Tutte le mattine, lo sa chi si trova a percorrere la Via XI Maggio, Piazza Loggia e dintorni, si può notare che una vera e propria moltitudine di ragazzi passeggia, ozia e si trastulla per le vie cittadine: non è entrata in classe alla prima ora, rinviando l'ingresso alla seconda ora.
Ciò interessa, a parere di chi scrive e che svolge anche l'attività di docente nelle scuole superiori, una elevata percentuale di studenti, fino al punto da essere diventata una costante del vivere scolastico quotidiano e -di più- realtà consolidata e rafforzata -indubbiamente- dalla passività con la quale viene “osservata” dall'istituzione scolastica, che si limita -come è noto- a disporre i “lasciapassare” per l'accesso nell'ora successiva alla prima ora!
Le presidenze e/o chi ne fa le veci dedicano, così, parte del loro tempo e del loro impegno a “regolarizzare” la detta procedura di accesso a scuola indirizzata agli alunni, ormai “liberi docenti”!
E i genitori di questi ragazzi, dove sono ? Sanno che i loro figli non entrano regolarmente a scuola ?
Magari diranno che sono ignari di ciò, così ritenendo di avere la coscienza a posto !
La verità è che le famiglie (salvo sparute eccezioni), posto che nei fatti la famiglia esista ancora -quale istituzione che va ( o andrebbe) considerata sacra-, non sanno e non vogliono sapere nulla di ciò che fanno i loro figli, occupate -come sono- in ben altre cose e affidando ogni iniziativa -lecita o meno- ai ragazzi che, a loro consapevole dire, “devono farsi una personale ed autonoma esperienza”, cosicchè cresceranno “ben formati, temprati e pronti ad affrontare il futuro vivere quotidiano”.
Tanto è … ed i risultati “positivi” sono evidenti ed a tutti ben noti.
Adesso questi genitori, anziché sentirsi stimolati a preoccuparsi ed occuparsi di correggere il percorso dei loro figli, ammonendoli per l'errato comportamento da essi tenuto, si ergeranno magari contro chi afferma una verità che -come sempre accade- fa male !
Si sostiene, in ultimo e ad ogni buon conto, che la scuola dovrebbe porre un giusto rimedio a questo “fenomeno”, piuttosto che rimanere pressocchè indifferente e perpetuare -in tal modo- lo assenteismo della prima ora.
Cordialmente, Ing. Antonino Napoli