Tratto da Wikipedia: Un'escape room, o gioco di fuga dal vivo, è un gioco di logica nel quale i concorrenti, una volta rinchiusi in una stanza allestita a tema, devono cercare una via d'uscita utilizzando ogni elemento della struttura e risolvendo codici, enigmi, rompicapo e indovinelli. Per poter completare con successo il gioco, i partecipanti - che solitamente variano da 2 a 8 persone - devono organizzare la fuga entro un limite di tempo prestabilito, di solito di 60 minuti.
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Erano diversi gli amici di Roma, Milano, Bologna, Torino, Palermo che avevano sperimentato il brivido della fuga nelle cosiddette escape room, lasciandomi null'altro da fare se non contemplare malinconicamente la loro allegria immortalata su Facebook.
Trapani, seppur bella e affascinante, mi sembrava sempre più spesso avida di emozioni e di originalità.
Quando dunque si seppe che il franchising eXcape sarebbe arrivato nella nostra città, già fremevo all'idea di sfidare le 3 stanze a disposizione: la prigione, la stanza vittoriana e quella Horror; riproduzioni fedeli e talmente immersive da instillare un senso di timore reverenziale nell'animo degli audaci giocatori.
Ma alla fine si tratta di un gioco, no? E per quanto emozionante, come tutti i giochi si caratterizza per divertimento, sicurezza e assenza di rischi.
Così, quando con i miei amici scegliemmo la "prigione", e fummo subito ammanettati alle grate della nostra cella, non provai paura ma soltanto quel senso di sfida che caratterizza tutti i veri giocatori.
Dove si nascondeva la combinazione delle manette che mi separavano dagli altri enigmi della stanza?
E il cervello prese a lavorare alacremente. Le associazioni di idee iniziarono ad affastellarsi come cavalloni in un mare in tempesta, lo sguardo si fece acuto e i pensieri affilati come lame di rasoi.
Ed ... eccola lì!
La combinazione si era materializzata improvvisamente. Un attimo prima era uno dei tanti dettagli della stanza, l'attimo era la soluzione più ovvia e logica.
Lo scatto metallico sancì la definitiva apertura della manette e, da quel momento in poi, fu un conto alla rovescia spasmodico e tumultuoso. Occorreva trovare la sola e unica combinazione da inserire nel tastierino numerico di fianco alla porta. L'unica che ci avrebbe permesso di fuggire dalla stanza entro i fatidici 60 minuti a nostra disposizione.
Un tempo ben scandito dal monitor posto sopra le nostre teste e che, come il pendolo mortale del libro di Poe, ci avvicinava sempre di più alla nostra sconfitta. La penombra di certo non aiutava la nostra missione e per ogni enigma risolto, altri 10 si allineavano
come mattoni di un muro apparentemente invalicabile. Alcuni ovvi, altri più cervellotici. Ed i secondi ritoccavano beffardi. Scivolosi come sabbia in un pugno.
E più ci si avvicinava la fine, più tutto diventava rapido, frenetico. Combinazioni, lucchetti, segreti, cifre, simboli. Corri, prova, torna indietro, prendi la chiave. È sbagliata! Tenta quest'altro lucchetto, si è aperto! C'è un codice. Sono numeri? No lettere! Guarda nell'armadio! Dove? Non c'è! Eccolo lì, è un 4. Digita 4, presto! 5 minuti, presto!!!
Mentirei oggi se vi dicessi che riuscimmo a fuggire al primo tentativo. Che gli enigmi della stanza non piegarono la nostra intelligenza, deridendo il nostro intelletto.
Eppure, seppur vinti, ridevamo tutti quanti.
Avevamo trascorso un'ora emozionante ed adrenalinica. Avevamo sperimentato un'avventura unica ed emozionante, coronandola però da una promessa solenne.
La prossima volta avremmo vinto noi!
(Luca Sciacchitano, autore di Le Ombre di Nahr e Fatima).
Per info e prenotazioni potete cliccare su www.excaperoom.it/trapani