Castelvetrano, lì 15 marzo 2017
Nella qualità di difensore di fiducia dei signori Enrico Maria Adamo e Giovanni Marco Adamo, ho ricevuto solo in data 2 marzo scorso la notifica di cancelleria del provvedimento della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani che ha disposto il sequestro del complesso dei beni aziendali e personali dei due imprenditori miei assistiti.
Mi chiedo, pertanto, come sia possibile che la vostra testata giornalistica abbia potuto pubblicare sul vostro sito on line notizie tratte a piene mani dal contenuto di tale provvedimento giudiziario già alle date del 3/6/28 febbraio e poi ancora in data 8 marzo 2017, con ampi stralci di conversazioni ambientali intercettate dagli organi d’indagine nell’ambito del procedimento penale n. 92/2016 Reg. Misure di Prevenzione.
Non trattandosi del solito “comunicato stampa” diffuso dalle forze di polizia operanti, ma di notizie sistematicamente e ripetutamente tratte da un atto giudiziario non avente efficacia di cosa giudicata e che dovrà superare la verifica giudiziale con le forme processuali della camera di consiglio non aperta al pubblico, mi chiedo come siate venuti in possesso di notizie di natura non accessibile e ne abbiate diffuso il contenuto sul vostro blog TP24.
Ma la circostanza che rimane del tutto incomprensibile è la vostra scelta di diffondere autonoma notizia giornalistica di questioni private che, sebbene riguardino il proposto alla misura di prevenzione Enrico Maria Adamo, non sottendono ad alcuna notizia di rilievo penale a suo carico.
Così scatenare via internet la forza di pubblica informazione ritenendo doverosa la pubblicazione di numerosi articoli nel cui contesto vengono messe in risalto le attitudini sessuali o l’abuso personale di sostanze stupefacenti di un giovane ex assessore (2009) e di un ex consigliere comunale (2012) che da oltre un anno non si occupa più di politica locale e che è lungi dall’intenzione di candidarsi alle prossime elezioni amministrative cittadine e dunque per questo non pare possa in qualche modo minacciare quella che la vostra TP24 chiama “la nostra piccola democrazia”, appare del tutto ingiustificabile, inopportuno e di grave nocumento della sfera privata del mio cliente.
L’ulteriore megafono internet con improvvida nuova pubblicazione delle medesime questioni private ripetuta on line il 28 febbraio 2017, come fosse una sorta di excusatio non petita ammantata da citazioni dei principi dei pilastri del giornalismo stampato americano, appare altra grave lesione dei diritti del mio cliente con ulteriore violazione della sua privacy.
Certamente non appare sufficiente avere espresso il dispiacere del direttore responsabile a “raccontare queste cose”, ma proprio perché non si vuole lasciare al buio nulla che riguardi un ex assessore ed ex consigliere comunale, appare dovere primario del buon giornalista “fare luce su scandali piccoli e grandi della nostra provincia”.
Conseguentemente, facendo seguito al mandato ricevuto, intendo
Diffidarvi
a non proseguire nella pubblicazione di notizie riferibili alla sfera privata del mio cliente e a
Rimuovere
i contenuti lesivi della dignità e della privacy di Enrico Maria Adamo, anche attraverso affermazioni apodittiche desunte sul conto di entrambi i proposti alla misura di prevenzione, sino a quando essa non costituisca provvedimento definitivo secondo legge e ciò in forza dei principi costituzionali che sanciscono la presunzione di non colpevolezza sino al giudicato definitivo.
Con riserva di verificare gli eventuali estremi della diffusione di notizie ed elementi contenuti da atti giudiziari coperti dal segreto istruttorio. Avv. Francesco Messina
Gentile Avvocato,
lei dice di aver ricevuto il provvedimento del sequestro di beni per mafia dei suoi assistiti il 2 Marzo. C'è qualcosa che non va. Perché, non noi, ma altre testate giornalistiche riportavano alcuni contenuti del provvedimento già a fare data dal 3 Febbraio. C'è stato un comunicato stampa della Dia, se ricordo bene. Per prassi, i comunicati sui sequestri di beni sono emessi solo quando il sequestro si è compiuto, gli amministratori sono entrati in servizio, i "preposti" sono stati avvisati. Questo sarebbe un caso di sequestro a vostra insaputa, e sarebbe molto grave. Ha la nostra solidarietà.
Noi, come nel nostro stile, ci siamo presi il nostro tempo. Abbiamo aspettato che passasse un lasso di tempo perché l'atto fosse "conoscibile" alle parti più o meno in causa (anche il Sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, ne è entrato in possesso, e non è persona interessata dal provvedimento...), dopodichè abbiamo fatto il nostro mestiere: studiare l'atto (che può arrivare a noi da fonti più diverse) a quasi un mese dalla sua pubblicazione, mettere in relazione fatti, cose e persone e raccontare ai lettori le cose importanti.
Circa i fatti che riguardano Enrico Maria Adamo non li riteniamo di natura privata, perché afferiscono ad un soggetto che ha fatto e fa politica, è inserito nella società di Castelvetrano, alla vigilia delle elezioni amministrative, e, tra l'altro, in un momento in cui, anche sulla scorta di questo sequestro, una commissione prefettizia sta facendo luce su eventuali infiltrazioni della mafia nell'Amministrazione Comunale di Castelvetrano. Vuole negare che ciò non sia di evidenza pubblica? Mi spiego con un altro esempio: se Tizio compra cocaina da un tale, non è notizia. Se però Tizio è un consigliere comunale, o un assessore, e la compra da un soggetto finito coinvolto in un'operazione antimafia, è notizia. Poi, è chiaro, siamo qui per raccontare le cose con serenità, tutto si può precisare, le cose possono cambiare, il sequestro può essere anche cancellato, quei fatti però restano, e raccontano "una storia". Non bisogna confondere un "fatto", con la "colpevolezza".
Giacomo Di Girolamo