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25/01/2017 17:46:00

Legge elettorale, ecco cosa ha deciso la Corte Costituzionale: salta il ballottaggio e...

 La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla legge elettorale voluta dal Governo Renzi, il cosiddetto Italicum. I nodi erano diversi, dal premio di maggioranza fino al ballottaggio. Ebbene, la Consulta ha deciso che la legge elettorale, tutto sommato, va bene, tranne per il ballottaggio, che è incostituzionale, e per altre cosette. Quindi, tecnicamente, si potrebbe andare al voto anche subito. Il problema è che questo Italicum senza ballottaggio è una specie di sistema proporzionale con un premio di maggioranza molto difficile da raggiungere, e quindi non garantisce la governabilità. 

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall’Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 ‘impugnata’ da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E’ stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.

Dichiarata illegittima la disposizione dell’Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione.

La Corte Costituzionale, nel giudizio sull’Italicum, ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono. La Consulta – si legge in una nota – ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. “A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957”, spiegano i giudici costituzionali. La Consulta ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni.

Questo il comunicato della Corte.

“Oggi, 25 gennaio 2017, la Corte costituzionale si è pronunciata sulle questioni di legittimità costituzionale della legge elettorale n. 52 del 2015 (c.d. Italicum), sollevate da cinque diversi Tribunali ordinari. La Corte ha respinto le eccezioni di inammissibilità proposte dall’Avvocatura generale dello Stato. Ha inoltre ritenuto inammissibile la richiesta delle parti di sollevare di fronte a sé stessa la questione sulla costituzionalità del procedimento di formazione della legge elettorale, ed è quindi passata all’esame delle singole questioni sollevate dai giudici. Nel merito, ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono. Ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione. A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957. Ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni. All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”.

Ieri l l’udienza pubblica è durata oltre quattro ore, prima che iniziasse la maratona della camera di consiglio. I 13 giudici costituzionali (ne mancano due per le dimissioni di Giuseppe Frigo, non ancora sostituito dal Parlamento, e per l’assenza per ragioni di salute di Alessandro Criscuolo) si sono chiusi in conclave alle 17 e ne sono usciti dopo un paio d’ore, dandosi appuntamento a stamattina per confezionare il comunicato stampa con un verdetto che non crei vuoti normativi ma, anzi, sia “autoapplicativo”. Le motivazioni complete della sentenza – affidata al relatore Niccolò Zanon – arriveranno a metà febbraio. E conterranno certamente anche importanti indicazioni al legislatore.

 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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