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24/12/2016 06:35:00

Top News 2016. La crisi dell'aeroporto di Birgi e il rischio addio di Ryanair

 I fatti di cronaca, le inchieste, la politica, la caccia a Matteo Messina Denaro. E poi notizie più curiose. Sono le top news del 2016 di Tp24.it. Una carrellata dei fatti più seguiti dai nostri lettori quest’anno e su cui abbiamo dedicato molta attenzione, con approfondimenti e aggiornamenti.

Ha tenuto banco per tutto l'anno la vertenza Ryanair. La compagnia lowcost irlandese è il vettore che ha “adottato” da anni l'aeroporto di Trapani Birgi, e le dinamiche sulla sua permanenza nel territorio ha tenuto, e tiene ancora, col fiato sospeso tutta la provincia.
Il 31 marzo 2017 scade il contratto con Ryanair. La compagnia irlandese nel 2015 ha portato a Birgi 1,4 milioni di passeggeri, il 2016 dovrebbe chiudersi con la stessa cifra. Dall'inizio dell'anno si parla del rinnovo del contratto, con Ryanair che fa il gioco del tira e molla. La compagnia irlandese è stanca di avere a che fare con un territorio che non prende decisioni unitarie. Sulla quota di co-marketing molti comuni sono rimasti perplessi in questi anni sulle somme costretti a versare. Per dare anche un segnale qualche tempo fa la Ryanair aveva tolto le disponibilità sul sito dei voli da e per trapani a partire dal 31 marzo. Si è scatenato il panico. Sono scattate le proteste di tutti, i parlamentari regionali si sono svegliati. Durante la campagna per il referendum, nella visita a Trapani, l'ex premier Matteo Renzi ha parlato anche di Birgi promettendo “l'impegno” del Governo.

L’Airgest versa per la Ryanair circa 3,5 milioni di euro l’anno e il contratto scade a marzo 2017. Contratto stipulato con l’Ams, la società che si occupa del marketing per conto della compagnia low cost irlandese. Nei mesi scorsi il presidente dell’Airgest Franco Giudice ha riferito di aver parlato con i responsabili della Ryanair e che c’è tutta l’intenzione, da parte loro, di restare a Birgi addirittura sottoscrivendo un contratto quinquennale anizchè triennale. Ma il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro e aspettano certezze, vogliono, in sostanza, un interlocutore fisso e non stare a rincorrere la “cordata” provinciale per aver pagate le quote. L’accordo di co-marketing costa all’Airgest 3,5 milioni di euro, mentre ai Comuni circa 2,7 milioni. Un accordo stipulato con la società che gestisce il marketing per la compagnia, ma che di fatto serve per aver assicurati i voli a Trapani. In questo senso i comuni sono sempre in difficoltà ed in ritardo per pagare le quote trimestrali. 
In questo senso i comuni vogliono decidere sulle rotte e avere più voce in capitolo. All'accordo di co-marketing si arriva dopo l'abolizione a metà della Provincia. Socio di maggioranza è la Regione Siciliana, che ha rilevato le quote Airgest della Provincia. L'Airgest però non se la passa male. Quest'anno abbiamo raccontato delle “magagne” che l'hanno riguardata. Ma c'è anche un grosso problema economico. L'Airgest infatti ha debiti per 15 milioni di euro.
Il governo regionale ha deciso di destinare allo scalo trapanese quasi 17 milioni di euro, tra ricapitalizzazione dell’Airgest - la società che gestisce il Vincenzo Florio di cui la Regione è socio di maggioranza - e il contratto di co-marketing con Ryanair fino al 2019.  Nella finanziaria approvata dalla giunta Crocetta sono previsti, per la precisione, sei milioni di euro per ricapitalizzare l’Airgest che ha debiti per 15 milioni di euro. C’è da dire che nell’ultima assemblea i soci hanno abbattuto il capitale sociale per coprire le perdite maturate nel corso di questi anni in proprio per i contratti di co.marketing con Ryanair. Su questo fronte il governo regionale ha inserito in finanziaria le somme per il co-marketing con Ryanair, 5 milioni per il 2018 e 5,5 milioni per il 2019. A questi si aggiungono i 4 milioni e mezzo per il 2017 già previsti nelle scorse settimane. L’ultima parola, ovviamente, spetta all’Ars, prima con l’ok della commissione Bilancio e poi dei deputati in aula. La manovra è l’ultima che voterà questo parlamento, visto che nel 2017 si va al voto, e non sono escluse quindi le imboscate contro questi provvedimenti.