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06/04/2017 06:00:00

Marsala, chiesti 13 anni per Spanò. Dalle indagini emergono altre violenze sessuali

Altri episodi di violenze sessuali complete su pazienti sedati per esami diagnostici emergono dalla requisitoria al termine della quale il pubblico ministero Silvia Facciotti ha chiesto 13 anni di carcere per il 53enne infermiere marsalese Giuseppe Maurizio Spanò, processato in abbreviato davanti al gup Riccardo Alcamo per abusi sessuali su pazienti che si recavano nello studio medico privato del dottor Giuseppe Milazzo per gastroscopie, colonscopie e altri esami diagnostici.

Si è appreso, in particolare, che il consulente informatico nominato dalla Procura in fase d’indagine (l’ingegnere Casano) ha trovato sul telefono cellulare di Spanò, ma anche nel cluster del computer del dottor Milazzo in uso anche all’infermiere, foto e video, con immagini pare molto nitide, relativi ad altre violenze sessuali su pazienti che sarebbero avvenute addirittura nel 2015 e nel 2012.

Questo, per l’accusa, dimostra, oltre alla “reiterazione” del reato, anche la “premeditazione e la lucidità” dello Spanò. Il pm Facciotti ha, inoltre, affermato che quando, nel febbraio 2016, i carabinieri perquisirono lo studio medico di Milazzo, trovarono una microcamera installata nel bagno della sala Endoscopie in cui lavorava Spanò, che avrebbe, quindi, filmato i pazienti mentre si spogliavano prima dell’esame diagnostico.

Il processo a Spanò nasce dalla riunione di due procedimenti. Quello relativo alla prima denuncia sporta da una donna che si risvegliò dalla sedazione prima del previsto e quello avviato per i sei casi di abusi filmati dalle telecamere successivamente installate dai carabinieri, che il 15 marzo 2016 hanno posto l’infermiere agli arresti domiciliari. Nella precedente udienza, i due periti super partes nominati dal giudice Alcamo (Gaetano Gurgone e Francesca Lombardi) hanno spiegato che l’infermiere, quando agiva, “era assolutamente in grado di intendere e di volere”. Conclusa la requisitoria della Facciotti, hanno preso la parola i legali di parte civile. L’avvocato Francesca Lombardo ha affermato: “La condotta dello Spanò risulta caratterizzata da una meccanica e fredda premeditazione e lucidità. Si tratta di azioni illecite ragionate, riflettute, preordinate in maniera brutale. La sua condotta, poi, è da un lato anche vigliacca, perché approfittava di pazienti in stato di completa incoscienza e quindi di inferiorità psichica, ma che soprattutto si rivolgevano a lui e a Milazzo per ragioni superiori di salute, per curarsi; dall'altro lato la condotta è anche sadica e perversa”. L’avvocato Vincenzo Forti ha, invece, detto: “Per la prima volta mi sento tutelato dall'autorità costituita, che ha dimostrato sin dalle indagini obiettività. Quello sofferto dalle vittime è un dolore che non è risarcibile con una somma di denaro, né con una condanna. Le persone offese solo con la morte corporale potranno trovare ristoro alle loro atroci sofferenze”. Il 19 aprile sarà il turno degli avvocati difensori Stefano Pellegrino e Marco Siragusa.