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21/01/2017 06:10:00

Il degrado del porto di Mazara. Da 40 anni si aspettano i lavori di escavazione

 Il Coordinamento Territoriale Filiera Ittica Mazara, del quale fa parte il Distretto della Pesca e Crescita Blu (insieme a Confederazione Imprese Pesca-Federpesca, Co.Ge.P.a.  Mazara, Federazione Imprese Pesca Mediterranea-Coldiretti, Fiume  Mazaro-UNCI  Pesca, O.P. Il Gambero e la Triglia del Canale, FAI-CISL,  FLAI-CGIL,  UILA-UIL), ha scritto, con l’obiettivo di avere dei chiarimenti, una nota all’Assessore regionale Territorio ed Ambiente, Maurizio Croce, dal quale dipende l’Ufficio che si è espresso negativamente in merito alla possibilità di sversamento nella cosiddetta “colmata B” dei fanghi prelevati dall’escavazione del porto canale.

A seguito di quella decisione, immotivata, il progetto di escavazione del porto mazarese è ancora fermo. Il porto della marineria più grande d’Italia è insabbiato perché non dragato da circa 40 anni. Ciò continua a provocare danni e disagi ad una comunità, quella mazarese, che sopravvive attraverso le attività connesse alla pesca.

“Il diniego al collocamento dei materiali dragati della cosiddetta “Colmata B”, cioè un’area individuata a tale scopo dal piano regolatore portuale, regolarmente approvato dall’Assessorato regionale al Territorio –ha spiegato il presidente del Distretto Giovanni Tumbiolo- rischia fatalmente di soffocare ogni legittima speranza di avere un porto navigabile e rischia di affossare definitivamente Mazara e con essa l’economia ittica siciliana. I danni causati da questa paradossale disfunzione sono incalcolabili”.  

Un errore politico imperdonabile, oltre che un fardello che l’Assessore al Territorio (forse inconsapevole e mal informato da una burocrazia timorosa e superficiale) potrebbe portarsi per sempre sulla coscienza. Tuttavia stiamo collaborando con tutte le competenti Amministrazioni per tentare di risolvere la questione del trattamento, dello sversamento e del possibile riutilizzo dei materiali estratti.

Il Coordinamento ha proclamato lo stato di agitazione permanente del settore non escludendo azioni clamorose per la riaffermazione della dignità di tutti gli armatori, pescatori ed operatori marittimi e portuali che subiscono da anni una insopportabile ingiustizia: la privazione della fonte principale di vita per loro e le loro famiglie, cioè l’uso del porto di Mazara, che ha contribuito al prosciugamento economico e sociale dell’intera Città.

CRISTALDI. “Come si può tollerare quello che si sta verificando intorno alla mancata escavazione del Fiume Mazaro?” Se lo chiede il Sindaco di Mazara del Vallo, on Nicola Cristaldi a seguito degli oltre 5 anni che non sono bastati alla Regione siciliana per procedere al dragaggio e alla messa in sicurezza del Porto Canale. “Dal 2011 – dice Nicola Cristaldi – la Regione deve procedere all’individuazione della ditta esecutrice dei lavori e dopo diverse peripezie a nulla è valsa l’aggiudicazione della gara, stante che dopo aver individuato la ditta vincitrice  la stessa gara è stata praticamente annullata, fatto che determina il deterioramento ulteriore della situazione nonché il pericolo igienico-sanitario e di sicurezza pubblica. Di fatto – aggiunge il Sindaco – il Porto Canale di Mazara del Vallo è praticamente ‘inagibile’ a causa della mancata escavazione. Tutta la vicenda – conclude il già Presidente dell’ARS – è una vergogna che dimostra l’incapacità degli apparati regionali di spendere i soldi provenienti in Sicilia dall’Europa e da Roma”.

RIUNIONE. Una riunione tecnica, finalizzata alla ricerca di soluzioni per l’escavazione del porto, si è svolta  nella sede del Distretto Pesca e Crescita Blu. I lavori per l’escavazione, aggiudicati da mesi alla ditta Ecol2000 di Messina, non sono iniziati a causa del parere negativo espresso dagli uffici dell’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente allo stoccaggio dei materiali prelevati nella cosiddetta “colmata B”. Alla animata riunione, promossa dal Coordinamento Territoriale Filiera Ittica Mazara (di cui fanno parte Confederazione Imprese Pesca-Federpesca, Distretto Produttivo della Pesca, Co.Ge.P.a. Mazara, Federazione Imprese Pesca Mediterranea-Coldiretti, Fiume Mazaro-UNCI Pesca, O.P. Il Gambero e la Triglia del Canale, Fai-Cisl, Flai Cgil e Uila-Uil), hanno partecipato i rappresentanti della Ecol2000 (il titolare Giuseppe Micali e i tecnici Daniele Andronico e Aurelio Micali), il vice sindaco Silvano Bonanno, il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, Alberto Ditta. Nel corso dell’incontro, preceduto da un sopralluogo al porto da parte dei tecnici della ditta messinese, sono state prospettate soluzioni alternative allo sversamento del materiale prelevato con i lavori di escavazione. Si attendono, adesso, sviluppi da parte dei progettisti e dalla stazione appaltante (il Commissario regionale per il Rischio Idrogeologico) riguardanti le interlocuzioni con l’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente.

Nel frattempo continua lo stato di agitazione della marineria mazarese. In caso di ritardi – hanno anticipato i rappresentanti degli armatori e lavoratori – non si escludono clamorose iniziative di protesta per ottenere la risoluzione di una problematica irrisolta da anni che ha creato pesanti difficoltà agli operatori della pesca di Mazara del Vallo.