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21/01/2017 06:20:00

Il Consorzio del Vino Marsala, i tentativi della politica e la voglia di rilancio

Dalle pagine di Tp24 siamo stati i primi a raccontare dell’esclusione del Consorzio del Vino Marsala dall’elenco ufficiale dei Consorzi di Tutela del Vino da parte del Ministero dell’Agricoltura. Da quella nostra inchiesta sono scaturite diverse “illuminate” iniziative della politica che, per la verità, ad oggi non hanno ottenuto nessun risultato utile. Il consiglio comunale di Marsala ha prodotto una mozione firmata da 17 consiglieri, c’è stato un intervento del senatore Tonino D’Alì che, nel corso della valutazione del ddl sulla nuova disciplina del settore vitivinicolo ha chiesto di non escludere il Consorzio dai benefici previsti della legge sui consorzi vitivinicoli e, ultima in ordine di tempo, è arrivata l’interrogazione al governo regionale da parte del deputato all’Ars Nello Musumeci che sollecita il governo regionale affinché intervenga con urgenza per far reinserire il Consorzio di Tutela del Marsala. Nell’interrogazione parlamentare rivolta al presidente Rosario Crocetta e all’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, Musumeci chiede quali iniziative intendano adottare per salvaguardare uno dei vini più prestigiosi della produzione siciliana.

 

“Dal primo di settembre dello scorso anno – sottolinea Musumeci – il Consorzio di tutela del Marsala non risulta più nell'elenco dei Consorzi di tutela pubblicato dal Ministero delle Politiche agricole. Tale cancellazione determina conseguenze economiche non indifferenti, dal momento che i produttori non potranno più accedere ai finanziamenti europei per la promozione e tutela del vino”.
“Una grave esclusione – conclude il parlamentare regionale – che accentua ancora di più la crisi che sta attraversando l'intera filiera della produzione del vino Marsala, aggravata dall’invasione sui mercati mondiali di Marsala contraffatto, che ha causato un calo di produzione e di relativo fatturato”. 

 

Intanto, nell’attesa che la politica ottenga il reinserimento del Consorzio, il Marsala, primo vino italiano ad avere ottenuto la Doc, attraversa una delle crisi più profonde della sua storia. A cominciare dal fatto che si chiede il reinserimento di un Consorzio che dovrebbe tutelarlo, ma che di fatto non esiste più. Il leggendario vino Marsala, nato quasi per caso dall’intuizione del commerciante inglese John Woodhouse, che scoprì un vino unico, molto forte, ambrato, singolare per metodo di invecchiamento, portò nel giro di pochi anni alla costituzione di ben 100 cantine. Nel 1931 la richiesta di una legge di tutela e nel 1969 la nascita del marchio Doc, con tanto di Consorzio che dopo le tante battaglie, anche interne, ora non esiste più.  Per questo motivo il ministero dell’Agricoltura lo ha escluso dall’elenco dei Consorzi dei vini italiani Doc (in tutto sono 109), facendo perdere la possibilità di accedere ai contributi comunitari e di difendere il Marsala dalle imitazioni.

Secondo il produttore Renato De Bartoli, figlio del vignaiolo Marco (a cui il Marsala deve buona parte del suo rilancio dalle crisi precedenti) il Consorzio non ha mai tutelato i viticoltori, ma solo i trasformatori (ovvero le aziende che lavorano il vino). “Oggi purtroppo il Marsala che si vende nel mondo è più che altro falso. Si produce più Marsala in California che in Sicilia… - ci dice De Bartoli -". Attualmente la produzione totale è di 50.000 ettolitri l’anno (nel 2004 erano 80.000). Di questi, un terzo sono usati per la preparazione di alimenti come la carne in scatola. Il giro d’affari totale è di 12 milioni di euro. Nulla di paragonabile allo spagnolo Sherry, il vino più vicino al Marsala per qualità e caratteristiche, che ha una produzione annua di 46 milioni di bottiglie.

Per fortuna nonostante questa situazione non proprio semplice, c’è chi ha ancora voglia di fare. «Continuiamo a pensare che il Marsala sia un prodotto vivo», ci dicono dalla Duca di Salaparuta (azienda uscita dal Consorzio lo scorso anno) che esporta 3 milioni di bottiglie di Marsala Florio. E a Marsala c’è pure chi vuole continuare a scommettere sul brand “Marsala” come il giovane imprenditore, Francesco Alagna, che sta lavorando alla realizzazione del primo museo del vino Marsala.