato l’elevato costo sostenuto di circa 22 mila euro al mese, a fronte di introiti che non vengono coperti interamente, anche perché il consiglio comunale non ha approvato l'adeguamento delle tariffe e la riduzione degli sgravi per coloro che conferiscono nell'isola ecologica.

I CINQUE STELLE.  “Il fallimento del tentativo di applicare un sistema virtuoso nel ciclo dei rifiuti a Trapani la dice lunga sulla mancanza di visione e programmazione delle ultime amministrazioni comunali che incassano così una significativa bocciatura da parte dei cittadini trapanesi”. A dichiararlo sono i portavoce M5S Valentina Palmeri (Ars) e Maurizio Santagelo (Senato della Repubblica) che commentano così l’infruttuoso termine della prova della raccolta differenziata attuata su tre strade della città di Trapani. “A certificare il fallimento dell’azione amministrativa del sindaco Damiano ormai al termine della sua esperienza di governo cittadino e prima ancora del suo predecessore Fazio - dichiarano i portavoce M5S - è stato anche uno sgambetto del consiglio comunale sul non adeguamento delle tariffe proposto dalla sua Giunta. Chissà se il sindaco Damiano - dicono Palmeri e Santangelo - avrà intenzione di partecipare al bando regionale che finanzia i Centri Comunali di Raccolta dei rifiuti. L’avviso pubblico stabilisce un contributo massimo di 800.000,00 euro per la realizzazione di un nuovo impianto, mentre per l’ampliamento, potenziamento, adeguamento di CCR esistenti, l’avviso prevede un contributo massimo di 300.000,00 euro. I Comuni siciliani hanno tempo fino al 12 luglio 2017 per presentare la documentazione per la richiesta del finanziamento”. Per i portavoce M5S, la realizzazione del CCR sarebbe un incentivo alle buone pratiche, un modo per riconoscere ai cittadini virtuosi che portano direttamente ai CCR i propri rifiuti differenziati dei vantaggi economici attraverso uno sgravio sulla tariffa rifiuti, proporzionale alle quantità che gli stessi conferiscono direttamente nei centri comunali.

 



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