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02/04/2017 06:20:00

Diana D'Angelo: "Io, Marsala, il teatro"

Diana D'Angelo, attrice. Come mai?

Perché questa professione... È la cosa che so fare meglio nella vita.

Hai vinto Hystrio 2008. Che cosa ci fai a Marsala ?

Sono qua per aiutare un po'. La mia terra, i miei  concittadini, un po' a capire cos'è il Teatro e qual è la mia arte e cosa vuole portare di buono nella vita dell'uomo.

Ti è andata male in realtà, vero?

Mi è andata male... Decisamente, certo ma... non mi lamento per niente, perché qualche risultato comincia a vedersi, con tutte le polemiche che si può portare dietro una rivoluzione del genere.
 
Che tipo di polemiche?

Le polemiche che ci sono state di recente su un grandissimo direttore artistico che è stato nominato a Marsala, Moni Ovadia.  Le polemiche però non vertono sul direttore, ovviamente, ma sull'amministrazione e sulle poche risorse dedicate al settore dello spettacolo.

Che cos'è il premio Hystrio?

Il premio Hystrio è uno dei più importanti premi teatrali a livello nazionale. Io per l'appunto ho vinto il premio Hystrio alla vocazione per il Teatro. È un premio che permette ai giovani, sia appena sfornati dall'accademia sia senza formazione riconosciuta a livello istituzionale, di essere valorizza e apprezzati per le doti e la tenacia che abbiano avuto nella loro breve vita, perché bisogna essere giovani per iniziare, per avere una risposta per una carriera, in questo ambito.

Hai corrotto i giudici, è vero?

No, francamente ti rispondo, molto tristemente, che se io ho vinto è perché in Italia c'è veramente poco. Soprattutto c'è poco materiale umano che sfornano le accademie, evidentemente. Perché io, pur non venendo da un'accademia, sono stata insignita di questa onorificenza. Per lo più inaspettata.

Quindi ti consideri l'inizio del degrado del Teatro italiano.

Sì, sì, esatto. Cioè io sono la prova evidente dello sfacelo... Ormai avere successo ancora per molti è una tappa fondamentale da raggiungere, un obiettivo. Il successo oggi per me non ha una valenza culturale, anzi: più ti defili, meglio stai e meglio riesci a difendere la tua idea e i tuoi princìpi.

 È meglio quindi vivere in disparte.

Sì, lavorare dal basso, lavorare in casa propria, nel proprio piccolo. Dal piccolo si può iniziare a forgiare qualcosa. Lo ha fatto Michele Perriera a Marsala per primo e lo ha fatto grazie a un'amministrazione capace di organizzarsi, semplicemente.Tu hai determinate mansioni, tu hai le competenze per svolgere determinate mansioni, hai le tue conoscenze... da questo organizzi una squadra che abbia un caposquadra che organizzi altre sottosquadre... C'è collaborazione, c'è organizzazione. Oggi non c'è questo. L'amministrazione dell'ex Sindaco Lombardo ha portato il Teatro qua; ha detto: "Ragazzi, esiste anche questa forma di comunicazione, di gioco, di relazione, di partecipazione che è il Teatro". Ci ha fatto scoprire questa cosa meravigliosa. Ora stanno cercando di ripetere questa cosa, cioè arrivano grandi personalità del Nord, con tutti i buoni propositi appresso. Però qua sta trovando una categoria di artisti già preparati, che non li tratti da pecoroni, perché potrebbero offendersi in molti.

Fai parte del Teatro Abusivo e del Baluardo Velasco. Che cosa sono?

Il Baluardo Velasco, come sanno ancora troppo pochi, è un piccolo teatro di ottantadue posti, fatto con i nostri sudori e con le nostre manine e con i nostri errori sicuramente, ma anche con tanto amore. Da cinque anni a questa parte abbiamo in fede sempre scommesso sulla possibilità di creare un circuito di buone proposte d'arte, di spettacolo. Perché non solo parliamo di spettacolo, ma la musica, la pittura. Voleva essere un piccolo centro culturale questo nostro Baluardo, che ancora stenta un po' a essere riconosciuto.Il Tam, Teatro Abusivo Marsalese, è un tentativo di Scuola di Teatro, differentemente dal Baluardo. Il Baluardo, tra le attività collaterali conta dei ilaboratori di Teatro, ma sono laboratori, non è una scuola. Può dare un'infarinatura, proprio per un primo approccio all'esibizione, al palco. Si lavora su un testo, si va in scena per come si può, ma è sempre un'esperienza di sei mesi di formazione che ti permette di andare in scena, ma non di poterti definire attore. Al Tam invece è una formazione. Fin quando tu ti senti di formarti continui a frequentare la scuola. Io lì insegno dizione e fonetica.

Fai lezione anche ai bambini di sette anni.

Dire "fare lezione" è per abbreviare. Devo stare ogni volta a specificare che "andiamo a giocare"?

Quindi non sono vere lezioni.

Li ho sempre definiti incontri. Se dico "venite a lezione" è perché si insegna, a tutti, e si impara, tutti, qualcosa.

 Quindi i genitori pagano per delle non-lezioni.

I genitori pagano per un mio lavoro per cui io mi rompo il culo. Sì, pagano, e pagano pure molto poco. È molto conveniente. Se un genitore porta suo figlio a teatro, la prima cosa che chiarisco è: qua non è un asilo nido per cui se tu hai da fare vieni a buttare tuo figlio qua, uno; due: i bambini oggi più che mai hanno bisogno di un luogo per incontrarsi e stare bene insieme e tornare al contatto fisico e all'espressione anche verbale, ma anche espressiva (facciale) di una comunicazione di base che è quella sensoriale, del contatto visivo, del contatto tattile, del contatto cerebrale, del contatto del cuore, imparare a respirare. Respirare ti aiuta nella vita di tutti i giorni. Ti aiuta a controllare i tuoi nervi, a sopportare il dolore. Sono cose che dobbiamo imparare a fare tutti, è uno strumento in più per vivere meglio.

 Adesso convinci me, adolescente svogliato, ad andare a teatro.

Potrei recitare un pezzo...

 In mezzo alla strada, davanti a un caffè?

Sì, perché no? Gli potrei mostrare subito la magia e l'imbarazzo che provoca il Teatro. Lo potrei far morire dall'imbarazzo! Però dimostrandogli quanta sicurezza poi riesce ad acquisire. Ti toglie un macello di paure il Teatro. E ti dà la possibilità di spogliarti delle scorie che hai accumulato nel tempo.

 Ti piacerebbe davvero fare un pezzo di Teatro in mezzo alla strada?

L'ho fatto un macello di volte.

Perchè i teatri a Marsala sono sempre mezzi vuoti?

... Secondo me... c'è un buco nero; abbiamo sempre sospettato questo, io e Claudio Forti, presidente del Baluardo Velasco. Il teatro non si riempie: uno, perché i nostri eventi non sono fatti per una massa, una calca di gente. Quando ne prevediamo un po' di più, dobbiamo affittare il Comunale. Così abbiamo fatto finora. Ci avevano anzi assicurato che non ci sarebbero state coincidenze di date, cosa che purtroppo invece si è verificata malamente. Ma andiamo avanti. Non tutti hanno la voglia, la preparazione di poter seguire un certo genere di spettacolo, per cui noi andiamo sempre alla ricerca di cose un po' più particolari, non abbiamo mai fatto Teatro solo per intrattenimento semplice e scevro. Può essere pure considerato un po' snob dalla stragrande maggioranza delle persone che non si sono mai volute avvicinare a questo posto. Ma, volendo, va bene così.

Non sarà perché il biglietto costa tanto?

Fatti un calcolo. Dopo che ti fai i tuoi conticini, su ottantadue posti, un possibile 70-30, che è la soluzione più economica per noi con un artista. Considera e calcola le spese del tecnico, della SIAE, le spese della pulizia e quant'altro. Fatti un calcolo, poi mi sai dire quanto dovrebbe essere un biglietto. Noi l'anno scorso facevamo i biglietti a dieci euro, per esempio, soprattutto con gli artisti locali. Per cui si muovono i familiari e gli amici intimi. A dieci euro andavamo sempre sotto, non siamo riusciti a coprire le spese. Un tempo il Teatro veniva finanziato e sovvenzionato da grandi imprenditori. Una volta ci credevano gli imprenditori nell'Arte. Credevano alla pittura, credevano nel Teatro. Credevano che fosse il mezzo migliore per educare un cittadino, per formare il cittadino del domani. Sicuramente dovremmo trovare la nostra evoluzione, anche nel settore del Teatro. Un'evoluzione per una formazione più incisiva, perché la gente non è bene invitata a venire a teatro.

Che cosa ne pensi di questa fatidica stagione teatrale comunale marsalese?

Spero che non finiscano piene di debiti le casse del Comune.

Questo perché gli spettacoli fanno schifo?

No, assolutamente no! No: costano tantissimo. E, ripeto, sono molto poche le risorse che *dovrebbero* essere destinate alla categoria degli artisti. Forse la frustrazione dell'artista marsalese nasce proprio da là: i pochi fondi che ci sono non vengono... né spesi, né chiesti... né pensati per noi, ma solo per un lustro personale di qualche strategia amministrativa. E questo è penoso... perché siamo molto indietro, altro che evoluzione... 

Quale sarebbe la soluzione a questo problema?

La soluzione a questo problema... Ci vorrebbe un po' di coraggio, prima di tutto. Ci vorrebbe, ci vorrebbe anche un assessore alla cultura più preparato, secondo me. Ci vuole saper amministrare, anche, i propri dipendenti... a capire qual è il meglio per il proprio cittadino!

Il Teatro... è morto?

Non può morire il Teatro. No. Il Teatro può evolversi, e lo deve fare. Ma forse... un po' più in fretta di tutto il sistema, perché qua ci stiamo mettendo troppo a evolverci. 

Come può il Teatro restare al passo con i tempi ed evolversi?

Eh, come può fare... intanto, mmmh... secondo me deve studiare, una persona, deve studiare tanto, sempre, tutta la vita. E si deve aggiornare, e deve andare a teatro, e deve vedere spettacoli e deve avere la "possibilità" di andare a teatro, senza ritrovarsi con le tasche vuote. E... certo, deve andare a vedere del buon Teatro, ma anche del pessimo Teatro, per poter avere anche l'altra faccia della medaglia.

Quale buon genere teatrale consigli?

Il teatro che più mi piace l'avanguardia, il Teatro d'avanguardia, surrealista, quello che gioca con i concetti metafisici ed esistenzialistici, mi piace... lo psicodramma. Sì, lo psicodramma mi piace tanto. Poi mi piace tanto anche Brecht, e quindi tutto il Teatro epico... a me piace, a me piace il Teatro che ti lascia qualcosa dentro, una domanda, una scintilla, uno stimolo, che t'accenda qualcosa, una vampata!



Cultura | 2024-09-29 11:11:00
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