Anche la maggioranza in consiglio comunale a Petrosino chiede di far luce sulle concessioni edilizie e sulle procedure burocratiche sulle le strutture di Michele Licata. L’ex re delle strutture turistiche alberghiere nell’ultimo anno e mezzo è stato destinatario di provvedimenti di sequestro. La procura di Marsala prima e il tribunale di Trapani, sezione misure di prevenzione, poi gli hanno sequestrato tutto il suo impero. Un sequestro da 127 milioni di euro, con le strutture più imponenti, dal Baglio Basile, alla Volpara, il Delfino Beach, il Delfino, finite in amministrazione giudiziaria. Licata è accusato di truffa ed evasione fiscale. Un’evasione milionaria, per cui Licata è stato condannato a 4 anni e mezzo di reclusione.
Ma le attività di Licata sono state sempre sospette dal punto di vista urbanistico. A Petrosino ha trovato negli anni terreno fertile per intavolare affari e tentare di compiere speculazioni edilizie imponenti. Ha provato a costruire un mega complesso turistico nella zona di Torrazza, una zona a protezione speciale su cui non si poteva costruire nulla di invasivo. Il tentativo di Licata è stato interrotto dalla magistratura che gli ha sequestrato un’area da 18 ettari, in cui aveva cominciato a costruire in difformità alle disposizioni edilizie.
Negli ultimi mesi il Comune di Petrosino ha fatto luce anche sul Baglio Basile, l’enorme struttura alberghiera e sala ricevimenti sequestrata a Licata. Dopo una indagine interna il Comune ha deciso di annullare una serie di concessioni edilizie rilasciate tra il 2002 e il 2005 dichiarando di fatto il complesso abusivo. Sono state scoperchiate una serie di compiacenze e di comportamenti degli uffici e dei funzionari dell’epoca non proprio regolari.
Adesso la maggioranza chiede che si faccia ancora più luce. “Non è più soltanto in discussione il comportamento di un singolo, ma di tutto un sistema che, a prescindere da chi ne ha beneficiato, è stato messo in piedi in questi anni. Emerge chiaramente un quadro di gravi irregolarità ed una lunga sequenza di circostanze o responsabilità che vanno approfondite. Dall’istruttoria fatta dal nostro ufficio Urbanistica emergono alcuni fatti salienti su cui va fatta luce”.
Uno dei punti che salta più all’occhio sono le concessioni edilizie rilasciate nel giro di poche ore. Concessioni importanti, su cui solitamente si dovrebbero fare le opportune verifiche, e per le quali i normali cittadini aspettano mesi e mesi. “Si parla di oneri di urbanizzazione che non sono stati mai calcolati e che invece normalmente per legge vengono applicati. Si fa riferimento, inoltre, nella stessa istruttoria a un utilizzo improprio di agevolazioni”, continua la nota dei consiglieri di maggioranza. “Riteniamo che non si possa rimanere in silenzio ed inattivi rispetto a quanto emerso. Chiediamo allora a tutti gli organi preposti di avviare un percorso che faccia luce sul sistema” è la richiesta. I consiglieri comunali di maggioranza esortano poi l’amministrazione guidata dal sindaco Gaspare Giacalone a “mettere in campo tutti gli strumenti necessari per rimuovere ogni impedimento a un percorso di chiarimento, fermo restando che il nostro impegno sarà quello di tutelare gli interessi dei nostri cittadini e i lavoratori delle attività oggetto di questa istruttoria al fine di tutelarne i posti di lavoro”. La maggioranza si dice “determinata nel percorso di legalità e cambiamento, contribuendo a spezzare qualsiasi meccanismo riconducibile a condotte che non siano corrette e limpide”.
La storia delle concessioni edilizie l’abbiamo trattata in un’inchiesta in due parti, in cui delineavamo irregolarità e complicità di un sistema collaudato.
Intanto in questi mesi sono molti gli attriti tra l’amministrazione di Petrosino e l’amministrazione giudiziaria del Baglio Basile
Tra l'altro, piccola curiosità, anche gli amministratori giudiziari sono stati denunciati per abusivismo dal Comune di Petrosino. I fatti sono accaduti questa estate. L'amministrazione giudiziaria della Roof Garden voleva infatti costruire un chiosco sulla spiaggia di Torrazza, progetto identico a quello di Michele Licata che tante polemiche aveva suscitato negli anni passati. La richiesta è stata presentata a Giugno, e già un giorno prima che la commissione urbanistica si riunisse era cominciata la costruzione del chiosco. Da qui il sopralluogo dei vigili urbani e la denuncia per abusivismo. L'amministrazione giudiziaria ha di contro chiesto al Comune di Petrosino un risarcimento danni di 120.000 euro. Non è l'unico motivo di attrito. Ancora c'è molta incertezza su tutte le imposte comunali non versate da Licata negli anni e che il Comune pretende dall'amministrazione giudiziaria. In campo ci sono diversi contenziosi, dagli importi milionari. Solo la Tari, la tassa sui rifiuti, non pagata dalle società di Michele Licata negli anni ammonta a 800.000 euro.
Non bisogna dimenticare che Licata ha proprietà anche a Marsala e il sistema non è che cambia da comune a comune. Per questo sarebbe opportuno che un’indagine analoga sia fatta anche dal Comune di Marsala, per capire se ci sono state irregolarità per il Delfino Beach Hotel, o per il Delfino, o per la Volpara, o per le altre strutture sequestrate a Licata, in questi anni. Un’indagine per capire se qualcosa è stata fatta in maniera irregolare, e cosa è stato tolto ai cittadini.