Sono state oltre 35mila, di cui 20mila nella sola giornata conclusiva, le persone che, dal 12 al 19 marzo, hanno visitato Salemi in occasione della tradizionale Festa di San Giuseppe. La cittadina del Trapanese, inserita tra i Borghi più belli d’Italia, ha messo in mostra anche in questa edizione i celebri Altari di pane così come le Cene, nate come ex voto dedicato al Santo, in cui è stato possibile degustare centinaia di piatti tipici della tradizione. Per visitare Altari e Cene ci sarà tempo fino a domenica prossima, 26 marzo.
Oltre ai laboratori educativi e del pane, ai momenti dedicati al teatro-narrazione e alla musica, particolare riscontro ha avuto la terza edizione della mostra “Ritualità, tradizione e contemporaneità del pane”, ideata e curata da Giuseppe Maiorana, in collaborazione con il Polo Museale regionale d’arte
moderna e contemporanea-Palazzo Riso e il dipartimento di Architettura
dell’Università di Palermo. La mostra si prolungherà fino al 9 aprile.
"Un successo strepitoso che premia gli sforzi fatti in questi anni e per il quale ringrazio quanti lo hanno reso possibile, da chi ha lavorato materialmente a coloro i quali ci hanno voluto pregiare della loro presenza - commenta il sindaco di Salemi, Domenico Venuti -. Come auspicavamo la festa di San Giuseppe si è evoluta in un evento-vetrina che accompagnerà il percorso di valorizzazione della città e il naturale sviluppo turistico a cui è vocata. Agricoltura, artigianato e turismo sono tre pilastri su cui fondare la ripresa economica del nostro territorio e i festeggiamenti di San Giuseppe a Salemi interpretano la loro sintesi, declinandola in chiave artistica attraverso la sapiente lavorazione del pane e la sua integrazione con le bellezze offerte dal nostro centro storico.
Recuperando appieno la tradizione e assecondandone la sua evoluzione, si è posto un tassello importante da cui trarre linfa vitale per il futuro”.
Secondo Giuseppe Maiorana, assessore comunale alla Cultura, Turismo e Spettacolo, “le numerose presenze di turisti e viaggiatori in questa settimana della Festa di San Giuseppe, provenienti da tutte le parti della Sicilia e non solo, ci hanno confermato che il lavoro portato avanti, con grande spirito di collaborazione tra cittadini, associazioni e amministrazione, può generare grande risultati”. “Questa tradizione - ricorda - rischiava di passare nel dimenticatoio ma con il lavoro di squadra e una 'visione' comune è stata rigenerata. Abbiamo chiesto aiuto all'arte, alla musica, al teatro di narrazione, ai saperi artigianali, ma anche avviato un lavoro di educazione che partendo dai più piccoli ha coinvolto i più grandi, così da poter riattualizzare una tradizione che, per forza di cose, cambia e si evolve ma ne rispetta la sua identità. Un segnale aggiunto è stato il coinvolgimento dei ragazzi delle comunità, ospiti nei nostri centri di accoglienza, che certamente vivono nella nostra città e che pian piano scoprono abitudini e riti vicini alle loro origini. Il futuro, per mantenere vive le tradizioni, dovrà necessariamente prevedere lo scambio generazionale e culturale”.