Gentile redazione di Tp24, la foto che vi inoltro ritrae, apparentemente, una normalissima barca dall’assetto poco stabile, cioè inclinata ma in realtà si tratta di una imbarcazione completamente allagata ed adagiata sul fondo e poiché è stata scattata ormai da oltre un mese, di certo sarà peggiorata la sua situazione.
Qualcuno potrebbe chiedersi ebbene cosa c’è di strano? O di anomalo?
E bene precisare che l’imbarcazione in questione si trova ormeggiata ed affondata presso la banchina “buon vento” in uno specchio acqueo in concessione alla Lega Navale di Mazara del Vallo; e non trattasi di una imbarcazione di un qualunque socio della Lega Navale di Mazara del Vallo al quale si può imputare la negligenza di aver fatto affondare la propria barca. In particolare questo natante è uno dei tanti barconi utilizzati dai migranti che partono dal Nord Africa per arrivare sulle coste Siciliane.
E allora?
La Lega Navale di Mazara del Vallo ne è venuta in possesso, facendone apposita richiesta presso la locale autorità marittima, la Capitaneria di porto di Mazara, che ha affidato l’imbarcazione per farne un utilizzo sociale come tante attività socialmente utili portate avanti dalla sezione di Mazara della Lega Navale.
Ora non voglio entrare nel merito della quantità o del tipo di utilizzo che ne è stato fatto della barca in oggetto, però il sottoscritto si pone una serie di domande:
L’Autorità Marittima di Mazara si è accorta che presso la banchina “buon vento” in concessione alla Lega Navale di Mazara insiste una imbarcazione affondata?
Se questa imbarcazione conteneva idrocarburi tipo gasolio, questi si trovano ancora all’interno dei serbatoi o sono stati sversati in acqua?
Se anziché essere il natante di un Ente Morale sotto l’alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, si trattasse di un qualunque privato al quale peraltro è precluso l’affidamento di un bene simile, sarebbe già stato diffidato, ordinandone la rimozione? Ricordo che i concessionari di specchi acquei o arenili, in presenza di qualsiasi abuso o reato di natura ambientale, sono obbligati al ripristino dei luoghi.
Ma soprattutto ciò che mi preme più sapere, è, chi pagherà queste spese di recupero?
Sarebbe opportuno che la Lega Navale di Mazara del Vallo si premurasse di rimuovere ciò che è diventato ormai un relitto all’interno del Porto, che già grava in pessime condizioni sia per altri relitti che per il fondale proibitivo alla navigazione, e non aspetti una leggina o decretino ad hoc che spesso vengono in aiuto a chi vive sotto l’ala protettrice delle alte istituzioni a danno delle maggior comunità e contribuenti che non fanno parte di alcuna Lega o lobby.
Gerardo Sasso