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26/10/2016 11:00:00

Trapani, un luogo pubblico e un premio letterario dedicato a Salvatore "Licchia" Coppola

Qualche giorno fa a Scampia, uno dei luoghi più difficili d'Italia, è rinata la casa editrice Coppola Editore, ritornata a fare quello che faceva Salvatore "Licchia" Coppola. Grazie alla casa editrice "Marotta&Cafiero" e ai suoi amici di Scampia ai quali aveva regalato una macchina per la stampa dei pizzini della legalità continuerà l'opera di  "Licchia" con lo stesso spirito con il quale riusciva a dare voce alla cultura e a valorizzare  i grandi talenti della scrittura. Anche a Trapani, la città di "Licchia", si sta muovendo qualcosa per ricordare la sua figura e in ambito istituzionale è stato il consigliere comunale Enzo Abbruscato a chiedere all'amministrazione di promuovere un atto d'indirizzo che abbia la finalità di dedicare un luogo pubblico che ricordi l’impegno e la dedizione di Salvatore Coppola, ed istituire il Premio Letterario “ LICCHIA”, in collaborazione con l’Ente Luglio Musicale Trapanese. Salvatore Coppola nacque a Trapani il 21 ottobre 1951. Dal 1984 al 30 ottobre 2013, data della sua prematura scomparsa, è stato animatore instancabile della cultura trapanese intestandosi con la sua casa editrice eventi e pubblicazioni a sostegno della legalità. Con uno spirito di sacrificio raro e prezioso ha portato in giro per l’Italia i valori di questa terra, per dimostrare che da Trapani possono uscire fuori grandi eccellenze. Una rete che ha coinvolto scrittori italiani e americani (Antonio Fragola, Gaetano Cipolla), artisti internazionali come Nicolò D’Alessandro, parolieri del calibro di Pino Romanelli, talenti della scrittura e della musica come Marilena Monti, intellettuali come Giacomo Pilati, Salvatore Mugno, Rocco Fodale, Daniela Gambino, Ninì Ferrara, Salvatore Di Marco, Ignazio Apolloni, Augusto Cavadi, Mario de Caro e tanti altri. Una rete internazionale. E lui lì dietro a cucire queste maglie sottili del cambiamento per avanzare una idea, una ipotesi. Silenzioso, sempre un passo indietro, di una timidezza composta che non celava fragilità o debolezza, semmai la voglia si starsene lì’ a guardare l’effetto che fa mettere insieme un professore di cinema dell’università del North Carolina, un cuoco, un contadino e un poeta. Salvatore, ma in tanti lo conoscevano con il soprannome di Licchia, aveva dato alle parole un senso etico eccezionale, che era indipendente dalla loro rendita economica, una follia imprenditoriale; un magia in un mondo dove contano sempre meno i valori. Le parole, quelle buone, migliorano la gente e allora si devono pubblicare, perché è sicuro che servono a qualcosa. A fissare una emozione, un ricordo, una denuncia. A lui si devono le collane di libri da indossare per essere letti in metro o passeggiando ("Accollati un libro"), e i "pizzini della legalità" nati subito dopo la cattura del boss Bernardo Provenzano per dare voce ai familiari delle vittime di mafia come Pina Maisano Grassi, Michele Costa, Giovanni Impastato, Margherita Asta, piccoli block notes di 40 pagine che testimoniano e divulgano i valori dell'antimafia. Ha allargato questa sua rete ai ragazzi di Scampia donando nel 2009 una stampante con cui fabbricare da soli i pizzini contro la camorra. E quei ragazzi oggi lo hanno ricompensato rilevando la sua casa editrice. Nel 2009 ha ricevuto il premio Giovanni Falcone per il suo impegno contro la mafia. In suo nome sono stati intestati diversi premi letterari in varie parti d’Italia.