Festeggia il primo anno di attività con importanti risultati, tali da farne un esempio su scala nazionale. L’hotspot di Trapani, fra i primi avviati dopo il decreto ministeriale che disponeva la chiusura del Cie e la sua trasformazione in centro di primissima accoglienza, ha ricevuto l’apprezzamento dei rappresentanti dell'OMS Europa, che nei giorni scorsi sono stati in visita a Trapani.
A tirare le somme del primo anno di vita dell’Hotspot, sono stati tutti i soggetti coinvolti nella gestione del fenomeno migratorio, che hanno partecipato alla due giorni organizzata dalla cooperativa sociale Badia Grande, presso il centro polifunzionale per l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati, che diventa città dell'accoglienza grazie alla recente delibera del sindaco. In collaborazione con l’università di Palermo e l’ordine professionale degli assistenti sociali, si è tenuto un seminario di formazione, nel quale sono stati portate testimonianze e dati sull’eccellenza di quanto fatto. Una vera e propria smentita contro chi ha ventilato problematiche di gestione, anche, in termini di ritardi di pagamenti e anomalie contrattuali. La regolarità del circuito avviato dalla cooperativa Badia Grande è palesemente confermata dai dati esposti dagli organi della Prefettura, dai ricercatori universitari e dai consulenti ministeriali che monitorano costantemente la gestione dei centri di accoglienza. Trapani, in sostanza, fa la differenza con un ulteriore passo avanti che, per volontà del sindaco Vito Damiano, sarà denominata città dell’accoglienza.
Per la prima volta, attorno a questo argomento, in occasione del seminario formativo, si sono incontrati università, mondo del lavoro e impresa sociale. Ad intervenire, fra gli altri, sono state le ricercatrici del dipartimento culture e società dell’Università di Palermo, Gnazia Bartholini e Roberta De Rosa, che hanno soffermato l’attenzione sulla preparazione professionale di chi accoglie e sull’importanza di predisporre di un ambiente adeguato come quello fornito dall’Hotspot che evita i disagi dei controlli di routine, al momento dello sbarco, qualora avvenissero direttamene sul molo del porto. Di rilevante importanza è stato l’intervento dell’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo, responsabile associazione diritti di frontiera, che ha fornito una sintesi dei diritti umani e internazionali sotto l’aspetto normativo e legale e che ha, concretamente, parlato dell’efficienza delle tempistiche dei trasferimenti dall’Hotspot di Trapani ai vari centri di accoglienza. L’iniziativa formativa ha rappresentato un ulteriore passo avanti nella costruzione di una rete territoriale, che vuole promuovere lo spirito di conoscenza, per scardinare i ponti negatici che alimentano intolleranze, e nella definizione di Trapani come modello alternativo ad una visione generalizzata che è negativa nei confronti dello straniero.