Il concerto di Piovani e il mio rammarico per non aver potuto partecipare. Ma siccome è cosa buona parlare di uno spettacolo solo dopo averlo visto, cedo la parola all’inviato speciale Pietro Pellegrino, lui c’era e ha potuto contare anche gli assenti
“nell’amor le parole non contano, conta la musica”
Con questi due versi di Quanto t’ho amato di Roberto Benigni, si spengono le luci al Teatro Impero decretando un altro successo frutto della programmazione del Maestro Moni Ovadia.
«La musica è pericolosa – ci ha spiegato Nicola Piovani – come lo sono tutte le cose profondamente belle: ci cambiano, a volte ci amma¬liano di bellezza, come gli innamoramenti adolescenziali… come pericolosi possono essere i nostri incontri con quella bellezza che ha la forza di cambiarci dentro.
Lo spettacolo percorre, con parole e suoni, alcune tappe della mia vita in cui mi sono trovato a confronto con la seduttiva perico¬losità della musica: la scoperta di grandi autori, il fascino delle bande musicali, la potenza di una canzonetta, la musica nelle favole della mitologia greca…».
Nicola Piovani, premio Oscar per la colonna sonora del film “La Vita è Bella” di Roberto Benigni, ci ha così accompagnato, per ben due ore, in un viaggio incantato alla riscoperta del valore straordinario della musica, cassa di risonanza delle nostre emozioni, straordinario mezzo di comunicazione e di liberazione in una società che sempre più ha bisogno di bellezza e fantasia.
Lo spettacolo nasce come un racconto musicale narrato dagli strumenti che agiscono in scena – pianoforte, contrabbasso, per¬cussioni, sassofono, clarinetto, chitarra, violoncello, fisarmonica. A scandire le stazioni di questo viaggio musicale in libertà fra le sue più famose colonne sonore per cinema e teatro, Nicola Piovani racconta, in prosa e musica, la sua vita di compositore, condividendo con il pubblico gli incontri con i più importanti pro-tagonisti del cinema italiano e internazionale e con poeti, artisti, cantautori e musicisti (da Federico Fellini a Mario Monicelli, da Roberto Benigni a Fabrizio De André…).
I video di scena integrano il racconto con immagini di film, di spettacoli e, soprattutto, immagini esclusive che artisti come Luzzati e Manara hanno dedicato all’opera musicale del Nostro raggiungendo, a mio avviso, l’acme del lirismo musicale con la rievocazione audio di Marcello Mastroianni che canta la famosissima “Caminito” accompagnata da un Piovani attentissimo a leggerne il labiale per (così ci ha raccontato) “le non proprio rispettose conoscenze del ritmo musicale di Marcello”.
Federico Fellini disse che “la musica è un pericolo che vale la pena correre perché regala inaspettati scampoli di divinità” e da qui prende il via questa avventura che il Maestro Piovani condivide con i musicisti della sua ensemble:
Nicola Piovani: Pianoforte; Marina Cesari: Sax/Clarinetto; Pasquale Filastò: Violoncello/Chitarra; Ivan Gambini: Batteria/percussioni; Marco Loddo: Contrabbasso; Rossano Baldini: Tastiere.
Alla fine tre applauditissimi bis hanno dimostrato il sincero gradimento degli oltre ottocento spettatori paganti e profondamente “soffocati dalle emozioni”.
P.S. Giusto per non perdere il vizio del libraio, segnalo anche il libro, che porta lo stesso titolo del concerto, edito da Rizzoli, in cui Piovani anticipa i contenuti che noi, ieri sera, abbiamo ascoltato.
Katia Regina e Pietro Pellegrino