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12/09/2016 11:00:00

Gli animali maltrattati a Marsala e il futuro della società

di Rossana Titone - Quando ho iniziato a scrivere questa caramella mi sono venuti tanti dubbi, scrivevo e cancellavo, riscrivevo.
Poi in mio soccorso è venuto Ovidio : “saevitia in bruta est tirocinium crudelitas in hominis”, cioè: “la crudeltà verso gli animali insegna la crudeltà verso gli uomini”.
La città non si racconta solo attraverso quello che di bello c’è, la città non può essere, però, nemmeno narrata come un accumulo di negatività e di brutture. Le cose accadono, mi sono detta, accadono sotto gli occhi di tutti e quello che più mi lascia perplessa, a tratti disarmata, è la leggerezza con cui ciò che accade viene, immediatamente dopo, rimosso, cancellato. Si passa ad altro, nella indifferenza vanitosa e superficiale di un navigare in acque calme, che non è detto siano pulite.
Così, a Marsala, accade che i ragazzi si divertano a torturare un gattino, a tirare delle pietre ad un cane, a infliggere sofferenza.
Il problema, prima di essere di questi ragazzi, è dei genitori, non dimentichiamo che è la famiglia il nucleo all’interno del quale si sviluppano comportamenti, emozioni e sentimenti.
Oggi i genitori, di ragazzini che commettono questi gesti scellerati, che configurano fattispecie criminose, o sono anche loro delle persone violente e vivono oltre i limiti della legalità ovvero non hanno tempo per i propri figli, delegando il loro ruolo alla scuola, alla babysitter di turno, alla chiesa, alle palestre, ai circoli e alla tecnologia. Ragazzi che crescono da soli senza una guida perché gli adulti sono impegnati, a spettacolarizzare la propria, di esistenza, con selfie sui social.
Non ci stupiscano questi accadimenti violenti, e quelli che verranno, altre pagine si scriveranno sui nuovi divertimenti di ragazzini che hanno perso , ma in verità non l’hanno mai avuta, la reale percezione del vivere con sensibilità rispettando le varie forme di vita, rispettando l’ambiente che li circonda, rispettando ed amando la cultura che proviene dai libri, dalle biblioteche, dal sano volontariato. Nessuno glielo ha mai insegnato.
Ecco che oggetto, oggi, di questo barbaro divertimento, sono gli animali, piccoli e indifesi, domani lo saranno altri bimbi che, più deboli perché educati, possono essere vittime di bullismo. Dopodomani, da adulti, commetteranno altre violenze possibilmente su donne ed uomini visti come oggetto del possesso, per sentirsi forti. In verità sono dei dannati, dei ragazzi poveri dentro perché vivono con un senso di impotenza spiccato, di inferiorità, che vorrebbero celare torturando, in questo caso, gli animali. Sono comportamenti antisociali che mostrano un chiaro disturbo alla condotta.
Quale società sta crescendo e quale società si sta consegnando a questi ragazzi ? Io non ci sto nel dire che la colpa è degli adolescenti, io non ci sto a dire che sono le scuole che mancano nell’insegnamento e non ci sto a delegare responsabilità che sono di genitori nel momento stesso in cui si decide di procreare.
Non è un atto di accusa , o forse lo diventerà perché la rabbia, per le crudeltà inflitte ad un gattino torturato, a cui è stato negato il diritto a saltellare libero in natura, è grande. Amarezza, per gesti inconsulti e atroci , che affondano le loro radici in ciò che è il malessere sociale e il non controllo di un territorio, che affondano radici in famiglie che hanno scelto la strada per i propri figli. Delusione per quartieri abbandonati al loro disagio e condannati al suicidio legale.
E poi ci sono quelli che non vedono, non sentono, non dicono perché hanno paura, perché è comodo così perché “ tanto non cambia nulla”.
E’ il senso di resa che ci rende dei poveri disgraziati, in cerca di qualcosa che non ci sarà perché il cambiamento non potrà mai manifestarsi se non siamo noi per primi ad indicare l’alternativa, ad indicare la via, ad indicare una rivoluzione culturale che nessuna amministrazione o classe politica potrà imporre.
Ognuno assurga al suo ruolo e non si attenda dagli altri ciò che, per naturale consuetudine, ricade in capo a chi questi figli li ha messi al mondo.
Se dei ragazzi trascorrono il loro tempo libero a fare il tiro al bersaglio con un cane il dubbio che mi sovviene, divenuto immediatamente certezza, è che quei genitori non avrebbero dovuto essere tali, che nel momento della procreazione avrebbero fatto meglio a mangiare pop corn .
Bisogna avere il coraggio di ammettere i propri fallimenti, i figli si educano non con i regali, che piovono a pioggia specie se i genitori sono separati, si educano con l’amore e il dialogo, si educano insegnando fin da piccoli il rispetto per tutti. Da queste prospettive odierne non credo ci si possa vantare del risultato raggiunto, pensate meno a fare dei vostri figli uno strumento di ritorsione verso i vostri ex, pensate meno a metterli davanti ad uno schermo purchè vi lascino ai vostri affari e pensate concretamente che quei ragazzi, domani, saranno gli uomini e le donne che amministreranno questa società.
I brividi solamente a scrivere quest’ultime righe.