Dario Safina, componente della segretaria regionale del PD e ovviamente della direzione comunale trapanese, qualche giorno fa anche in maniera un po’ polemica lei ha ritirato la sua candidatura alle primarie, partendo dal disastroso dato del referendum. Come si mettono assieme le due cose?
Il referendum ha purtroppo dimostrato quello che io andavo ripetendo da tempo e cioè, che al sud e in Sicilia in particolare c’è una scarsa capacità di relazionarsi da parte del gruppo dirigente del PD con i cittadini e questo anche quando facciamo cose buone. Io, ad esempio, non vedo nell’ultimo anno di Governo Crocetta solo negatività, anzi vedo una inversione di tendenza che ha prodotto qualcosa di buono, in campo sanitario, sul fronte del bilancio che finalmente è trasparente. Si fanno cose buone ma non si riescono a trasmettere nella giusta maniera al corpo elettorale. Al sud e in Sicilia abbiamo pensato che fosse sufficiente aggregare pezzi di politica per superare le nostre deficienze croniche, ma questo non è bastato e lo dimostrano i numeri. Vero è che i dati del referendum non sono sovrapponibili alle amministrative, ma segnano un dato sconfortante che l’area riformista che si era battuta per il Si, io ho votato convintamente per il Si, raggiunge un 30% in provincia di Trapani e un 26% nel comune che io volevo provare ad amministrare, per quanto ho sempre detto che era necessario fare alleanze. Questi risultati dimostrano che le alleanze con pezzi di società e di politica, perché sarebbe un errore tenere fuori la politica, ma è un errore gravissimo tenere fuori la società e le organizzazioni che queste società mettono in campo che però non ci vedono più come punto di riferimento. Se fossimo stati da riferimento in un referendum che è stato altamente politicizzato noi avremmo preso sicuramente più voti. Se fosse stato un referendum sul merito della riforma costituzionale probabilmente non avrei fatto questa valutazione, ma siccome è stato un pro-contro Governo nazionale, un pro–contro Governo regionale, un pro–contro Partito Democratico, io ho riscontrato che ci sono più contro che pro, e allora ho posto la questione: mettiamo il 25-26%, un quarto della società trapanese nel congelatore? Proviamo a vedere chi e quanti sono disponibili ad intraprendere un ragionamento con noi.
Safina, da soli non si va da nessuna parte.
Assolutamente, da soli non andiamo da nessuna parte.
Ma nel PD ce l’hanno chiara questa cosa?
Guardi, io ho sentito in direzione provinciale qualcuno che ha detto che ottomila voti sono un buon risultato e che se si parte da questi si può andare avanti. Io non la vedo così e capisco che questa mia consapevolezza non è condivisa, ma io faccio parte del PD e siccome con tanti amici e tanti cittadini abbiamo messo in campo delle idee, queste io non voglio perderle perché possono essere utili alla città.
Cosa ci dice sulle alleanze del PD trapanese, ancora non c’è chiarezza.
Io penso che, quanto meno l’impegno anche regionale per costruire un’alleanza analoga a quella del governo del Paese e della Regione deve essere il minimo, per quanto registro che i socialisti a Trapani vogliono andare con Fazio, alcune liste civiche si sono accodati al carro di Fazio, nonostante la vicenda che lo riguarda, ma non entro nel merito perché questa sicuramente diverrà anche una vicenda giudiziaria, poi io sono un avvocato e sono abituato ad aspettare le sentenze e non conoscendo bene la carte, da tecnico non mi permetto di fare valutazioni. Qui purtroppo c’è una tendenza che è quella di attaccare chi la pensa diversamente da te, perché bisogna fare sempre la distinzione tra i buoni e i cattivi e bisognerebbe capire chi sono i buoni e chi i cattivi e comunque, ammesso e non concesso che Dario Safina e tanti altri suoi amici siano i cattivi, cosa c’è di più cattivo di quello di dire che uno si ritira perché ha in mente altre cose. No, noi non abbiamo in mente niente, chi ha seguito la mia formazione e impostazione culturale e politica sa che io mi sono ritirato perché non mi sento di guidare una coalizione di cui non condivido la portata, e che nemmeno intravedo e dunque battaglie necessariamente per perdere non ne faccio.