E’ stato un “incontro con l’autore” diverso dal solito quello svoltosi ieri al Liceo Scientifico “P. Ruggieri” di Marsala: l’autore non era presente, non poteva esserlo, ma l’incontro, di notevole impatto emotivo e grande rilevanza educativa, è avvenuto con il suo contesto sociale e culturale, con la donna che ha condiviso con lui i suoi ultimi anni, la Senatrice Francesca Scopelliti, e soprattutto con l’errore giudiziario che gli ha segnato indelebilmente la vita.
“Lettere a Francesca” il libro di Enzo Tortora che ieri, grazie alla Camera Penale di Marsala e al suo Presidente Avvocato Giacomo Frazzitta, è entrato nell’aula magna del Liceo Ruggieri, permettendo ai ragazzi di fruire di una coinvolgente e significativa lezione di legalità, coordinata con abilità dallo stesso avvocato Frazzitta.
Attraverso le parole di Enzo Tortora, recitate dal Dottor Enrico Russo, la vicenda umana del famoso giornalista televisivo ha preso corpo col suo dirompente potenziale di sofferenza, suscitando negli alunni indignazione morale e civile verso una giustizia che non è stata (e talora ancora non riesce ad essere) giusta.
La Dott.ssa Trainito, Sostituto Procuratore della Repubblica di Marsala, ha rivolto ai ragazzi parole di contestualizzazione riferite a piccole ingiustizie di cui possono esser vittime nel loro vissuto quotidiano, mirando, più in generale, alla sensibilizzazione ed alla riflessione sulle tematiche del senso civico e della legalità.
La Dott.ssa Scopelliti, con la consueta abilità comunicativa, che già le aveva permesso di “conquistare” i ragazzi dello Scientifico in un laboratorio da lei condotto durante lo scorso anno scolastico, ha presentato la figura di uno degli intellettuali italiani più rappresentativi della seconda metà del novecento, vittima di umiliazioni ingiuste, che ne hanno causato poi la malattia. E pervase di elegante e garbata grinta sono state le risposte date durante il dibattito coi ragazzi. Una risposta, in particolare, ha riassunto in sé tutto il significato dell’incontro: alla domanda sul perché una donna innamorata decida di dare alla stampa delle lettere con riferimenti affettivi e privati, la Dott.ssa Scopelliti, visibilmente emozionata, ha detto che, dopo aver conservato per 33 anni quelle lettere, ha compreso che era necessario consegnarle alla memoria dei cittadini perché possano essere da monito per nuove generazioni che tendano verso una “giustizia giusta”.