Si avvicinano le elezioni a Trapani. Tra i candidati già sicuri ci sono Mimmo Fazio, Pietro Savona per il PD, ma c’è anche l’avvocato Giuseppe Marascia. Come si dice in questi casi, Marascia, chi gliel’ha fatto fare?
Lo spirito di servizio necessario per la città. Se si ama la città di Trapani ci si deve mettere al suo servizio.
Lei, Marascia, è candidato con il Movimento Civico “A Misura d’Uomo”, alla vostra presentazione c’è stato anche Antonio Ingroia. C’è lo spirito di servizio, ma avete anche un programma?
Certamente, noi come associazione siamo nati tre anni fa. Siamo nati per affrontare problemi della Città e offrire alcune soluzioni all’amministrazione, ma anche alle altre liste.
Quali sono le vostre proposte principali per il rilancio di Trapani?
Mentre la maggior parte dei politici parlano della necessità di rilanciare il turismo, ma con un visione solo mercantilistica, per la vendita del territorio, noi invece riteniamo che sia essenziale riqualificare il territorio per renderlo piacevolmente vivibile per i cittadini trapanesi, solo quando questo diventerà un posto migliore per gli stessi trapanesi, solo allora diventerà un ottimo collettore di clientela turistica. Noi guardiamo di più alla qualità della vita delle persone e riteniamo che si debba cominciare da quei luoghi che ancora oggi, ma da tanti, troppi anni, vivono in condizioni di abbandono totale e di degrado urbano. Pensiamo alle zone delle case popolari, dove vivono persone che non solo sono stati dimenticati dall’amministrazione, ma in realtà sono state dimenticate da tutti, dove attualmente non c’è nessuna speranza di vita e di recuperare una dignità umana.
Giuseppe Marascia, in questo momento avete solo tre candidati al consiglio comunale?
No, abbiamo una lista completa con tanti candidati. Non sono solo tre.
Pensate a degli apparentamenti o come i grillini siete duri e puri?
No, non siamo sicuramente chiusi. Il nostro rapporto con Ingroia è collegato all’esperienza del referendum costituzionale. Noi eravamo un comitato per il NO, lui pure e la nostra collaborazione ha portato ad un lavoro che ha visto mutare i Comitati del NO, che avevano uno scopo e una durata predeterminata, in comitati permanenti in difesa della Costituzione. Abbiamo sostenuto la democrazia con il nostro NO al referendum costituzionale, non aprirsi al dialogo sarebbe un controsenso. Noi siamo pronti a discutere con tutti, ma a discutere sui programmi che non devono essere finalizzati alla vendita del territorio. Noi non abbiamo intenzione di vendere o di svendere il patrimonio pubblico a nessuno.
Dovendo scegliere un alleato con cui parlare, chi preferisce tra D’Alì, Fazio o Savona?
Ma, io non ho nessuna preferenza perché sono tutte persone dignitose con cui si può parlare senza alcun tipo di problema. Ripeto ci si dovrà incontrare sui programmi. Perché se l’idea sarà quella di favorire, attrarre i privati, nel senso di concedere o dare in concessione pezzi di territorio, pezzi di patrimonio pubblico, lì non ci troveremo d’accordo. Queste saranno le tematiche castranti della possibilità di un dialogo, se invece si andrà nella direzione, che è quella di occuparsi dei cittadini, allora sarà diverso. Noi riteniamo ad esempio che il Comune debba farsi portatore della moltiplicazione dei servizi a sostegno alla pubblica istruzione, perchè bisogna investire in cultura, anzi, bisogna cercare di creare una nuova cultura nei cittadini per il rispetto e la ricostruzione di un nuovo tessuto sociale.